Osservatorio IsICult Millecanali: ‘Comitato Media e Minori’

Finalmente ricomposto dopo 18 mesi il Comitato Media e Minori’, ora presieduto dal giovane giurista Maurizio Mensi. Riuscirà a reprimere le degenerazioni della ‘cattiva Televisione’?

Il 2 luglio è divenuta ufficiale la notizia che il Ministero dello Sviluppo Economico ha nominato il nuovo Comitato Media e Minori, la cui presidenza è stata affidata al giovane ­ almeno per gli standard italiani ­ giurista Maurizio Mensi (nato ad Alessandria nel 1961), già avvocato dello Stato, professore ordinario di diritto pubblico dell'economia alla Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze, e docente di diritto dell'informazione e della comunicazione alla Luiss 'Guido Carli' di Roma.

Abbiamo avuto chance di apprezzarne le capacità in occasione del workshop promosso il 24 maggio scorso dall'Agcom alla Camera dei Deputati dedicato al diritto d'autore online, in qualità di collega relatore della sessione plenaria. In un articolo del 22 giugno, intitolato 'La sfida europea sulla tv pubblica', Giovanni Valentini, la firma antiberlusconiana per antonomasia de 'la Repubblica', così scriveva, in relazione alla prospettiva (maldestra) della privatizzazione Rai: «Se la comunicazione in generale, e quella televisiva in particolare, è "l'acqua della democrazia", allora bisogna concludere che il servizio pubblico dev'essere inteso e gestito come un "bene comune". E per restituirlo dunque alla sua originaria funzione pedagogica, secondo il modello europeo, va riformato, ristrutturato, rilanciato, non venduto né tantomeno svenduto: anche perché, come osserva in un paper Maurizio Mensi, professore di diritto dell'informazione e della comunicazione all'Università Luiss di Roma, "il canone non costituisce una specificità italiana" e poi "l'eventuale privatizzazione della Rai non comporterebbe affatto l'automatica soppressione del canone d'abbonamento", ma questo passerebbe eventualmente ai privati che subentrassero nella concessione». Si ricorda che Mensi è stato dal 1998 al 2005 Direttore del Servizio Giuridico dell'Agcom.

I membri del Comitato Media e Minori sono nominati con decreto del Ministro delle Comunicazioni, d'intesa con l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
La ricomposizione dell'organismo era attesa da oltre un anno e mezzo (il mandato era scaduto nel dicembre 2011 ed il Governo non aveva messo in atto i provvedimenti conseguenti) e tra i più convinti sostenitori dell'esigenza di riavvio delle attività del Comitato Media e Minori va ricordato il pugnace Remigio Del Grosso, già dirigente Telecom Italia, Segretario Nazionale della Lega Consumatori, e Vice Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom).

Nel gennaio del 2012, il past Presidente Franco Mugerli aveva manifestato un 'sos' all¹allora Ministro Passera, ma l'appello è caduto nel vuoto: Mugerli chiedeva a Passera di «rinnovare con urgenza l'organismo. Il 23 dicembre scorso si è concluso il mandato di un elevato numero di componenti e anche del presidente del Comitato, che non è più in grado di riunirsi e di far fronte alla quotidianità delle segnalazioni collegate alla programmazione televisiva». Silenzio assordante da Passera e Monti.

Il Codice, sottoscritto nel 2002 come atto di natura privata, è stato recepito in via legislativa dalla legge di sistema n. 112/04, trasfusa nel Testo Unico di cui al Decreto legislativo n. 177/05, come modificato dal Decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 44.
Si ricorda che la legge 3 maggio 2004 n. 112 obbliga tutte le emittenti, anche quelle che non hanno sottoscritto il 'Codice di Autoregolamentazione Tv e Minori', ad osservare tutte le disposizioni in esso contenute: le violazioni sono sanzionate dall'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni.
Il Governo Monti non aveva provveduto alla ricomposizione del Comitato, e ciò aveva determinato un ulteriore allentamento delle misure che dovrebbero tutelare la sensibilità delle persone psicologicamente più indifese e sensibili, in particolare gli adolescenti.

