Alla tavola rotonda che ha chiuso il convegno di Millecanali alla sala Collina hanno partecipato Massimo Bertolotti di Sky Italia, Marco Pellegrinato di Mediaset e l’autore televisivo Ade Capone. Vediamo le domande formulate da Antonio Franco a tutti e le risposte date dai tre interlocutori. Domanda: “La Televisione come centro di fruizione rimarrà sempre il punto centrale di riferimento per il pubblico o la distribuzione dei contenuti avverrà sempre più su altri mezzi e pia…
Alla tavola rotonda che ha chiuso il convegno di Millecanali alla sala Collina hanno partecipato Massimo Bertolotti di Sky Italia, Marco Pellegrinato di Mediaset e l'autore televisivo Ade Capone. Vediamo le domande formulate da Antonio Franco a tutti e le risposte date dai tre interlocutori. Domanda: "La Televisione come centro di fruizione rimarrà sempre il punto centrale di riferimento per il pubblico o la distribuzione dei contenuti avverrà sempre più su altri mezzi e piattaforme digitali?".
Pellegrinato: «Il mestiere del broadcaster cambia: sino a qualche tempo fa consegnava esclusivamente in modo lineare tramite un palinsesto. Quegli stessi contenuti oggi tramite l'innovazione tecnologica, Internet e anche grazie ad un accesso tramite catalogo, quindi non lineare, sono tuttavia sempre demandati al broadcaster. Quindi lo stesso programma ha un valore, una catena del valore, proprio perché può essere fruito in tempi diversi da quelli del palinsesto».
Bertolotti: «I grandi produttori di contenuti non lineari stanno comunque cercando di arrivare al televisore, che quindi rimarrà centrale nella fruizione. Gli altri schermi seguono l'utente nella sua mobilità giornaliera ma ritengo che non possano essere il cavallo di Troia del contenuto, soprattutto se di qualità. In pratica tutti gli operatori media ancora cercano di arrivare al televisore, centrale nella nostra casa per una questione di qualità e di diffusione. In pratica, la mia visione dei contenuti alternativi è che andranno ad aiutare la visione della Tv tradizionale».
Capone: «L'esperienza derivata da vari programmi, in particolare quello che stiamo producendo adesso ('Mistero', Italia 1), ci fa osservare che alcuni servizi che hanno lo share più alto durante il prime time sulla Tv generalista non sono poi altrettanto 'gettonati' su altri schermi, ad esempio su Video Mediaset, dove è già disponibile il giorno dopo, come puntata intera e segmentata in singoli servizi. Notiamo che qui a volte gli ascolti sono buoni per gli stessi materiali che non hanno avuto buoni risultati in palinsesto e questo è dovuto al fatto che si scelgono i servizi "più alti" e chi usa i tablet probabilmente ha un approccio più acculturato e più attento. Il grosso vantaggio della Tv lineare è che ti permette di fare tante cose in contemporanea, mentre il tablet e lo smartphone hanno bisogno di una visione attiva».
Domanda: "Lo sviluppo di queste nuove piattaforme porterà anche una grande modifica delle modalità di fruizione; quindi
è lecito pensare a nuovi modelli e nuovi format?".
Pellegrinato: «C'è un legame stretto tra il formato di un contenuto e il device che lo deve mostrare. Oggi dobbiamo realizzare produzioni esclusivamente per i device mobili e per il sistema distributivo a catalogo e quindi si produrranno contenuti veramente interattivi, magari scelti dall'utente. La Tv dovrà produrre dei formati non concepiti solo per il mondo lineare ma anche per quello non lineare, per poter trarre ulteriori vantaggi e quindi si tratta di un'evoluzione del genere. Il "vettore qualità" è possibile solo sul grande schermo della tv per dettaglio, colore, risoluzione, capacità di immergersi, eccetera, e rimarrà così la massima user experience. Tuttavia è impossibile dimenticare il gran numero di device collegati diffusi e presenti nelle nostre case ed è evidente che il broadcaster cercherà di accaparrarsi la maggior quantità possibile di queste cifre, senza perdere il 'focus' che evidentemente è sul device principale, la tv».
Domanda per Bertolotti: "Sky ha sempre fatto dell'innovazione nei contenuti uno dei cavalli di battaglia, ma al tempo stesso lo ha fatto anche per le modalità di distribuzione. In futuro quanto peseranno i contenuti rispetto alle modalità di delivery?".
Massimo Bertolotti: «Il gioco lo fa il contenuto, mentre la modalità di delivery diventa un fattore-chiave quando si vuole dare una experience al cliente di una certa qualità. Se uno si accontenta, la delivery diventa una commodity, mentre se la qualità è chiave, anche le modalità di delivery necessitano di molti investimenti. Oggi sul mondo Internet che abbiamo iniziato ad approcciare con servizi come Sky Go o come l'on demand sul set top box, il concetto è che, nell'esperienza dei milioni di persone che utilizzano questi contenuti, il download diventa fondamentale e giocherà un fattore dominante nella sfida con i competitor».
Domanda per Capone: "In funzione di questa distribuzione attraverso diverse piattaforme e su diversi device, come
bisogna pensare, creare e sviluppare un format per i contenuti?".
Ade Capone: «Dal grande schermo televisivo verso gli altri device oggi spesso si traslano gli stessi contenuti ma in parte i mezzi sono diversi. Mantenere una certa elasticità dei contenuti garantisce la fruibilità multi piattaforma. Un programma deve essere veloce, rapido, composto da tanti
frammenti, magari anche lunghi, con servizi di 10, 15 minuti. Quindi l'idea è che l'autore non deve concepire un'opera omnia ma opere fatte da tante opere minori messe assieme, anche se evidentemente nella fiction non si può fare. Il fenomeno del parallelismo tra "guardo la Tv e chatto su Facebook" dimostra che il target giusto abbraccia entrambe le esperienze».