Ecco una dolorosa ma realistica rassegna di alcune ‘ordinarie violazioni’ nel mondo della libertà di stampa, Radio e Tv, sulla base di notizie ‘fresche’ di questi giorni.
Colombia: assassinato giornalista radiofonico - José Everardo Aguilar, cronista per le stazioni radio private Radio Super e Bolívar Estéreo è stato ucciso da un killer che si è introdotto nella sua abitazione, nella città di El Bordo (dipartimento di Cauca, sud-ovest del Paese), con il pretesto di consegnargli informazioni e foto. Il giornalista è stato assassinato con tre colpi di arma da fuoco.
Aguilar era molto famoso nella regione per le inchieste con cui denunciava regolarmente la corruzione amministrativa del dipartimento di Cauca, dove i giornalisti sono continuamente esposti agli attacchi dei narcotrafficanti. Nell'ultima settimana, oltre al giornalista ucciso, anche due suoi colleghi sono stati aggrediti.
Il 24 aprile, Gustavo Alvarez Gardeazabal, giornalista della stazione privata Caracol Radio, è stato sequestrato e minacciato da sei uomini armati. Il giornalista è stato costretto a consegnare agli aggressori tutto il suo materiale informatico e gli archivi. Il giorno dopo uno sconosciuto ha tentato di uccidere il presentatore Hugo Cuartas mentre usciva dalla sede di una Televisione locale nella città di Mañizales dove aveva appena registrato un programma. Il giornalista fortunatamente se l'è cavata con una ferita al braccio. (fonte: RSF).
Afghanistan: rilasciato il giornalista arrestato su richiesta dell'Iran - Fahim Kohdamani, giornalista della catena televisiva privata Emroz, è stato rilasciato dopo 25 giorni di prigione passati in un carcere di Kabul. Il giornalista era stato arrestato con l'accusa di diffamazione a seguito di una denuncia delle autorità iraniane. Reporters sans frontières (Rsf) ha infatti ottenuto una copia della lettera che l'ambasciatore della Repubblica islamica dell'Iran, Fada Hossein Maleki, aveva inviato il 23 marzo scorso a Mohamad Ehssagh Alko, procuratore generale a Kabul. Nella lettera il diplomatico iraniano chiedeva di perseguire Emroz accusandola di "insulti verso alti responsabili del suo Paese" e in particolar modo nei confronti del presidente Mahmoud Ahmadinejad. La lettera precisava inoltre che la catena televisiva doveva essere punita ai sensi della legge afghana e minacciava ritorsione sulle relazioni tra i due Paesi se nessuna azione fosse stata intrapresa.
Intervistato da RSF al momento del suo rilascio, Fahim Kohdamani ha detto che durante i lunghi interrogatori in carcere gli agenti gli hanno chiesto di definire la sua posizione circa sue presunte critiche - esposte in una trasmissione dal titolo 'Obor Az Khat' ("Al di là della linea") - a un libro sull'ayatollah Khomeini. Il giornalista si è difeso dicendo che in tale trasmissione lui aveva solo detto che certe superstizioni legate alla religione venivano utilizzate in nome di interessi personali e politici.
Libia: Gheddafi chiude la Tv del figlio e (ex) delfino Saif - Il messaggio per Saif Al Islam Gheddafi non poteva essere più esplicito: a metà del programma in diretta 'An Qurb' ('Da vicino') il segnale della sua Tv satellitare Al Libiya s'interrompe; breve pausa, poi compare il logo della rete governativa della Grande Jamahiriya libica. Trascinata in questura e interrogata la conduttrice Hala Al Musrati, mentre il direttore Abdessalam Mechri era stato arrestato sabato (sarà poi liberato). Motivo dichiarato del raid: un'inchiesta di An Qurb sulle attività di tortura e terrorismo all'estero dei Comitati Rivoluzionari (una sorta di partito unico libico) e le accuse lanciate giorni prima sulla stessa rete dal giornalista egiziano dissidente Ahmed Qandil contro il raìs del Cairo Hosni Mubarak (che ha protestato formalmente). Confiscate infine le due Radio sorelle: se le tre emittenti continueranno a trasmettere non sarà certo da Tripoli (ma da Londra), perché la sentenza pare definitiva. E questo varrebbe anche per l'(ex) figlio prediletto di Muammar Gheddafi.
Somalia: rilasciati tre giornalisti arrestati - Sono stati rilasciati i tre giornalisti - il direttore, il caporedattore ed un cronista di Radio Jubba - arrestati da un gruppo dell'insurrezione islamica mentre l'emittente, che era stata chiusa, ha avuto il via libera per riprendere le trasmissioni. Gli arresti - che avevano suscitato la violenta protesta dell'associazione dei giornalisti somali - avvenuti a Baidoa (245 km a nord ovest di Mogadiscio), erano stati motivati dalla "diffusione di notizie improprie" circa la sicurezza nella zona, controllata dagli estremisti islamici di al Shabaab, ritenuti il braccio armato somalo di al Qaida.