Nulla di fatto per i diritti del calcio in Tv

 

Le notizie sono arrivate nel pomeriggio di lunedì 22 gennaio un po’ con il contagocce e solo dopo diverse ore il quadro è sembrato abbastanza chiaro.

Il secondo tentativo di assegnare con un’asta (e relativa alta base d’asta) i diritti Tv della Serie A per il triennio 2018-2021 non ha dato i frutti sperati dalla Lega e dall'advisor Infront. Era forse facile prevederlo, dopo il bando totalmente fallito nel giugno 2017 e il successivo lungo periodo di ‘decantazione’, che alla fine ha portato a un nuovo bando dall’obiettivo nuovamente ambizioso: un miliardo e 50 milioni di ricavi minimi ipotizzati.

Le cose sono al solito andate diversamente e il valore complessivo delle nuove migliori offerte presentate è stato invece inferiore agli 800 milioni di euro. Siamo lontani dalla meta e in Lega (e a Infront) non possono ovviamente essere soddisfatti.

Ci saranno adesso tre intensi giorni di trattative private con i broadcasters, decisi all'unanimità dall'assemblea di Lega, che non ha ancora ufficialmente assegnato alcun pacchetto. In caso non si pervenga a un risultato ‘utile’, fra venerdì e sabato, la Lega dovrebbe valutare l'offerta ‘secondaria’ (almeno 900 milioni, a quanto pare) dell'unico soggetto in gara nel ‘bando subordinato per intermediari indipendenti’, ovvero l'agenzia spagnola Mediapro, che gestisce i diritti della Liga iberica. Ma questa strada è inedita e appare già a prima vista avventurosa, perchè poi non si capisce a chi Mediapro rivenderebbe a sua volta (dovendoci peraltro guadagnare qualcosa, evidentemente) gli stessi diritti acquisiti. Ai soliti broadcaster come Sky e Mediaset? Ma come potrebbe a quel punto risalire un prezzo non cresciuto in precedenza né all’asta né nelle trattative private?

 

Rimanendo all’attualità più stretta, va detto che Sky è stata assoluta protagonista dell’asta del 22 gennaio e a sorpresa ha puntato anche su Internet, sbaragliando la concorrenza. Sky ha presentato infatti i tre quarti delle offerte e ha messo sul tavolo circa 580 milioni di euro (più dei 572 milioni investiti per trasmettere l'intero campionato nel 2015/2018; anche questo non era esattamente scontato), superando le richieste minime su tre pacchetti: 261 milioni per quello A (le gare di otto squadre, con le big Juventus, Milan, Napoli, Inter, Lazio, Fiorentina più due di fascia bassa, il tutto per la piattaforma satellitare); circa 60 milioni per i relativi diritti opzionali esclusivi; 170 milioni per il pacchetto C (stessi contenuti di A appunto per Internet, senza i diritti a trasmettere in bar e hotel e altri accessori).

Nulla da fare per il C, dunque, per l’annunciatissima Perform, che avrebbe offerto solo 100 milioni, e anche per Tim, che ci ha provato ma si è fermata ben al di sotto dei 50 milioni.
Le trattative fra la Lega e i broadcasters che hanno partecipato al bando per i diritti Tv saranno in realtà probabilmente relative in specifico ai pacchetti per cui non sono arrivate offerte superiori al prezzo minimo. Si tratta, per prima cosa, del pacchetto B (con le partite di 8 squadre per il digitale terrestre, in simmetria con quello A per il satellite e quello C per Internet), per cui sono arrivate due offerte: Mediaset avrebbe messo sul piatto 200 milioni di euro, decisamente meno della base d'asta di 260 milioni, e poi c’è stata un’offerta ancor più bassa di Italia Way, una società che sembra collegata a Francesco Di Stefano, il fondatore di Europa 7, da molti anni a suo modo protagonista nel mondo televisivo.

Le altre trattative private saranno basate sui pacchetti D1 e D2 (le partite delle altre 12 squadre, a completare l’offerta Tv del campionato), per cui Sky avrebbe stavolta offerto meno della metà del prezzo minimo complessivo (300 milioni di euro), e sui relativi diritti accessori, contenuti nei pacchetti Platinum D1 e Platinum D2.

 

Giochi fatti allora (a favore di Sky) per il pacchetto A e per quello C? Non è detto, perché se il quadro complessivo non si definisce con qualche soddisfazione della Lega, non verrà assegnato nulla e si passerà, con tutte le incognite citate, al bando subordinato. Ma se a trattativa privata forse Mediaset potrebbe alzare un po’ l’offerta per il pacchetto B (senza il calcio la sopravvivenza di Premium sembra molto dubbia), per il resto una Sky che già offre di più di qualche anno fa non si capisce bene quali ulteriori margini di manovra possa avere.

Come si vede, tutto è ancora una volta complicato e difficile. Ma stavolta i giochi, alla fine, dovranno essere fatti, perché mancano soltanto alcuni mesi al nuovo campionato.

Pubblica i tuoi commenti