Milleproroghe: sospese le provvidenze alle emittenti locali

Incredibile decisione del Parlamento –

Continua la mobilitazione dopo l’incredibile scelta del Governo e della maggioranza, che hanno annullato le provvidenze per l’emittenza locale. Richieste pressanti di ‘ripensamenti’, mentre dilaga la protesta.

L'Aula della Camera ha approvato nei giorni scorsi l'emendamento della commissione al dl Milleproroghe sui fondi per l'editoria e poi il provvedimento stesso. Il testo è passato a Montecitorio con 264 sì, 227 no e tre astenuti. Il Senato, pressato dall'urgenza dell'approvazione del provvedimento (che scadeva il 28 febbraio), ha poi confermato il giorno dopo definitivamente il testo.
Alla fine, a fare le spese della nuova formulazione del provvedimento, che è cambiato proprio sul filo di lana per favorire i giornali (e le emittenti) di partito, quelli editi in cooperativa e altri 'beneficiati tradizionali', sono proprio le emittenti radiotelevisive locali che si vedono annullate le tradizionali 'provvidenze'.
Ecco il commento della FNSI:

Durissimi i commenti delle associazioni delle emittenti, cui ci associamo in pieno. Ecco quello della Frt Tv Locali:

«Il Governo Berlusconi non è nuovo a questi blitz. Dopo i tagli ai contributi erogati alle Tv locali ai sensi della L. 448/98, con un colpo di mano dell'ultima ora, attuato dal Sottosegretario Bonaiuti, ha anche cancellato i contributi all'editoria previsti a favore delle emittenti televisive locali. L'emendamento al “decreto milleproroghe”, approvato oggi dalla Camera, rischia seriamente di causare il definitivo tracollo dell'intero settore dell'emittenza televisiva locale, già pesantemente messo a dura prova dalla crisi economica e dal passaggio al digitale terrestre. Il provvedimento, di fatto, sacrifica le imprese che producono fatturato ed occupazione a favore di radio e giornali di partito che possono in tal modo mantenere i privilegi della “casta”.
Grazie al sostegno delle provvidenze, che consistono nella riduzione tariffaria del 50% dei costi delle utenze telefoniche, nel rimborso del 40% dei costi delle utenze elettriche e dei collegamenti satellitari e nel rimborso del 60% del costo dei canoni di abbonamento delle agenzie di informazione, le emittenti televisive locali hanno potuto, finora, approntare le redazioni necessarie per offrire l'efficiente ed apprezzato servizio di informazione sul territorio che, con l'azzeramento dei sostegni delle provvidenze, non potrà essere più garantito. Uno degli effetti immediati di tale provvedimento sarà inoltre la perdita di numerosi posti di lavoro degli addetti all'informazione attualmente impiegati nelle redazioni giornalistiche delle Tv locali.
L'Associazione Tv Locali FRT sta predisponendo uno spot di denuncia contro il provvedimento del governo da trasmettere su tutte le emittenti locali associate. Inoltre l'Associazione approva in pieno la scelta spontanea di molte Tv locali che hanno annunciato di non voler trasmettere propaganda elettorale dei partiti di governo».

Ed ecco quello della Frt Radio:

"Il Presidente dell'Associazione Radio della FRT - Federazione Radio Televisioni, Roberto Giovannini, esprime il proprio sconcerto per l'incomprensibile blitz del Governo che ha cancellato in un sol colpo le misure di sostegno previste dalle normative sull'editoria anche per la radiofonia privata. Ciò causerà effetti dirompenti sull'occupazione, soprattutto quella giovanile, per gli addetti all'informazione attualmente impiegati nelle redazioni delle emittenti radiofoniche e nelle agenzie giornalistiche collegate. Si sacrificano le imprese radiofoniche che da sempre ricoprono un ruolo fondamentale per il pluralismo dell'informazione per finanziare radio e giornali di partito che possono così mantenere i privilegi della “casta” politica.
L'Associazione Radio della FRT ha predisposto uno spot contro il Governo da trasmettere su tutte le Radio associate".

Non molto diverso il commento di Aeranti-Corallo:

