I primi a risentire del colpo di stato messo in atto dal re Gyanendra sono stati i mezzi di informazione, in particolare le radio del Nepal. Ma c’è chi ha trovato una soluzione, molto particolare, per continuare a fare informazione…
Biratnagar è un piccolo centro a 500 chilometri a est di Katmandu in Nepal. A Biratangar ogni sera circa 300 persone si radunano per ascoltare Keshav Bhattarai, che legge le notizie del giorno dallo "studio all'aperto", realizzato sul tetto dell'edificio che ospita la sua radio nepalese. Dal colpo di stato del re Gyanendra del 1° febbraio scorso, infatti, che ha liquidato il Governo e imposto la più rigida censura, alle dozzine di radio indipendenti che trasmettevano in Fm è stata proibita l'ulteriore diffusione in modulazione di frequenza.
La popolarità delle radio indipendenti in Nepal era enorme, dal momento che erano l'unica alternativa alla rigida informazione governativa. Per ovviare a questa grave situazione si può solo, per ora, ricorrere proprio alla lettura, fatta tramite altoparlante per 15 minuti, delle ultime notizie, sia quelle interne che quelle internazionali (soprattutto su quanto avviene in Iraq). La lettura pubblica delle news, cui assistono anche politici, insegnanti, studenti e passanti, continuerà fino a che l'informazione in Nepal non tornerà ad essere libera.
Shiva Bahadur Karki, della Federazione Nepalese dei Giornalisti, che organizza le 'trasmissioni di strada', ha infatti dichiarato: "Continueremo finché la libertà di stampa non sarà stata ripristinata".