Il Comitato costituito da 15 membri effettivi, in rappresentanza, in parti uguali, delle emittenti televisive firmatarie del Codice, delle istituzioni, e degli utenti (questi ultimi su indicazione del Consiglio Nazionale degli Utenti presso l'Agcom).
Nel Comitato, i rappresentanti delle 'istituzioni' sono: Graziana Campanato (Presidente Corte d'Appello di Brescia, già presidente del Tribunale dei Minori di Venezia); Anna Serafini (senatrice Pd, Vicepresidente della Commissione Parlamentare per l'Infanzia); Emilia Visco (giurista, esperta in materia di tutela dei minori, già Direttore del Dipartimento Vigilanza e Controllo dell'Agcom); Bruno Geraci (in rappresentanza dei Corecom).

I rappresentanti delle 'associazioni di utenti' sono: Antonio Cotura, Mario Russo, Domenico Infante, Elisa Manna, Remigio Del Grosso.
I rappresentanti delle 'emittenti' sono: Maria Elita Lucchin, Gianfranco Noferi, Alessia Caricato, Filippo Rebecchini, Bianca Papini.

Il Vice Ministro allo Sviluppo Economico Antonio Catricalà ha dichiarato, in audizione di fronte alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati, il 2 luglio: «Con l'Agcom, in piena intesa con il Ministro Zanonato, si sono concordati i componenti della parte istituzionale, tutte persone di elevata esperienza giuridica e professionale. La nomina del Comitato è un primo passo per affrontare con responsabilità un tema di grande importanza».

Al Comitato è affidata l¹attuazione del 'Codice di Autoregolamentazione Tv e Minori'. Le competenze e i poteri del Comitato sono disciplinati dall'articolo 6.2 del Codice, che prevede: «Il Comitato, d'ufficio o su denuncia dei soggetti interessati, verifica, con le modalità stabilite nel regolamento le violazioni del presente Codice. Qualora accerti la violazione del Codice adotta una risoluzione motivata e determina, tenuto conto della gravità dell'illecito, del comportamento pregresso dell'emittente, nell'ambito di diffusione del programma e della dimensione dell'impresa, le modalità con le quali ne debba essere data notizia».

Il Comitato può inoltre ingiungere all'emittente, qualora ne sussistano le condizioni, di modificare o sospendere il programma o i programmi, indicando i tempi e le modalità di attuazione; ingiungere all'emittente di adeguare il proprio comportamento alle prescrizioni del Codice indicando i tempi e le modalità di attuazione.
Le delibere del Comitato vengono trasmesse per conoscenza all'Agcom. Se è stata accertata una violazione del Codice, il Comitato inoltra una denuncia circostanziata, accompagnandola con una dettagliata documentazione. L'Authority, ove sia il caso, può per legge irrogare sanzioni che vanno dal pagamento di una somma fino ­ addirittura ­ alla sospensione o alla revoca della licenza o autorizzazione a trasmettere.

Tecnicamente, così funziona il meccanismo: quando arriva una segnalazione al Comitato, comincia l'istruttoria. Può essere il caso di film o fiction 'nocivi' per i ragazzi andati in onda durante la giornata, di tg con immagini raccapriccianti, di reality volgari, persino di cartoni animati a rischio... I profili di violazione più spesso rilevati riguardano la violenza nelle sue varie forme, la volgarità, l'offesa alla dignità della persona. Se viene accertato che quanto trasmesso lede i ragazzi, il Comitato adotta una risoluzione. A questo punto, il testimone passa all¹Agcom, che ha il compito di “multare” le tv con sanzioni da 5mila a 20mila euro, ma può arrivare anche a 250mila euro. Tutta la procedura appare discretamente complessa e certamente burocratizzata, ma è evidentemente il risultato di una mediazione tra contrapposti interessi (i telespettatori, le emittenti, le istituzioni). Il Comitato è uno dei rari esempi di “controllo” del sistema delle comunicazioni di massa originato da un sistema di autoregolamentazione poi affiancato da una co-regolamentazione legislativa statale.

