Dopo un week-end di fremente attesa, il Cda Rai si è riunito e ha varato stamattina il piano di ristrutturazione dell’azienda, che accentra molti poteri nelle mani del direttore generale. Prossime le nomineO Annunziata abbandona la riunione, bufera politica.
Stavolta l'aria è quasi quella di una resa dei conti più o meno definitiva tra il presidente della Rai Lucia Annunziata e il direttore generale Flavio Cattaneo. Quest'ultimo appare deciso a procedere subito con il piano di ristrutturazione da lui varato nei giorni scorsi, che sembra in grado di puntellarne la posizione (da tempo si parla di una sua possibile sostituzione), accentrando nelle sue mani molti poteri e creando altresì un nuovo gruppo di dirigenti a livello mageriale. In questo modo, a poco meno di due mesi dalle elezioni europee, si procederebbe a una sorta di "rivoluzione strategica" della Rai, ma soprattutto si porrebbe mano a una importantissima tornata di nomine, situazione che in Rai crea sempre una grandissima frenesia.
Dopo che si era capita la volontà di Cattaneo e della maggioranza del Cda di procedere con il piano, nel week-end c'era stato grande movimento a livello politico. Il Centro-Sinistra aveva cercato di fermare l'operazione con alcune dure dichiarazioni e sia pure senza 'diktat' si era mosso anche il presidente della Commissione di Vigilanza Petrucccioli. Nella maggioranza aveva preso le distanze, sia pure in expremis, il Cdu, parlando di un 'rischio monocolore' per la Rai. Annunziata faceva capire che l'approvazione del piano contro la sua volontà avrebbe avuto serie conseguenze (si pensava anche alle dimissioni) e si rivolgeva persino a Ciampi.
Questa mattina, comunque, il Cda ha proceduto, assente, pare per ragioni di salute, il consigliere Giorgio Rumi (che da tutta questa fretta sembrava voler prendere le distanze). Il Consiglio di Amministrazione della Rai ha così approvato - con
i voti dei consiglieri Alberoni, Veneziani e Petroni - il piano di Cattaneo. Prima della votazione, Lucia Annunziata aveva lasciato il Consiglio in segno di protesta, sostenendo che occorreva, prima di approvarlo, approfondire il piano stesso e illustrarlo alla Commissione parlamentare di Vigilanza.
Ora si attende di sapere se si procederà subito alle nomine, che sono peraltro contestuali al piano. Il tutto - va ancora sottolineato - a poche settimane dall'importante consultazione elettorale di giugno.