Mgm ricorre al “Chapter 11”

È bancarotta, sia pure ‘controllata’, per il glorioso ‘studio del leone’. Una lunghissima storia, caratterizzata negli ultimi tempi da mille traversie e passaggi di proprietà, va a concludersi, per ora, con la pura ‘difesa dei creditori’. Ma domani…

Metro-Goldwyn-Mayer Studios, una fra le più antiche case cinematografiche di Hollywood, notissima adesso più che per la produzione (ormai davvero minima) per il formidabile archivio (su cui si basano i vari canali MGM Tv in onda nel mondo), ha fatto richiesta di ammissione alle procedure di bancarotta previste dal Chapter 11, dopo aver lottato (inutilmente, alla fine) per anni per ridurre il suo passivo.
La presentazione della richiesta fa seguito al voto dei creditori di Mgm per mettere i fondatori di Spyglass Entertainment alla guida della società, assestando un duro colpo alla proposta di merger avanzata invece da Lions Gate Entertainment di cui è azionista Carl Icahn.

Il piano “pre-confezionato” consentirà alle banche creditrici di Mgm, fra cui Credit Suisse e JPMorgan Chase & Co, di scambiare oltre 4 miliardi di dollari di debito con la maggior parte delle azioni della società riorganizzata. In un comunicato, Mgm dichiara di attendersi che un giudice fallimentare federale approvi la ristrutturazione fra poche settimane.
Il già citato Carl Icahn, investitore miliardario e uno dei maggiori detentori del debito di Mgm, ha dichiarato adesso a sua volta (prima non la pensava così) di appoggiare la richiesta di procedura presentata dalla casa cinematografica. Ichan ha detto che, in base al piano, Mgm adotterà cambiamenti nella corporate governance e non acquisterà la filmoteca Cypress, aggiungendo che lui avrà il diritto di nominare un direttore nel board di Mgm, una volta che la società sarà uscita dal fallimento.

Ma la cosa ha diversi altri risvolti. Lions Gate ha intanto separatamente fatto causa proprio al suo azionista Icahn, accusandolo di aver fuorviato gli azionisti e di aver interferito con i suoi tentativi di fondersi con Mgm e altri studios.
Mgm e circa 160 società affiliate hanno chiesto protezione dai creditori presso il tribunale fallimentare di Manhattan. Circa l'80% dei creditori supporta comunque questo piano di 'bancarotta controllata' per estinguere i citati 4 miliardi di dollari di debito e far entrare così come manager Roger Birnbaum e Gary Barber della Spyglass. Presentando dl'istanza, la MGM ha dovuto anche spiegare il piano di ristrutturazione, parlando quindi dei progetti prossimi della casa di produzione, tra cui soprattutto il nuovo Bond, su cui punta molto (ma non è un progetto imminente).

Questa nuova situazione arriva dopo vari tentativi di risollevare la società. Si era pensato di rispolverare vecchi personaggi come Robocop (per il quale la Mgm sperava in un remake proprio per risolvere i guai finanziari). E si era parlato anche di un acquisto da parte di Sir Ridley Scott e di suo fratello Tony, che hanno prodotto 'Alien', 'Top Gun' e 'Il Gladiatore' e avevano espresso interesse per la società cinematografica. Alla fine, per adesso, il leone è 'a cuccia', ma magari domani tornerà a ruggire.

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