Il direttore del Tg1 continua a commentare in chiave filo-berlusconiana i fatti di attualità, svilendo ancora la testata della prima rete pubblica. Quando l’ultimo editoriale ha auspicato le elezioni, il presidente Garimberti non ci ha visto più…
Non è la prima volta che Augusto Minzolini, direttore del Tg1 e nella storia dei Tg Rai uno dei più presenzialisti per editoriali che non brillano certo per imparzialità, è causa di scontro politico o motivo di qualche mal di pancia per alcuni dirigenti dell'azienda.
Questa volta però, con uno dei suoi ennesimi interventi in video, Minzolini è riuscito a far insorgere molti, tanto da spingere il presidente della Rai Paolo Garimberti a prendere carta e penna e a scrivere al direttore Mauro Masi. Negativamente colpito anche il direttore della Commissione di Vigilanza Zavoli.
Nell'editoriale di martedì scorso il direttore del Tg1, commentando l'attuale situazione politica, si è detto contrario ad ogni “governicchio”, indicando la via del voto come una delle migliori soluzioni per risolvere la fase di stallo politico in cui si trova il Paese. Troppo per il presidente Garimberti.
“Caro Direttore - scrive Garimberti - , intendo sottoporti con molta forza, e con una precisa richiesta, che questa volta ci sia da parte tua un intervento diretto e immediato, per il caso dell'editoriale del direttore del Tg1, Augusto Minzolini, nell'edizione delle 20 di ieri sera. Ci sono limiti che l'informazione del servizio pubblico non può valicare. Ieri purtroppo sono stati valicati: ci sono stati nell'intervento del direttore Minzolini giudizi inopportuni in quanto invasivi delle competenze e responsabilità di soggetti politici e istituzionali, giudizi che impegnano il servizio pubblico e che non competono all'informazione della Rai”.
Minzolini si è appellato all'articolo 21 della Costituzione. Il direttore Masi ha a sua volta replicato con la difesa di Minzolini. Se Masi ha ammesso che “alcune iniziative del direttore Minzolini (peraltro quasi sempre criticate apoditticamente da alcuni ambienti, sempre gli stessi) possano presentare il fianco a quale misinterpretazione, anche a di là della sua volontà”, non si può tuttavia condividere “la preoccupazione di Garimberti sulla mancanza di pluralismo da parte del Tg1”.
Una situazione, quella del Tg1, tra l'altro in calo di ascolti, che non fa bene all'informazione televisiva della Rai e all'informazione in genere. E non è un caso che una bella fetta degli ascoltatori stia riconoscendo al Tg7 di Enrico Mentana un ruolo di sempre maggior rilievo nel panorama dell'informazione televisiva. Al Tg1, che pur essendo la più importante testata pubblica, talora sembra un bollettino di partito, sono invece tempi avvero bui.