Sarà Romani, come previsto, a occuparsi delle questioni inerenti la Radio e la Tv all’interno del Ministero dello Sviluppo Economico di Scajola. Per ora, non da viceministro ma solo da sottosegretario.
Come ha scritto 'Repubblica', «trentasette sottosegretari, nessun viceministro. Ma una piccola squadra personale a palazzo Chigi dove Berlusconi si ritaglia una formazione di otto sottosegretari alla Presidenza del Consiglio. Berlusconi s'arrabbia e fa come dice lui: se An non vuole fare un passetto indietro e la Lega a modo suo punta i piedi, allora si fa come vuole il Cavaliere. Cioè non si nominano i viceministri.
Le trentasette caselle mancanti per completare la squadra vengono tutte riempite ma al tempo stesso "retrocesse" al rango di sottosegretari. Se ne riparla, forse, "a subito prima o subito dopo l'estate" assicurano fonti di palazzo Chigi. "Dovremo allargare la squadra", assicura Umberto Bossi. "Succederà molto presto" -aggiunge Elio Vito».
Senza addentrarci in altre cronache di stretto interesse politico, diremo che al Ministero dello Sviluppo Economico sono stati nominato tre sottosesegretari: dei tre, Paolo Romani, come largamente preannunciato, esponente di Forza Italia, si occuperà di comunicazioni, ereditando buona parte delle competenze dell'ex Ministero (non è ancora chiaro invece come saranno 'inquadrati' d'ora in poi gli Ispettorati locali). Romani sarà, per ora, sottosegretario, forse poi viceministro e avrà le deleghe da Scajola, che pure aveva fatto capire di non voler rinunciare completamente ai suoi poteri di ministro in un campo così importante (e determinante anche ai fini dell'ipotizzato dialogo con l'opposizione).
Certo è che su questa materia ora tutto il potere ce l'ha Forza Italia e saranno quindi uomini politici vicini a Berlusconi a 'condurre le danze' su questioni di tale rilievo, dove occorrerà dimostrare con i fatti (e non sarà facile, ovviamente) che il conflitto d'interesse non è più un ostacolo a una gestione 'equilibrata' della materia.