Una multa da 180mila euro alla rete Fininvest per (reiterata) violazione della par condicio in vista delle prossime consultazioni elettorali. In Lombardia secondo alcune ricerche anche le Tv locali danno moltissimo spazio al Centro-Destra.
Con un certo ritardo dovuto ad una pubblicazione dei dati non tempestiva (lo scorso 10 aprile Millecanali aveva controllato e le rilevazioni erano ferme a febbraio), la Commissione Servizi e Prodotti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduta da Corrado Calabrò ha inflitto 180mila euro di sanzione a Rete 4 per inosservanza dell'ordine di riequilibrio emanato dall'Agcom il 14 maggio scorso, nell'ambito della par condicio.
A dare l'informazione è stato lo stesso ufficio del garante in una nota nel corso della quale l'Autorità comunica che "alla luce dei dati sul monitoraggio dell'ultimo periodo, perdurando uno squilibrio informativo tra tutte le liste che si sono presentate alle elezioni e una sovraesposizione del Governo, ha adottato un atto di diffida generale nei confronti di tutte le emittenti affinché procedano all'immediato riequilibrio".
L'Agcom, inoltre, ha esaminato gli esposti pervenuti dalle liste Pannella, Italia dei Valori-Di Pietro, La Destra-MPA, Sinistra e Libertà, Partito comunista dei lavoratori, "ordinando specifici riequilibri laddove necessario". La sanzione a Rete 4 "è stata comminata a maggioranza".
Giancarlo Innocenzi Botti ha votato contro la sanzione. È la stessa Autorità a comunicare che Botti "ha espresso voto contrario al provvedimento e si è dimesso da relatore non condividendo nel merito e nella procedura la decisione adottata".
L'Autorità ha inoltre sancito che "dalla mezzanotte di oggi (venerdì 22 maggio n.d.r) è vietato rendere pubblici o comunque diffondere i risultati dei sondaggi sull'esito delle elezioni europee ed amministrative, anche se tali sondaggi sono stati effettuati in un periodo precedente".
Lo scorso aprile Dario Franceschini, segretario dei Ds, aveva denunciato la disparità di trattamento da parte delle reti televisive nei confronti del PD e a favore del PdL, tanto che l'Agcom aveva emanato un comunicato che diceva: "L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, alla luce dei dati del monitoraggio del pluralismo politico relativi al periodo da gennaio a marzo, ha rilevato un certo squilibrio informativo a danno di alcuni partiti dell'opposizione e ha, pertanto, indirizzato un richiamo alle emittenti Rai e Mediaset affinché assicurino, in vista delle prossime elezioni europee, l'osservanza attenta e costante dei principi di completezza e correttezza, obiettività, equità, imparzialità e parità di trattamento, ai quali l'informazione deve attenersi, sottolineando come tali obblighi assumano particolare rilevanza e cogenza nei periodi elettorali, qual è quello nel quale siamo entrati in questi giorni".
Parole seguite da pochi fatti, sembrerebbe.
Se i Radicali hanno risolto il problema di "essere in Tv" con il consueto sciopero della sete di Pannella, che dire, per esempio, di tutti gli altri 'partiti minori'O Se un elettore vuol davvero conoscere tutte le liste che si presentano e i vari programmi deve armarsi di molta buona volontà e cercare, con pazienza, magari ad orari 'improbabili', in Tv.
Intanto con alcuni articoli pubblicati sull'edizione milanese, il quotidiano 'La Repubblica' ha evidenziato come, secondo l'Osservatorio di Pavia (che ha svolto la ricerca su commissione del PD), anche fra le Tv locali (tipo TeleLombardia e altre) il Centro-Destra avrebbe dati di gran lunga preponderanti come presenza e parola rispetto al Centro-Sinistra. Ma la ricerca non ha convinto tutti e in particolare Telenova si è un po' 'tirata fuori'.