L’Agcom in pieno agosto rende nota una revisione del piano di assegnazione delle frequenze concordata con il Ministero per la Tv digitale terrestre che sembra di nuovo penalizzante per l’emittenza locale. Previsti numerosi ricorsi davanti il Tar. Mediaset ‘converte’ il quinto multiplex.
L'associazione Aeranti-Corallo ha pubblicato un'attenta analisi della questione:
“Con delibera n. 451/13/CONS del 18 luglio u.s., pubblicata in data 1° agosto, l'Agcom ha pubblicato la Revisione del Piano di assegnazione delle frequenze per il servizio televisivo terrestre in tecnica digitale per le reti nazionali di cui alla delibera n. 300/10/CONS. Tale revisione è avvenuta a seguito dell'annullamento del c.d. “beauty contest” e del successivo provvedimento dell'Agcom (delibera n. 277/13/CONS, con la quale vengono fissate le regole per l'asta delle frequenze per la tv digitale terrestre per tre reti del dividendo interno) che prevede, tra l'altro, l'attribuzione dei canali 57, 58, 59 e 60 (facenti parte della banda 700 MHz) ai servizi mobili Lte entro il 2016 (in alcune regioni il canale 59 è attualmente utilizzato dall'emittenza locale).
La delibera n. 451/13/CONS riduce da 25 a 22 il numero delle reti nazionali ed esclude dalla pianificazione i canali 57 (sostituito progressivamente dal 54) e 58 e preannuncia la dismissione, entro il 2015, dei canali 59 (utilizzato dalle tv locali in molte aree) e 60, sostituito progressivamente dal 55 (Telecom ha iniziato lo spostamento in questi giorni in Sicilia; N.d.R.). La delibera prevede, inoltre, che i provvedimenti di assegnazione dei diritti di uso delle frequenze vengano adeguati con l'indicazione dei vincoli radioelettrici che devono essere rispettati dall'operatore di rete, insieme rappresentato dai punti di verifica (PDV) territoriali (riportati all'allegato 2 della delibera) con i relativi valori dell'intensità di campo elettrico cumulativo che non possono essere superati dalle reti realizzate da ciascun operatore.
La delibera prevede, altresì, rilevanti limitazioni nell'esercizio di alcune frequenze assegnate alle tv locali, al fine di assicurare la protezione del mux 1 della Rai nelle regioni adiacenti.
AERANTI-CORALLO esprime un giudizio assolutamente critico su tale provvedimento di revisione del Pnaf. Infatti:
- la sottrazione dei canali 57-60 (tra i quali il canale 59, utilizzato dalle tv locali) alla radiodiffusione televisiva non trova, allo stato, alcun riscontro nel Piano nazionale di ripartizione delle frequenze o in altre normative nazionali e internazionali;
- un terzo delle risorse radioelettriche che non verranno più poste all'asta, avrebbe dovuto essere reso disponibile - in ossequio alla riserva di legge a favore delle tv locali - per la risoluzione delle problematiche interferenziali che affliggono le stesse tv locali nelle aree di confine tra le diverse regioni;
- i vincoli radioelettrici imposti alle emittenti locali che operano su
frequenze regolarmente assegnate) utilizzate dal mux 1 della Rai in regioni adiacenti (al fine di assicurare protezione interferenziale alle trasmissioni del servizio pubblico), limitano, in modo inaccettabile, l'esercizio dell'attività di tali emittenti locali.
In relazione a tutto ciò, è certo che si sviluppi un ampio contenzioso davanti il Tar Lazio, sia con riferimento alla delibera Agcom n. 451/13/CONS di revisione del Pnaf, sia con riferimento all'accordo procedimentale sottoscritto il 1° agosto u.s. tra il Ministero, l'Agcom e la Rai per regolare il percorso di completamento della rete di piano del servizio pubblico radiotelevisivo regionalizzato di cui al mux 1 della concessionaria pubblica”.
Proprio su quest'ultimo punto, fra gli altri, ha pubblicato un attento articolo il collega Marco Mele su 'Il Sole 24 Ore':
“L'Agcom ridisegna il Piano di assegnazione delle frequenze televisive terrestri digitali. L'accordo, siglato… tra il Ministero dello Sviluppo, la Rai e la stessa Agcom, era la condizione per pubblicare la delibera, approvata il 18 luglio.
Il nuovo Piano ridurrà progressivamente a 22 il numero delle frequenze televisive nazionali, lasciandone quattro, dal canale 57 al 60 della banda UHF, a partire dalla fine del 2015, a disposizione della banda larga mobile e quindi di una futura seconda gara riservata agli operatori telefonici.
