Per i bambini di Rignano è burrasca su Mimun

A pochi giorni dal suo insediamento al Tg5, il direttore Clemente Mimun è già nell’occhio del ciclone, sotto inchiesta da parte della procura di Tivoli insieme alla giornalista Anna Boiardi, per “pubblicazione arbitraria di atti di cui è proibita la divulgazione”. Mercoledì 18 luglio il Tg5 delle 20 ha trasmesso un video con le immagini della perizia effettuata dai gip di Tivoli sui quattro bambini vittime di presunti abusi nella scuola di Rignano Flaminio (si trattava di colloqui tra gli psicol…

A pochi giorni dal suo insediamento al Tg5, il direttore Clemente Mimun è già nell'occhio del ciclone, sotto inchiesta da parte della procura di Tivoli insieme alla giornalista Anna Boiardi, per "pubblicazione arbitraria di atti di cui è proibita la divulgazione".

Mercoledì 18 luglio il Tg5 delle 20 ha trasmesso un video con le immagini della perizia effettuata dai gip di Tivoli sui quattro bambini vittime di presunti abusi nella scuola di Rignano Flaminio (si trattava di colloqui tra gli psicologi e gli stessi bambini). Nel video, i bambini, nonostante non si vedano di fronte, sarebbero comunque riconoscibili e quindi sarebbero state violate una serie di norme e dispositivi che vanno dalla Carta di Treviso al Codice di autoregolamentazione Tv e minori, al Testo Unico della Radiotelevisione, oltre ad aver compiuto un atto che potrebbe falsare l'inchiesta in corso.

A muoversi non è stata solo la magistratura di Tivoli. Primi a protestare i genitori dei bambini coinvolti, già provati dal fatto di cronaca che ha riguardato i loro figli. Una parte del mondo della politica, ricordando il caso di Gad Lerner (che diede le dimissioni dalla direzione del Tg1 dopo un fatto simile, che riguardava immagini di pedofilia), hanno immediatamente chiesto la testa di Mimun e al contempo si sono mosse l'Autorità per le garanzia nelle comunicazioni, che ha aperto un'istruttoria "per verificare la possibile violazione del Codice di autroregolamentazione Tv e minori" e il Garante per la Privacy Francesco Pizzetti, che ha vietato a "Mediaset la diffusione di dati personali concernenti i bambini della scuola di Rignano Flaminio".

Il guardasigilli Clemente Mastella e Pierferdinando Casini si sono invece schierati a difesa della "poltrona" di Mimun e così pure come lo stesso Fedele Confalonieri, che ha definito "assurdo parlare di dimissioni". Carlo Rossella, predecessore di Mimun, difende a sua volta il nuovo direttore in nome del diritto di cronaca, mentre il senatore Gianfranco Rotondi ha addirittura parlato di "scoop per il quale bisognerebbe complimentarsi" (davvero un po' troppo, ci pare, si tratta di bambini).

Nessuna parola su come il video sia "sfuggito" dalle mani degli inquirenti per arrivare a Mediaset.

Mimun si è difeso sostenendo che "Il Tg5 ha trasmesso un servizio in cui si spiegavano le modalità dell'incidente probatorio; non si faceva riferimento ad alcun dettaglio dei contenuti dei colloqui tra i bambini e gli psicologi; si vedeva l'ambiente dei colloqui, con un tavolo simile a un banco di scuola, un blocco da disegno e dei giocattoli sul pavimento e non si mostrava alcuna immagine in cui i piccoli potessero essere riconosciuti. Questo è quanto".

In difesa del direttore anche la nota emanata dal Cdr del Tg5.

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