Michael Harrit, Marketing director di Sony Professional Solutions Europa, è uno dei giudici del Rory Peck Awards 2015, sezione 'Sony impact awards for current affairs', che premia i freelancer per servizi che affrontano un argomento, una storia o una particolare situazione legata all'attualità (a sinistra nella foto). Lo abbiamo incontrato in occasione del premio internazionale per i reporter freelance tenutosi a Londra il 18 novembre.
Come nasce la collaborazione tra Sony e i Rory Peck Awards?
E' nata quando la vedova di Rory Peck ha costituito il Trust e l'abbiamo sostenuta fin dall'inizio.
Quanto conta l'aspetto tecnologico nella realizzazione di servizi come quelli che abbiamo visto ai Rory Peck Awards?
Come Sony non siamo presenti a questo evento per parlare dei nostri prodotti ma per focalizzare l'attenzione sul lavoro dei freelancer. Ovviamente è importante migliorare i nostri prodotti per dare strumenti adatti a chi lavora in questo settore, ma ci sono differenti condizioni di lavoro, diversi punti di vista e un diverso modo di riprendere la singola all'immagine da parte di ogni reporter.
I filmati selezionati sono tutti di ottimo livello. Quale l'ha colpita di più e perché?
Il film che mi ha particolarmente colpito è quello di Haider Ali (a destra nella foto) sui bambini abusati dai guidatori di bus e camion in Pakistan. E' la storia di una cultura, a quanto pare abbastanza diffusa nel paese, che mi ha scioccato, di cui non sapevo niente. Una storia dura e difficile ma che è stata raccontata lasciando parlare le persone ma senza intenti voyeristici. Una storia scioccante e forte.
Un altro video che le è piaciuto?
E' quello di Hernan Zin “Born in Gaza”. E' girato con caratteristiche filmiche, un uso particolare dello slow motion e la grande capacità di cogliere immagini significative e fare parlare le stesse immagini.