Netflix: decollo imminente in Italia

Netflix parte a ottobre anche nel nostro Paese, nell'ambito di una ricca offerta on demand streaming co-partecipata da oltre una decina di fornitori nazionali di contenuti specifici. È quanto abbiamo appreso in pieno agosto, mentre quasi tutti gli italiani erano al mare, da James Seadon - responsabile Social Media per l'Azienda con sede centrale in California - e Cristina Sancho, di Netflix Southern Europe (Cristina si sta occupando del lancio contemporaneo della piattaforma americana in Italia, Spagna e Portogallo). Vari utenti italiani già… usufruiscono da tempo delle proposte di Netflix, grazie a un "trucco", del tutto legale e praticato apertamente, che sfrutta la sottoscrizione di una VPN estera, pagando ogni mese (prezzi di riferimento europei):

- € 7.99, per utilizzare un collegamento SD su un solo schermo;

- € 9.99 per due streaming contemporanei a risoluzione massima Full HD (il costo era di euro 8.99 fino al 25 agosto scorso);

- € 11,99 per 4 collegamenti in Alta Definizione o in Ultra HD/4K.

Al momento, l'ultimo profilo sembra essere quello più conveniente. Infatti, disponendo del bit rate necessario (per l'SD sono sufficienti in "discesa" 1.5-3Mbps, per lo streaming in Full HD bastano 5Mbps, mentre per l’UHD/4K si parla ora di un utilizzo minimo di circa 8-10 Mbps in "down", ma viene raccomandato un link a 25 Mbps), quattro "clienti-amici", ad esempio, possono mettersi d'accordo. E pagare mensilmente circa tre euro ciascuno per vedere - in perfetta legalità, su un solo device contemporaneo a testa - contenuti streaming Full HD o UHD.

Con questo sistema, Netflix si propone in pratica di minimizzare la pirateria e di offrire un modo semplice ed economico per usufruire di film e contenuti originali. Per fare ciò punta sia ad accorciare le finestre temporali tra uscite di sala e debutti video, sia a garantire l’accesso ai contenuti tramite un'ampia platea di dispositivi (Smart Tv, Pc, smartphone, tablet, console di gioco Play Station 3, Xbox, Wii e Wii U) con un'interfaccia sempre coerente e attuando un'esperienza che in ogni caso deve rispettare determinati parametri di qualità.

Logico che il doppiaggio in italiano o la sottotitolazione dell'opera nella nostra lingua costituisca per Netflix Italia un "plus" niente affatto indifferente, come appare altresì appetibile la possibilità di avere l'intero pacchetto in prova gratuita per un mese. L'utente si abbona a 30 giorni di visione, con possibilità di annullare la propria sottoscrizione in qualsiasi momento. Per esempio, può sospendere l'abbonamento durante l'intero periodo di vacanza in cui resta lontano da casa, riattivandolo in un secondo tempo.

Inoltre, sottoscrivendo "by only" i profili 2 o 3 il cliente potrà - per esempio - interrompere la visione casalinga di un film su Pc e riprenderla magari in mobilità, su uno smartphone, dall’esatto punto di interruzione precedente. O, se si troverà all'estero, potrà continuare ad utilizzare lo streaming, con l’unica differenza data dal catalogo, il quale varierà da Stato a Stato, in base ai diritti acquisiti per quel determinato territorio.

«Entro il 2016 - ci ha "rivelato" Cecile Foques, responsabile Operazioni Commerciali di Netflix in Europa - la nostra piattaforma dovrebbe arrivare in ben 150 Paesi del mondo, contro i poco più di 50 attuali. Intanto, a Wall Street la quotazione di una singola azione del colosso americano è passata dai 15 dollari del 2002 ai circa 680 di oggi. Nel frattempo, Netflix sta già lavorando allo standard HDR (High Dynamic Range), per rendere i colori molto più saturi e brillanti. Mentre la stessa azienda californiana va offrendo a livello interazionale, a richiesta streaming (senza pubblicità e non in download), un'immensa quantità di film e serie "Originals". Ovvero, contenuti originali - di cui possono godere anche i sottoscrittori di Netflix Italia - creati direttamente dal gigante statunitense. Tra questi figura la "famosa" sere in 10 puntate "Marco Polo", con protagonista l’italianissimo Lorenzo Richelmy».

Durante l'anteprima stampa cui abbiamo avuto occasione di assistere, la visione proveniva da un insediamento Netflix britannico (non essendo ancora disponibile quello italiano), mentre lo streaming era a risoluzione UHD/4K. Nelle scene ben illuminate, la qualità delle immagini risultava "ad occhio" soddisfacente, con un notevole stacco tra i piani ed una superiore profondità di campo. Più critica, invece, appariva la riproduzione delle scene tendenti al buio, che a causa della compressione generano sempre artefatti. In linea di massima, comunque, la qualità dello streaming UHD/4K era superiore a quella garantita dal Full HD e complessivamente molto vicina a quella di un ottimo Blu-ray. Ma sapremo esservi più precisi prossimamente, in occasione di un secondo passaggio (questa volta definitivo, strumentale e a regola d'arte) della piattaforma americana in Italia.

Intanto vi scriviamo che nel Bel Paese, Netflix trova un mercato streaming già affollato: da Sky Online e Sky On Demand a Infinity Tv e Premium Play di Mediaset, passando per Chili Tv e TIMvision. E se questo non bastasse a "fermare" la multinazionale californiana, ecco arrivare verso dicembre su TivùOn (l’on demand gratuito di TivùSat) la "triplice alleanza" sottoscritta tra Rai, Mediaset e La7 sui programmi a richiesta.

«Anche se il nostro accordo con TIMvision non è in esclusiva - ha affermato Ted Sarandos, responsabile Contenuti dell'azienda USA - la partnership con Telecom Italia è importante perché è uno dei pochi provider telefonici a viaggiare realmente a 20, 30 e 50 Mbps in "discesa" in buona parte della Penisola. Cosa che permette di far transitare agevolmente anche i nostri contenuti UHD. In ogni caso, ben vengano le rispettive reti Broadband e Ultra Broadband di Vodafone, Tiscali, FastWeb, Wind, ENEL ed altri. L’importante è che il Governo e l’AGCOM in particolare risolvano al più presto l'annosa questione della larghezza di banda nazionale. Non vogliamo che chi opti per Netflix sia costretto a cambiare anche provider telefonico!».

Ovviamente, i programmi di Sky Italia e di Mediaset sono quelli più in concorrenza con l’iniziativa dalla multinazionale di Los Gatos. Non mancano però eccezioni. Costituite dalla stessa, articolata piattaforma TIMvision, da Amazon o dall'ambiente Chili Tv (nato da uno spin-off di Fastweb), che non offre un abbonamento mensile ma solo contenuti in vendita e a noleggio, con possibilità di scegliere fra oltre 4000 film e almeno 120 serie televisive. Degni di nota, seppure in forma minore, anche i rispettivi prodotti iTunes Store e Google Play Store, mentre si segnalano Xbox Video e Playstation Video (due servizi speculari di intrattenimento rispettivamente di Microsoft e Sony), insieme a Wuaki, servizio nipponico di Tv in streaming ancora poco conosciuto nella Penisola.

Tutto questo contribuirà a "rallentare" l'avvento di Netflix in Italia? Chissà. Ad ogni modo staremo a vedere… online, naturalmente!

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