Nell¹ultimo anno di attività, il 2011, l'organismo ha accertato 62 infrazioni al Codice Tv e Minori. Arduo valutare la effettiva efficacia. In passato, l'azione del Comitato non sembra essere stata particolarmente significativa, e secondo alcuni ciò sarebbe stato determinato da un eccesso di accondiscenda dell'Agcom nei confronti delle emittenti, così come da un apparato sanzionatorio indebolito anche dal deficit del sistema di vigilanza.

Alcuni sostengono inoltre la necessità di estendere la competenza del Comitato, spostando il focus dalla televisione per estenderlo all'intero sistema dei media (come peraltro recita la denominazione stessa dell¹organismo): internet, telefonia, videogiochi...
Siamo convinti che già molto sarebbe, se il Comitato riuscisse a lavorare bene rispetto al medium tv, per contrastare la 'cattiva televisione': da telespettatori (e da genitori), osserviamo talvolta, anche nella fascia 'non protetta', programmi che sono veramente ignobili, assolutamente non rispettosi dei minori, così come della dignità delle donne e degli uomini.

Non si tratta ­ grazie agli dèi ­ di fenomeni dilaganti, ma di estrema ed inquietante intensità: come definire altrimenti uno degli show 'cult' (sic) di Mtv Italia, qual è “Geordie Shore”, in onda alle ore 21?! Un programma veramente... lurido (l'aggettivo è ficcante): uno pseudo-reality con ragazzi palestrati e ragazze discinte, palestra di giorno e feste di notte, con atteggiamenti che definire 'libertini' è riduttivo. Lungi da noi atteggiamenti moralisti, ma si tratta di un set “valoriale” veramente incredibile, una autentica porcheria, una cosmogonia classificabile come pornografia (culturale prima che iconica). E tutto va in onda semplicemente con il simpatico avviso: “Questo programma contiene un linguaggio forte”.

Si ricordi che qualche settimana fa s'è registrata una feroce polemica su un altro organismo, questo di più diretta 'filiazione' dell'Agcom, il Consiglio Nazionale degli Utenti: il 27 marzo, Luca Borgomeo, si è dimesso dalla presidenza del Cnu. Borgomeo, che era (e resta) anche Presidente dell¹associazione cattolica dei telespettatori, l'Aiart, ha dichiarato, per motivare le proprie dimissioni, che «c'è la convinzione, maturata sulla base di tante decisioni dell'Agcom, ultima l'archiviazione del procedimento su ''Chimica o Fisica'' di Rai4, che l'istituzione garante delle comunicazioni tuteli più gli interessi di Mediaset e Rai che non quelli dei cittadini. L'appannarsi del ruolo di garanzia in un settore nevralgico per lo sviluppo economico e sociale dell'Italia, come il sistema radiotelevisivo, non può non preoccupare le istituzioni, le associazioni che tutelano i telespettatori, le famiglie indignate per la mancata ricostituzione del Comitato Media e Minori, dovuta alle responsabilità del Governo e dell'Agcom.
La mia decisione vuole essere una richiesta all0'Agcom perché recuperi l'autorevolezza di un'istituzione realmente indipendente al servizio del Paese; vuole essere anche un modo per richiamare le forze politiche ed istituzionali alla necessità di riservare la giusta attenzione ai gravi problemi di un sistema radiotelevisivo ormai allo sfascio».

Almeno in parte, sembra che le dimissioni di Borgomeo siano servite a qualcosa, se hanno stimolato il riavvio delle attività del Comitato Media e Minori. Borgomeo, appresa la notizia della ricomposizione del Comitato Media e Minori ha dichiarato: «È positivo che sia risorto il Comitato. Ora avrà molto lavoro arretrato, perché le violazioni sono quasi giornaliere. Ma è normale che sia rimasto fermo 18 mesi?». No, caro Borgomeo, non è normale, ma è evidente che l'Italia ­ e per vicende di ben maggiore importanza ­ continua a rivelarsi un Paese... 'non normale'.

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