Netflix: lo sbarco in Francia e le strategie concorrenti

Tanto clamore per l’arrivo di Netfix in Francia ma la tanto temuta piattaforma è sbarcata anche altrove. Quanto all’Italia…

Da molte settimana si assiste ad un acceso dibattito intorno all'arrivo di Netflix in Francia, come se il gigante del video on demand avesse scelto tra le proprie destinazioni europee autunnali soltanto la 'culla dell'Illuminismo'. Il 15 settembre è stato atteso ­ ed in buona parte temuto ­ proprio come un 'd-day'.
Eppure il colosso americano nei giorni scorsi ha raggiunto altri 5 Paesi europei oltre la Francia (Austria, Belgio, Lussemburgo, Svizzera e Germania). Ma, almeno stando alle cronache, il dibattito è ruotato tutto intorno al suo approdo Oltralpe.

Il mercato transalpino da sempre è molto protetto e regolato. Esistono norme specifiche che cercano di proteggere gli autori nazionali, imponendo vincoli sulla produzione e distribuzione di opere audiovisive. La Francia, non a caso, è proprio il paese dell'eccezione culturale'. L'arrivo di Netflix rischia pertanto di sconvolgere l'intero sistema. Nei mesi scorsi l'opposizione è stata forte, sia da parte dell'allora Ministro alla Cultura, Aurelie Filippetti, sia da parte degli operatori locali. La nuova incaricata del dicastero della Cultura, Fleur Pellerin, sembra aver assunto atteggiamenti più concilianti verso l'invasore, anche se le perplessità restano molte.

Il colosso Usa, che ha tagliato da poco il traguardo dei 50 milioni di abbonati (di cui circa 35 milioni solo negli Stati Uniti), è pronto ad offrire un vasto catalogo di film e serie televisive in abbonamento a soli 8 euro al mese. Un costo estremamente competitivo rispetto ai rivali del mercato, da molti giudicato 'predatorio'. Nonostante le rassicurazioni degli ultimi giorni di Reed Hastings, cofondatore e direttore generale del colosso, circa gli investimenti e la tutela delle opere francesi (Hastings ha promesso che verserà l'Iva sulle vendite ed è pronto a destinare circa il 2% del fatturato al CNC ­ Centre National de Cinématographie, principale finanziatore dell'audiovisivo d'Oltralpe), gli operatori di telecomunicazioni avevano fatto fronte comune contro il gigante.

Canal +, del gruppo Vivendi, ha addirittura lanciato una piattaforma concorrente, Canal Play. Bouygues Telecom, terzo operatore del Paese, ha però deciso nei giorni scorsi, di firmare un accordo con la piattaforma di streaming 'made in Usa' e permetterà quindi l'accesso al servizio ai propri utenti. La strategia di Bouygues, che mira ­ tramite l'accesso a Netflix ­ a reclutare nuovi abbonati nel mercato 'esagonale', potrebbe spianare la strada ad altri accordi. Orange non sembra essere del tutto avversa, mentre Numericable lancerà un servizio concorrente con Sfr.

Ora la sfida si gioca tutta sui contenuti. Se il colosso Usa spera di raggiungere in Francia un'abitazione su tre entro il 2019, è ben consapevole che per il conseguimento dell'obiettivo dovrà battere i propri concorrenti sul terreno dell'offerta. Che deve essere sì vasta, ma anche particolarmente aggiornata dai titoli di maggiore appeal del momento. E proprio su questo Canal Play sta cercando di guadagnare terreno. La piattaforma vod del gruppo Vivendi si è infatti già aggiudicata la serie di successo 'House of Cards'.
Dal canto suo, Netflix tenta di conquistare il nuovo pubblico attraverso un mese di abbonamento gratuito.

Alcuni rumors riferiscono di trattative del colosso americano anche con l'italiana Telecom Italia, ma per il momento non esistono previsioni certe sull'arrivo del servizio nella nostra Penisola a causa dei (soliti) ritardi nello sviluppo della banda larga.

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