Il mux 1 della Rai, quello di servizio pubblico, da tempo ricevuto in modo imperfetto, avrà un "livello di protezione dalle interferenze adeguato a garantire alla Rai di poter raggiungere la copertura prevista dal Contratto di servizio pubblico (peraltro quello scaduto nel 2012, ndr)".
La Rai riconsegnerà il canale 11 della banda VHF e avrà frequenze in banda UHF per il suo multiplex di servizio pubblico, che sarà regionalizzato. Il tutto andrà a regime entro il 31 dicembre 2016. Per questo motivo, alcuni canali limitrofi a quelli assegnati alla Rai (il 24 e il 32 della banda UHF sul versante adriatico, ad esempio) "possono trovare limitazioni significative".
Il quinto multiplex della Rai avrà i canali 5 e 9 della banda VHF. Fatto salvo quanto avverrà in sede di coordinamento delle frequenze con gli Stati confinanti: la Francia, ad esempio, chiede di utilizzare il canale 11 della banda VHF nel Lazio. Questo comporterà "una modesta variazione di uno dei multiplex da mettere in gara".
A Mediaset, viste le interferenze con Malta sul canale 38, per il quale l'Agcom ratifica la conversione dallo standard Dvb-h, ormai fallito, al Dvb terrestre, si propone di impiegare in cambio il canale 24 non più utilizzato per le reti da mettere in gara. Il canale 56 UHF, dove sono i canali Mediaset Premium, causa interferenze con Malta, sarà sostituito dal canale 54, per ora solo in Sicilia. Nel resto d'Italia il canale 54 è assegnato al gruppo Espresso al posto del 33, in attesa di coordinamento internazionale, ma anch'esso "va tutelato dalle interferenze".
Al posto del canale 60 UHF, soggetto a interferenze "causate dai sistemi mobili LTE in via di dispiegamento”, TiMedia avrà il canale 55, mentre ReteCapri dovrebbe passare dal 57 al 54 della banda UHF.
Sono state sostanzialmente ignorate le richieste delle tv locali e le proteste delle radio per il canale VHF sottratto allo standard DAB (l'Agcom risponde: acquisire il canale 13 della Difesa). Né l'Agcom risponde a chi ha sottolineato come la riduzione a 22 reti nazionali, con l'eliminazione del vincolo per il Dvb-h, 'aumenti ancor più lo sbilanciamento' a favore dei 'competitori più forti che restano titolari di cinque reti" rispetto alle tre di TiMedia e alle una o due degli altri operatori'”.
Per chi poi sulla questione del quinto multiplex Mediaset 'convertito' avesse ancora dei dubbi, Radiocor in agosto ha diffuso la seguente nota d'agenzia:
“Mediaset porta a cinque le sue frequenze tv del digitale terrestre, il massimo consentito dalla normativa vigente. È quanto indicato nella relazione semestrale consultata da Radiocor. Il gruppo di Cologno Monzese ha ottenuto infatti il via libera del ministero dello Sviluppo per trasformare alla tecnica digitale la frequenza già in suo possesso che inizialmente avrebbe dovuto essere utilizzata per la tv sui telefoni cellulari.
"In data 27 giugno 2013 il ministero dello Sviluppo Economico - si legge nel documento - a seguito del parere positivo dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha autorizzato Elettronica Industriale alla conversione dalla tecnica DVB-H alla tecnica DVB-T del multiplex denominato Mediaset 3".
La "quinta frequenza" Mediaset è stata negli ultimi anni al centro di un ampio dibattito, anche politico e non solo nel mondo della comunicazione, soprattutto in relazione al beauty contest con cui l'ultimo governo Berlusconi intendeva assegnare le frequenze tv del dividendo digitale.
Da una parte infatti c'era la possibilità che Mediaset, così come Rai, prendesse parte a tale beauty contest (poi annullato) per acquisire ulteriori frequenze di trasmissione oltre alle quattro già possedute, dall'altra - in base al recepimento della normativa Ue sulla neutralità tecnologica - si apriva per Mediaset (ma anche per Rai) l'opportunità di convertire le frequenze Dvb-H dei telefonini alla tecnica digitale.
L'annullamento del beauty contest e la determinazione del regolamento di gara per l'asta sulle frequenze (non ancora iniziata) che fissa in cinque il tetto di multiplex massimo per un singolo operatore ha di fatto tagliato fuori Mediaset e Rai dalla procedura e suggerito al gruppo di Cologno Monzese di avviare immediatamente la conversione dell'ultimo multiplex a disposizione”.