Polemiche sulle decisioni dell’Authority

Cheli accerta la violazione della legge ma rinvia le sanzioni e non accoglie il concetto stesso di “posizioni dominanti”. Il compromesso adottato dall’Authority sullo spinoso problema provoca polemiche. La parola al Parlamento.

Abbiamo visto ieri la decisione, finalmente tempestiva e anche logica (vista la situazione effettiva della Tv in Italia), dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni di Enzo Cheli: accertamento dell'effettivo perdurante superamento del limite del 30% delle risorse del mercato televisivo da parte di Rai e Mediaset nel triennio 1998-2000; "richiamo formale" a Rai, Rti (Mediaset) e Publitalia 80, concessionaria che da sola "occupa" circa il 37% del mercato pubblicitario; nessun ricorso alla "scappatoia" dello "sviluppo naturale" dei due gruppi sul mercato per giustificare la situazione (come era invece accaduto in una precedente occasione) ma anche mancata adozione di sanzioni immediate; avvio di una nuova analisi sul triennio 2001-2003, da concludersi entro il 30 aprile 2004, al termine della quale comminare le sanzioni di cui sopra, per ora solo "rinviate"; attesa per le decisioni conseguenti alla sentenza della Corte Costituzionale dello scorso anno che "condanna" Rete 4 al satellite e RaiTre alla rinuncia alla pubblicità entro il 31 dicembre, ma (implicitamente) anche del varo da parte del Parlamento della legge Gasparri.

Una decisione che dice e non dice, dunque, frutto di un chiaro compromesso e che ha anche dovuto essere "rivista" all'ultimo momento per poter ottenere il previsto voto della maggioranza dei Commissari dell'Authority: dal testo finale è così sparito il concetto stesso di "posizioni dominanti" di Rai e Mediaset, anche se resta appunto la constatazione del superamento della soglia prevista del 30%.

Cheli e il relatore del provvedimento Vincenzo Monaci si sono affannati a dire che il richiamo formale è un provvedimento molto serio e che le sanzioni (interventi sui contratti pubblicitari e addirittura eventuali vendite coattive) potranno in futuro essere effettivamente comminate, ma non hanno potuto evitare le dure critiche soprattutto dell'Ulivo e di Francesco Di Stefano di Europa 7 per la "timidezza" (non nuova, verrebbe da dire) dei provvedimenti presi.

Sullo sfondo resta la durissima battaglia in corso in Parlamento sulla "Gasparri" e sulle nuove regole del settore televisivo, che potrebbero modificare, di qui al 2004, lo scenario in cui si è mossa finora l'Authority, salvando così ancora una volta il Duopolio. L'alternativa è arrivare entro fine anno all'effettivo invio di Rete 4 sul satellite e alla trasformazione di RaiTre.

Ma ecco che Petruccioli (Ds, presidente della Commissione di Vigilanza) ha prospettato un tentativo di compromesso che - novità delle novità - congelerebbe la situazione per altri 18 mesi, naturalmente in attesa del digitale. Insomma non tutti, anche a sinistra, credono che a fine 2003, si farà sul serio...

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