Morandi: la canzone trionfa all’Arena

Una bella serata di musica, con tante canzoni che attraversano i decenni. E poi grandi ospiti, con un Fiorello superlativo, la ‘Raffa’ nazionale e un ‘tenero’ Ennio Morricone. Gianni Morandi ha colto nel segno ieri sera su Canale 5, pur senza stravincere.

La prima serata dello show live di Morandi all'Arena di Verona trasmesso ieri sera su Canale 5, ha vinto la 'gara' degli ascolti con quasi sei milioni di spettatori: per la precisione sono stati 5 5.834.000 gli spettatori (pari al 23,89% di share) mentre i contatti, ovvero le persone che hanno visto almeno un minuto dello show, sono stati 15.294.000.
In realtà ha battuto di poco Luca Zingaretti che su RaiUno era in onda nei panni di Montalbano e che ha fatto 5.632.000 spettatori (pari al 21,33% di share) e non ha fatto il boom di ascolti che aveva fatto invece Celentano sempre all'Arena proprio un anno fa (in quell'occasione la media di ascolto delle tre parti era stata pari a 8 milioni 918 mila telespettatori con il 31.80% di share). Ma la concorrenza di Montalbano (che ha perso, crediamo, per la prima volta) era molto forte. L'evento di ieri comunque, ci è parso pienamente riuscito dando la possibilità a Mediaset di mettere a segno un successo in un genere non 'consueto' per questo gruppo televisivo.

Facciamo una piccola cronistoria della serata.
Il cantante bolognese arriva sul palco dell'Arena in silenzio e senza dire una parola apre con la chitarra e intona in versione acustica 'Il mondo cambierà'. Poi 'Un mondo d'amore' e per i primi venti minuti prosegue così come un concerto qualsiasi, senza dire una parola. Intanto a Verona piove ma il pubblico di giovani e meno giovani, lo ascolta, rapito, sotto la pioggia (sono venticinquemila i biglietti venduti).
Anche la scenografia, molto bella e valorizzata dalla magnificenza dell'Arena, è quella dei grandi concerti: ci sono due enormi vidiwall ai lati del palco, numerose luci, che sapientemente illuminano il palco e l'Arena tutta, in un'atmosfera di colori fra il rosso, il giallo e il blu per i momenti più delicati.

Per l'occasione la direzione artistica è stata affidata a Gianmarco Mazzi - con cui Morandi portò a casa i grandi ascolti dei Festival di Sanremo nel 2011 e nel 2012 - mentre la regia è di Roberto Cenci. Oltre trecento i tecnici impiegati per coadiuvare la band e la 'giovanissima' orchestra diretta dal maestro Leonardo De Amicis, composta dai cento migliori giovani musicisti dei Conservatori d'Italia.

Quando inizia a parlare, Morandi, anche se si dice emozionato e spiega che ha dovuto sciogliersi un po' perché è la sua prima volta all'Arena di Verona come protagonista, in realtà lo fa in modo spigliato e da avvezzo presentatore ringrazia il pubblico presente, quello a casa Canale 5, e Radio RTL 102.5 che trasmette in diretta l'evento. Nonostante la sua bravura, nella prima parte dello spettacolo tutto ci sembra un po' 'congelato': bella la musica, belle le canzoni che attraversano i decenni - Morandi canta i classici del passato come 'In ginocchio da te' (che vien voglia di cantare a squarciagola per la sala) e canzoni più recenti come 'Bella Signora' - ma manca forse un po' di verve.

Morandi prende fiato, ironizzando sull'età che si fa sentire, e solo pian piano prende confidenza col pubblico: cantando 'Scende la Pioggia' scende dal palco e così raggiunge finalmente la gente (non solo fisicamente); poi 'incontra' Riccardo Cocciante che canta magistralmente e a cappella 'Margherita'. Alle 22 dopo ¾ d'ora di canzoni la prima pausa pubblicitaria.

