Parte l’“Osservatorio elettorale” di Millecanali

Iniziamo una rubrica periodica on line che ci accompagnerà fino alle vicine ma anche attesissime elezioni politiche e regionali. In questo primo ‘punto della situazione’ incentriamo l’analisi sulle strategie comunicative messe in campo in queste settimane dai ‘grandi partiti’ e dai loro leader.

Non proprio sexy e con addosso inesorabili segni del tempo. Sono i tratti di questa campagna elettorale, che conferma in linea di massima le solite drammaturgie del passato. Archiviata la corsa al deposito dei simboli al Viminale, tra poco lo scontro mediatico si sposterà sulle firme per la presentazione delle liste e poi sui sondaggi. Adesso, invece, a parte le solite schermaglie quotidiane, è il momento della Par Condicio.

Il dibattito è acceso, sebbene a tratti sotterraneo, ma non è riuscito a produrre nulla di nuovo, eccetto la riesumazione delle Tribune sulla Tv di Stato. Finalmente ci siamo liberati del costante richiamo mediatico alle 'piazze' ma è anche sparita, qualora fosse mai comparsa a dovere, anche la parte reale del Paese. Nel contempo, però, sono nati ben due programmi di approfondimento politico: 'Leader', RaiTre, e 'Italia Domanda', di lettiana memoria, a cura del Tg5, che colma una carenza di casa Mediaset.

In genere le porte della Televisione sono rimaste aperte per gli slogan e i tatticismi politici funzionali alla conquista degli indecisi. Tanto per intenderci, le conseguenze pratiche sulla programmazione del Regolamento approvato dalla Commissione di Vigilanza ai primi di gennaio sono ancora da decifrare. Infatti, il documento è in fase di (ri)elaborazione nella parte più succulenta, che è relativa al confronto Tv tra i candidati premier.

L'evento, come una stella cometa, non si verifica da ben sette anni ed è al vaglio dei Vertici Rai. Per sapere se questa sarà la volta buona dobbiamo aspettare la prossima riunione della Vigilanza, in programma il 22 gennaio, quando si deciderà anche sugli spostamenti di programmi serali (qualcosa già si è visto e speriamo non si cancelli nulla).

L'Agcom, invece, dopo la sua delibera di dicembre, ha lanciato l'allarme sullo squilibrio delle presenze dei leader politici nei Tg. 'Mancano le sanzioni', ribattono molti osservatori che si stanno misurando sul punto. Altri lamentano la sottorappresentazione dei piccoli partiti, tanto criticati dal PDL.
Alcune testate come 'Studio Aperto' e 'Tg4', tendenzialmente 'allergiche' al PD, sono finite nella lista nera, mentre le istituzioni - Vigilanza in primis - hanno bacchettato ad personam Mario Monti per la sua corsa nell'etere intrapresa a dicembre. Dopo due ospitate in 15 giorni a 'Uno Mattina' è arrivato lo stop per l'Arena di Giletti del 6 gennaio e l'imposizione di discernere i propri impegni in base alla doppia veste di presidente del consiglio dimissionario oppure di candidato a Palazzo Chigi.

Intanto, l'ex docente della Bocconi prosegue nel confronto dialettico con gli altri leader. Dall'ultima tappa a 'Porta a Porta' è arrivato l'epiteto di 'pifferaio' all'indirizzo di Berlusconi spingendo diversi osservatori a tirare in ballo la questione della metamorfosi linguistica del Professore. In realtà la notizia è un'altra. Il suo entourage ha annunciato per il fine settimana l'avvio ufficiale della campagna elettorale (da Bergamo, epicentro della Lega). La cosa disorienta perché è come non fosse successo nulla dalla conferenza stampa di fine anno ad oggi. Ma tant'è.

