Muore in Russia Mikhail Beketov

Un altro lutto per il giornalismo indipendente in Russia, anche se stavolta non si tratta di un omicidio: è morto per arresto cardiaco Mikhail Beketov, che era stato brutalmente aggredito qualche anno fa.

Ancora una “brutta morte” in Russia, ancora colpito il giornalismo indipendente. E anche se Millecanali si occupa di media elettronici e non di carta stampata, non si può tacere sulla morte per arresto cardiaco di Mikhail Beketov, 55 anni, giornalista che da anni portava avanti una campagna contro la corruzione del governo.
Il giornalista aveva fondato ed era l'editore del giornale “Khimkinskaya Pravda', dalle cui pagine aveva condotto una dura battaglia contro la costruzione dell'autostrada Mosca-San Pietroburgo, per la quale è stata abbattuta parte della foresta di Khimki, nei pressi di Mosca.

Per i suoi articoli Beketov aveva subito varie intimidazioni, dall'uccisione del cane, trovato morto davanti alla porta di casa, all'automobile data alle fiamme. Ultimo grave atto contro di lui l'aggressione di cui era stato vittima il 13 novembre del 2008, da parte di 2 uomini che lo avevano colpito con spranghe di ferro, rompendogli mani e gambe e fratturandogli la testa. Beketov non si era mai ripreso da quell'aggressione a causa della quale subì l'amputazione della gamba destra, la perdita di quasi tutte le dita della mano sinistra e danni permanenti al cervello, al punto che, da allora, perse la parola.

Nel 2010 Beketov fu condannato per diffamazione nei confronti del sindaco di Khimki, ma la pena gli fu condonata; in quello stesso anno ricevette il premio di Reporter without borders, mentre nel 2011 fu premiato come miglior giornalista proprio dallo Stato. Il premio a Betekov di un milione di rubli (32.000 dollari) era stato criticato e considerato un freddo esempio di cinismo da giornalisti vicini a Betevok.

Uno dei giornalisti premiati con lo stesso riconoscimento, Sergei Parkhomenko, caporedattore del magazine ,Around the world,, aveva definito il premio “cinico.” “Le persone che lo hanno aggredito sono ancora libere - aveva dichiarato - e alcune occupano importanti cariche politiche". Parkhomenko aveva poi rifiutato di andare al Cremlino a ritirare il premio. "Non riusciranno a portarmici nemmeno legato" - aveva detto.

Dal 1992 ad oggi, secondo il Comitato di Protezione dei Giornalisti (Committee to Protect Journalists-CPJ), circa 54 giornalisti sono stati uccisi in Russia, Paese che sarebbe al nono posto in graduatoria tra i Paesi che non sono in grado di risolvere i casi di omicidi di giornalisti.

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