«Questa mattina l'Assemblea della Camera dei Deputati, nell'ambito dell'esame del disegno di legge AC 3210 di conversione del decreto legge n. 194/2009 (cosiddetto decreto legge “Milleproroghe”) ha approvato un emendamento in base al quale, tra l'altro, le imprese radiofoniche e televisive locali, a decorrere dall'anno 2009, non potranno più usufruire delle provvidenze editoria.
Il provvedimento è passato ora all'esame del Senato dove, considerati i tempi tecnici per la conversione del decreto legge, è presumibile che avvenga l'approvazione definitiva, senza ulteriori modifiche.
Le citate provvidenze consistevano:
- nella riduzione tariffaria del 50% dei costi delle utenze telefoniche; - nel rimborso del 40% dei costi delle utenze elettriche e dei costi dei collegamenti satellitari;
- nel rimborso del 60% dei costi dei canoni di abbonamento delle agenzie di informazione radiotelevisiva.
Al riguardo, l'avv. Marco Rossignoli, coordinatore AERANTI-CORALLO, nell'esprimere la protesta delle imprese radiotelevisive locali rappresentate, evidenzia che “le provvidenze editoria hanno contribuito negli anni alla realizzazione di redazioni nelle emittenti locali capaci di fornire informazione sul territorio”.
“In questo contesto - ha proseguito Rossignoli - AERANTI-CORALLO ha sottoscritto nell'anno 2000 con la Fnsi - Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il sindacato dei giornalisti, il Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) per i giornalisti delle Radio e Tv locali”.
“Tale Ccnl - ha aggiunto Rossignoli - è stato rinnovato da ultimo il 27 gennaio e viene applicato a oltre 1600 giornalisti sull'intero territorio nazionale”.
La soppressione delle provvidenze editoria mette a rischio le attività di informazione delle Radio e Tv locali, già in difficoltà per la crisi economica, con la conseguente perdita di molti posti di lavoro dei giornalisti ivi impiegati”. Tale perdita di posti di lavoro si estenderà inevitabilmente anche alle agenzie di informazione radiotelevisiva.
“Auspichiamo - ha concluso Rossignoli - che il provvedimento adottato senza un adeguato confronto con le imprese del settore, possa essere ripensato, al fine di recuperare una forma di sostegno che non rappresenta, peraltro, un onere rilevante per lo Stato, mentre per le imprese radiotelevisive locali costituisce una misura di garanzia del pluralismo informativo e dell'occupazione nel comparto”».

Altre dure prese di posizione, con le sensibilità diverse delle varie associazioni, sono arrivate da REA, CNT-Terzo polo, CONNA, la pugliese RTP, la campana Seratel. Un coro di protesta che monta e che probabilmente spingerà il Governo e la maggioranza a tenere conto del grande malcontento creato e della minaccia alla sopravvivenza di voci che noi di Millecanali ci ostiniamo a ritenere fondamentali per la libertà d'informazione in Italia e che sono gli interlocutori storici e 'naturali' della nostra rivista. Le prime voci non erano incoraggianti: si pensava di rimediare "fra qualche mese" con qualche leggina 'ad hoc'. Ma adesso, anche per via delle elezioni, forse si dovrà provvedere con ben altra sollecitudine.
Naturalmente seguiremo da vicino le possibili e auspicate future 'revisioni' di queste decisioni.

Nel frattempo ecco quel che sta succedendo, per dare l'idea del clima creatosi:

«Saranno complessivamente trasmessi, nell'arco di dieci giorni, centomila comunicati attraverso i quali le emittenti Aeranti-Corallo manifesteranno la loro protesta. Le provvidenze editoria hanno contribuito negli anni alla realizzazione di redazioni nelle emittenti locali capaci di fornire informazione sul territorio. La soppressione delle provvidenze editoria mette a rischio le attività di informazione delle radio e tv locali, già in difficoltà per la crisi economica, con la conseguente perdita di molti posti di lavoro dei giornalisti ivi impiegati. Tale soppressione, proposta inaspettatamente senza alcun preventivo confronto con Aeranti-Corallo e con il sindacato dei giornalisti Fnsi, avviene, peraltro, con efficacia retroattiva a decorrere dal 1° gennaio 2009, cagionando gravi problemi alle imprese, in un periodo di forte crisi delle vendite pubblicitarie, che confidavano su tali provvidenze cui avevano diritto in base alla legge.
La retroattività del provvedimento e la disparità di trattamento operata con le testate di partito, che conservano il diritto alle provvidenze, comporta, a parere di Aeranti-Corallo, l'incostituzionalità della norma. Aeranti-Corallo chiede che il provvedimento possa essere ripensato, al fine di recuperare un sostegno che non rappresenta, peraltro, un onere rilevante per lo Stato, mentre per le imprese radiotelevisive locali costituisce una misura di garanzia del pluralismo informativo e dell‚occupazione nel comparto».

«Il taglio è incostituzionale: 3.000 spot la giorno» - promette la FRT. Che a rincarare la dose ricorda alcune 'pesanti verità':

«I contributi (le provvidenze; Ndr:) a radio e tv erogati nel 2008 parlano chiaro: su un totale di circa 30 mln di euro, il 54,24% è andato a sei emittenti espressioni di partiti politici; il restante 45,76% è andato a circa 1.200 emittenti tra radio e tv locali. Banalmente si potrebbe, semplificando il concetto per meglio comprendere le reali proporzioni, sintetizzare così: a 8 emittenti (di partito) vanno mediamente circa 2 milioni di euro cadauno, mentre alle “restanti” 1.200 emittenti vanno circa 12 mila euro a testa. Qualora poi si consideri, e si mettano a confronto: il volume di fatturato, il numero di occupati, il livello di ascolti, i servizi di informazione resi ai cittadini (migliaia di notiziari locali mandati in onda ogni giorno da radio e tv locali) si comprende il sentimento di incredulità e sdegno da parte degli editori radiotelevisivi. Se questi sono provvedimenti equi e non discriminatori…».

Cosa aggiungere? Resteremo fermi nella nostra protesta con gli editori finché qualcosa finalmente non cambierà.

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