Perché chiudere le piccole Tv d’autorità?

Ma a chi davano fastidio piccole Tv come Telepontedilegno, Televallassina, Telemonteneve, a cui è stato intimato dal Ministero di spegnere immediatamente gli impianti senza alternative? Eppure nelle loro zone ci sono frequenze libere. Un caso assurdo, anche secondo Aeranti-Corallo.

Ecco il comunicato diffuso da Aeranti-Corallo:

«Nei giorni scorsi si è concluso il procedimento previsto dai bandi del Ministero dello Sviluppo Economico del 5 settembre 2012 e dalla delibera Agcom n.265/12/CONS per la riassegnazione delle frequenze per le trasmissioni digitali terrestri da parte delle Tv locali nelle Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Campania.

Al riguardo l'avv. Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, ha dichiarato: “Aeranti-Corallo esprime un giudizio assolutamente negativo sulle scelte e sulle relative modalità attuative operate dal Ministero nel corso dell'anno 2012. Tali scelte e tali modalità attuative hanno, infatti fortemente penalizzato il comparto televisivo locale, con evidenti conseguenze sul pluralismo e sulla concorrenza nel settore”.

“Il Ministero - ha aggiunto Rossignoli - non ha, peraltro, assegnato (diversamente da come ha fatto in molte delle regioni in precedenza digitalizzate attraverso i bandi di gara) eventuali frequenze rimaste inutilizzate, ai soggetti collocati in graduatoria, con posizione successiva a quella del numero delle frequenze complessivamente disponibili.
È così accaduto che alcune Tv locali operanti in aree radioelettricamente isolate (come, tra le altre, Televallassina, operante nel territorio compreso tra le province di Como e di Lecco; Telemonteneve di Livigno; Telepontedilegno operante in Valcamonica; Tele Boario operante tra le valli bresciane e quelle bergamasche), dove vi sono frequenze pianificate non utilizzate, non abbiano ricevuto l'assegnazione frequenziale”.

“Occorre, peraltro, considerare - ha aggiunto Rossignoli - che tali emittenti in molti casi, non possono neppure realizzare il must carry poiché nelle zone ove facevano servizio spesso non operano altre Tv
locali.
Riteniamo - ha concluso Rossignoli - che il Ministero debba dare soluzione alla problematica, provvedendo al più presto alle suddette assegnazioni”».

Dopo aver procurato tanti danni a piccole Tv che erano (e speriamo tornino ad essere presto) espressioni di comunità locali, magari operanti da decenni, si spera dunque che finalmente il Ministero da questo orecchio cominci a “sentirci”.

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