Monica non si concede

Se l’obiettivo della stagista più famosa del mondo era alzare un po’ di polverone per promuovere il suo libro dobbiamo ammettere che, in meno di due giorni, la cosa le è riuscita alla grande…

E anche Vespa, così come la Mara nazionale, dovrà rinunciare a Monica Lewinsky. Non che la cosa ci turbi, ci disturbi o ci lasci a "bocca aperta" più di tanto, certo è che la cicciottella ex stagista di Bill Clinton un po' ci aveva stufato.

A questo punto speriamo che questa sera in una puntata "illuminata" di Porta a Porta, piccante quanto basta e tagliata non più sulla giovane "grazia" statunitense e sugli argomenti di cui non desiderava parlare ma, come 15 milioni di casalinghe curiose e tanti uomini desiderano, su quei temi che tanta popolarità le hanno portato. Magari, perché no, sparlandole anche un po' dietro.

Lewinsky o meno, la puntata di "Porta a Porta" su "Donne e potere" andrà comunque in onda: "ma la parola sexygate non verrà in ogni caso proiettata nel titolo iniziale del programma", ci hanno tenuto a far sapere da RaiUno.

Monica, intenzionata a scrollarsi di dosso il marchio di femme fatale, ha dal canto suo affermato che "quella con Clinton è stata un'esperienza dolorosa, in cui sono stata dipinta come una persona molto leggera. Del resto se il Presidente non avesse voluto, per me sarebbe stato impossibile avvicinarmi".

"Quanto è successo cinque anni fa - aggiunge - è stato molto doloroso, a vari livelli. Proprio perché non si trattava solo di spiacevoli insulti personali, ma anche di un vero e proprio caso nazionale. Penso che sia molto difficile per la gente capire quanto questa storia sia stata tumultuosa e devastante per la mia famiglia".

I momenti di tensione in Rai, in questi ultimi giorni,(e anche di divertimento) sono comunque stati tanti e per tutti i gusti. Dai siparietti gentilmente offerti da Saccà e Baldassarre, il primo uno dei più accesi sostenitori della partecipazione di Monica alle trasmissioni Rai, e il secondo, neanche a farlo apposta, censore di qualsiasi comparsata.

Poi le ripetute pressioni e le tante polemiche, dall'intervento ancora di Baldassarre che chiedeva a Saccà di "verificare la compatibilità della presenza di un siffatto personaggio con trasmissioni del servizio pubblico radiotelevisivo" al dietro front del direttore di RaiUno Fabrizio Del Noce che, con Saccà, ha "convenuto di limitare la partecipazione della Lewinsky solo alla puntata di "Porta a Porta", in onda in seconda serata".

Mentre i vertici Rai trovavano sabato con enorme fatica la soluzione, la stagista, impegnata nella registrazione della puntata in questione del programma di Vespa, ha lasciato lo studio piuttosto contrariata lascinado dunque a bocca asciutta il prode Bruno. Insomma, né Domenica In né Porta a Porta.

Tanti i fatti avvenuti e tante, tantissime le polemiche, ancora in corso. Le prime sono partite quando non era ancora arrivato il no di Saccà all'intervista che Mara Venier avrebbe dovuto fare alla Lewinsky: un fronte compatto è andato all'attacco della Rai, dal ministro Gasparri all'opposizione (Renzo Lusetti e Cinzia Dato della Margherita), al presidente dell'Osservatorio dei minori Antonio Marziale, a Pasquale Salerno, consigliere nazionale dell'Ordine dei giornalisti.

E poi il consigliere Rai superstite, il leghista Ettore Albertoni, che deplorava "vivamente" la presenza della Lewinsky in una "trasmissione dedicata alle famiglie e ai minori" e il suo "collrga di partito" Caparini che non si scandalizzava più di tanto, il ministro Gasparri che si pronunciava contro la Lewinsky in quanto "reduce" dal successo del regolamento su Tv e minori, i radicali che incitavano a guardare "Domenica In" (se ci fosse stata Monica...).

In sostanza, una vera "commedia all'italiana", nelle migliori tradizioni di casa nostra.

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