Lo staff, guidato dalla portavoce Elisabetta Olivi, è in procinto di traslocare da Palazzo Chigi. La prima questione da risolvere pare essere di natura organizzativa e riguarda il raccordo operativo con i vari gruppi, non solo Udc e Fli, che compongono il movimento. Nel contempo c'è da mettere a punto anche la strategia comunicativa che passerà anche attraverso i social media e che sarà basata certamente su tre pilastri: la spiegazione del programma, con la ricetta del rilancio anche a livello internazionale; i messaggi politici al Centro-Sinistra, incentrati sul riformismo, in vista del ruolo di prezioso ago della bilancia dopo il voto; l'affondo al Centro-Destra, che si conferma sempre particolarmente denso, a partire dal tema dei moderati.

Silvio Berlusconi, infatti, non perde occasione per attaccare il premier dimissionario e le altre formazioni minori accusate di portare acqua al mulino del PD. Ovviamente sin dal primo momento, l'azione comunicativa del PDL si è concentrata in modo massiccio in Televisione. Il Cavaliere ha detto che bisognava recuperare lo spazio guadagnato dal Centro-Sinistra con le primarie. Così, a dicembre, proprio per spiegare agli italiani le ragioni del sesto ritorno in campo, Berlusconi ha partecipato a 'Domenica Live', 'Quinta Colonna' e 'Porta Porta' in tre giorni consecutivi. Un ritmo serrato proseguito anche nelle settimane successive che ha spinto l'ex premier a passare da RTL e 'Radio Anch'io' - Monti è transitato da Radio Monte Carlo - e nelle Tv locali, tipo Italia 7 e Umbria Tv.

All'apice del percorso c'è stata la tappa a 'Servizio Pubblico', che ha fruttato qualche punto nei sondaggi al PDL (vedi la nostra analisi dei giorni scorsi). Sul tema si è dette e scritto tanto ma vale la pena di ribadire che per Berlusconi sono state tutto sommato contenute le difficoltà incontrate nella 'fossa dei leoni'. In cambio ha servito su un vassoio d'argento un risultato senza precedenti a livello di share - per gli standard di La 7 - al conduttore Santoro (il quale non può che ringraziare visto che una parte del suo stipendio è legato proprio alla performance di ascolti). Merito anche dello staff di Berlusconi che ha saputo negoziare i termini dell'accordo?

Di certo la linea mediatica resta aggressiva e, oltre agli attacchi, il tema dei sondaggi e dell'accanimento delle Procure si lega ai gesti mediatici che puntellano le sue uscite. Il tutto nel tentativo di esorcizzare i punti deboli: i problemi di coalizione - vedi caso Lazio - la questione della candidatura a Palazzo Chigi e l'isolamento internazionale, soprattutto nell'ambito del PPE.

La presenza di Monti in campo ha 'alleviato' il compito di Bersani, quantomeno nel dividersi gli attacchi del Centro-Destra. Le primarie e le parlamentarie, oltre alla visibilità mediatica, hanno consentito al Partito Democratico di risolvere la dialettica interna e di presentarsi all'opinione pubblica a carte scoperte e con largo anticipo rispetto a tutti gli altri. Questo, inoltre, ha permesso l'avvio 'rilassato' del battage personale del segretario che comunque, tra le altre cose, ha chiarito i termini della collaborazione con i centristi, criticato le scelte degli stessi in Lombardia e difeso Vendola e Fassina dalle osservazioni di Monti.

Nell'ultima settimana, però, è arrivata l'accelerata. Il Pd ha dato il via ufficialmente alla campagna elettorale oggi, giovedì 17 (puntando sulle regioni in bilico e sulle alleanze internazionali con un evento a Torino i primi di febbraio per consacrare l'appoggio dei progressisti europei), e già dopo le feste natalizie, Bersani ha intensificato le sue partecipazioni ai talk. Il 7 era ospite di ,Otto e Mezzo,, il 10 di ,Porta a Porta,, il 16 ha inaugurato 'Italia Domanda' a Canale 5. Due giorni prima è stata la volta di 'Ballarò', dove il segretario del PD nel corso dell'intervista con Floris ha puntato molto sull'ironia e sull'autoironia facendo addirittura il verso alle imitazioni di Crozza.

Un atteggiamento 'studiato' a tavolino? Vedremo se ci saranno altri segnali del genere anche nei confronti diretti con gli altri leader.

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