Polonia, la legge sui media che imbavaglia la stampa

Il presidente polacco Andrzej Duda ha firmato la legge sui media voluta dal partito di destra al governo del leader Jaroslaw Kaczynski, la forza ultranazionalista ed euroscettica Diritto e giustizia, che nelle scorse settimane è stata oggetto di un aspro scontro con l’Unione europea e causa di pesanti proteste interne e internazionali.

La nuova legge rafforza la posizione di controllo del governo polacco sui mezzi di comunicazione; prevede l’immediata sospensione di tutti i membri delle direzioni nonché dei consigli d’amministrazione dei media pubblici. I nuovi responsabili saranno nominati dal ministro del Tesoro. Per protesta dal 1° gennaio Polskie Radio, la radio pubblica polacca, trasmette ogni ora l’inno europeo (l’Inno alla gioia di Beethoven) alternato con l’inno nazionale. È “l’ultimo modo che ci rimane per avvertire i nostri ascoltatori della minaccia per la libertà di parola” diceva un comunicato. Il mattino di Capodanno si sono dimessi anche i direttori della tv pubblica, la Tvp, mentre dalle redazioni di Varsavia e Cracovia nessuno parla, se non in forma anonima: “I giornalisti rimasti ai loro posti hanno paura, è il ritorno della censura pre 1989. Chi si oppone al governo salta”.

L’approvazione della nuova legge sui media ha spinto la Commissione europea ad aprire in dossier sulle condizioni dello stato di diritto a Varsavia. Bruxelles non ha ancora ricevuto le risposte del governo polacco alle richieste di chiarimenti, inviate nelle scorse settimane dal vicepresidente Frans Timmermans, ma il presidente Jean-Claude Juncker è cauto sulla possibilità che venga avviata una 'procedura di infrazione'. La Commissione si riunirà per analizzare il dossier il prossimo 13 gennaio.

(immagine www.varsavia.info)

Pubblica i tuoi commenti