Muore a Padova l’operatore Giovanni Vassallo

Un noto operatore televisivo veneto, appartenente alla famiglia che è socia della Tv locale Telecittà, si è schiantato con la moto ed è morto, forse colpito da un gufo.

L'altra sera è scomparso in un tragico incidente stradale a Padova Giovanni Vassallo, 38 anni, operatore televisivo free lance molto noto nell'ambiente delle Tv venete. Vediamo i particolari di quanto è accaduto nel resoconto riportato dalla stampa locale:

«Un tragico incidente è costato la vita a Giovanni Vassallo, 38 anni, residente a Legnaro, in via Perin 15, operatore televisivo free lance molto noto nell'ambiente delle emittenti venete. L'uomo stava percorrendo corso Argentina in direzione Padova sud, in sella alla sua moto Buell, quando ha perso il controllo del mezzo ed è finito contro il guard rail sinistro della carreggiata. Un urto violento in cui Vassallo è rimasto gravemente ferito. Un'ambulanza del Suem lo ha trasportato all'ospedale, dove, però, dopo circa 10 minuti, è morto.

La dinamica dell'incidente non è ancora chiara. Sulla corsia di emergenza è rimasta una macchia di sangue e, dopo 300 metri, è stata ritrovata la moto, in cui erano rimasti incastrati i resti di un gufo morto. Forse il volatile ha urtato il motociclista impedendogli di vedere la strada.

Vassallo come free lance lavorava un po' in tutt'Italia. La sua famiglia, del resto, è legata al mondo delle emittenti locali: lo zio Andrea Vassallo, recentemente scomparso, era stato il fondatore di Teleuropa, ora Telecittà, di cui è tra gli editori la cugina di Giovanni, Patrizia Vassallo. Ma anche due dei quattro fratelli, Giuseppe e Roberto, lavorano nello stesso campo.

"Era una persona allegra - racconta la sorella Francesca che vive a Schio - capace di prendere con ironia anche le situazioni più difficili". Di recente Giovanni aveva acquistato la casa di Legnaro, dove viveva con il fratello Roberto e il gatto Mimmo. Era molto legato anche alla sorella gemella Katy. Una persona generosa, secondo gli amici, sempre pronto ad ospitare chi avesse bisogno. "Era un grande lavoratore - raccontano - non rifiutava mai un incarico. Quando non ne poteva più si prendeva un giorno di vacanza in Istria o in montagna"».

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