Lo show si riapre questa volta all'insegna dell'emozione, Morandi, infatti, parla della sua Emilia e del terremoto che l'ha colpita e canta in dialetto, insieme ad altri emiliani, 'Bellemilia', una canzone di Gianluca Taddia, artista emiliano (finora) sconosciuto. Il brano, inviato dal ragazzo a Gianni Morandi su Facebook, è il ritratto di una terra devastata dal sisma, scritto dopo la scossa del 20 maggio 2012. Ad accompagnarlo e a cantare i ritornelli Morandi ha voluto, ieri sera, proprio un coro popolare e non professionale, il coro della chiesa di Poggio Renatico (Ferrara), uno dei paesi colpiti dal sisma, mentre sui vidiwall scorrevano le immagini suggestive di lavoratori, di mani, di contadini, e per finire del celeberrimo quadro Il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo.

A questo punto Morandi esce di scena ed entra a sorpresa Fiorello che ironizza subito sui rumors riguardo la sua presenza o meno all'evento, dichiarando di essere un 'Non Ospite'. Fiorello, a ruota libera, fa battute esilaranti su Berlusconi e i suoi 'traditori', sul sindaco Tosi e Borghezio con cui racconta di organizzare la caccia ai Terun per tutta Verona e poi su Morandi stesso, che è l'unico ad andare dal chirurgo plastico per farsi fare le rughe. Fiorello si mette a cantare un bel medley dei pezzi di Morandi, da 'In amore' a 'Se non avessi più te' a 'Occhi di ragazza' fino a che sul ta-ta-ta di 'C'era un ragazzo che come me' torna Morandi e insieme cantano 'Si può dare di più' con un Morandi che però imita Ruggeri… La canzone è vecchia, sentita allo sfinimento, ma grazie alla loro bravura e alla simpatia di Fiorello alla fine è piacevole ascoltarla anche per questa ennesima volta.
Quello di Fiorello è un lungo momento a sé nell'ambito della serata, uno show a tutto tondo che dimostra davvero quale spettacolo si può fare con due 'mattatori' che duettano.

Dalle risate con Fiorello alle emozioni, con Morandi che dedica 'Piazza Grande' a Lucio Dalla e poi canta 'C'era un ragazzo' con un bellissimo finale di Amii Stewart che compare improvvisamente fra il pubblico. Altro tipo di divertimento, Gianni (che, ora che è decisamente a suo agio, riesce persino ad essere affascinante a 68 anni) ce lo regala con Raffaella Carrà che balla e canta sul palco in ottima forma (anche se a dir la verità con poca voce). Insieme cantano 'A far l'amore comincia tu', 'Rumore' (che chissà perché non stanca mai e ci riporta indietro nel tempo) o ancora 'Bella Belinda' e 'Banane e Lampone'. I due emiliani, amici da molto tempo, sono in sintonia e riescono a trasmettere la loro allegria al pubblico, anche ricordando i tempi di quando erano ragazzini a Bellaria.
Qui tuttavia, ci è parso, la serata aveva preso una piega sottilmente malinconica.

Forse la forza e il fascino di Morandi sta proprio oltre che nella voce, nella sua genuinità, nel suo entusiasmo, nella sua voglia di condividere persino un palco così importante, come quello dell'Arena di Verona, con altri cantanti, con amici e con artisti del calibro di Ennio Morricone. Morandi si emoziona quando lo annuncia perché è stato il suo maestro, perché molti dei suoi primi successi sono stati arrangiati proprio da quello che ora è diventato anche un premio Oscar e che ieri sera ha diretto, con l'umiltà che solo i grandi possono avere, la giovane orchestra, nel 'Tema di Debora' e poi in altre canzoni d'epoca di Morandi.

La serata evento si conclude all'insegna dei brividi, perché Gianni Morandi senza falsa ipocrisia (almeno ci pare e ci piace pensare) chiede un momento di silenzio e riflessione al pubblico per i morti naufraghi di Lampedusa. Parla di migranti che affrontano da sempre viaggi strazianti in cerca di un sogno, proprio come Sacco e Vanzetti cui era stata dedicata la canzone arrangiata da Morricone e cantata da Joen Baez negli anni '70. Morandi non chiede applausi e alla fine, nel suggestivo e imponente silenzio dell'Arena, diretto ancora una volta da Morricone, canta, insieme alle voci del Coro di Verona, la sua commovente versione italiana di Nicola and Bart.

L'appuntamento è ora per stasera con altre canzoni da cantare ad alta voce (o, se si preferisce, fra sé e sé) ospiti da ascoltare e si spera altre emozioni da ricordare.

(ha collaborato Mauro Roffi)

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