Presentato il Rapporto e-Family 2007

C’è un’Italia che ha grande fame d’innovazione, dimostra di saper accompagnare l’evoluzione del mercato delle nuove tecnologie e di essere disposta a impegnare importanti risorse familiari per dotarsi di nuovi prodotti tecnologici o di usufruire di servizi avanzati. Sono le famiglie digitali italiane, arrivate ormai a quota 60% della popolazione, spinte ad appropriarsi dei vantaggi dell’innovazione tecnologica dai figli in età scolastica e dal livello di istruzione e attività lavorativa dei comp…

C'è un'Italia che ha grande fame d'innovazione, dimostra di saper accompagnare l'evoluzione del mercato delle nuove tecnologie e di essere disposta a impegnare importanti risorse familiari per dotarsi di nuovi prodotti tecnologici o di usufruire di servizi avanzati. Sono le famiglie digitali italiane, arrivate ormai a quota 60% della popolazione, spinte ad appropriarsi dei vantaggi dell'innovazione tecnologica dai figli in età scolastica e dal livello di istruzione e attività lavorativa dei componenti. Ma vi è anche quel 40% di popolazione italiana che continua a rimanere indietro. Sono le persone anziane, le casalinghe e coloro che non conoscono la lingua inglese, che hanno grandi difficoltà ad avvicinarsi al mondo delle nuove tecnologie. È questa, in sintesi la fotografia della popolazione italiana che offre il Rapporto e-family 2007, presentato a Roma da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici e da ANIE, Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche.

Secondo l'indagine, giunta alla sua settima edizione, nel 2006 nelle case degli italiani è avvenuto il boom dei collegamenti a banda larga a tariffa fissa, passati da 1,5 a 3,7 milioni, sono entrati oltre 2,5 milioni di nuovi Pc, per la maggior parte portatili, 1,3 milioni di nuove fotocamere digitali, 800.000 nuove stampanti multi-funzione, senza contare i 5 milioni di nuovi utenti di cellulari di terza generazione Umts. È la dimostrazione che esiste una dimensione familiare italiana molto vivace, fortemente orientata verso l'innovazione e allineata agli standard internazionali nell'utilizzo delle nuove tecnologie. Anzi, addirittura prima nel mondo nel caso dell'utilizzo di cellulari e degli Umts.

"Il Rapporto e-Family - ha commentato Alberto Tripi, presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici - indica come il processo per la costruzione della cosiddetta società della conoscenza, che rappresenta l'obiettivo della politica europea varata a Lisbona per rendere competitiva l'Ue, in Italia si configuri come un fenomeno che riceve il maggior impulso proprio dal basso. Cioè da quella larga fetta di popolazione, ormai maggioritaria, che, investendo sulle innovazioni tecnologiche ritenute utili, scavalca così arretratezze strutturali, politiche e culturali del nostro paese".

"E' questo ormai un tratto sempre più caratteristico nel processo di sviluppo dell'innovazione in Italia - ha concluso Tripi - , di cui i decisori della politica e dell'economia non possono non tener conto. Vi è, infatti, una domanda di tecnologie e servizi innovativi potenziale molto ampia e matura, a cui bisognerà rispondere rafforzando il processo di liberalizzazione del settore dei servizi. Allo stesso tempo occorreranno programmi ad hoc per superare il digital divide. Il processo di digitalizzazione del Paese deve, infatti, essere inclusivo di tutte le categorie di cittadini e consentire a quella parte di popolazione che oggi ne è esclusa, soprattutto per motivi di età, di appropriarsi dei vantaggi delle nuove tecnologie".

Da parte sua, Guidalberto Guidi, Presidente della Federazione ANIE, ha rilevato come il Rapporto e-Family 2007 "confermi una tendenza già in atto da qualche tempo e in continua crescita: la spiccata propensione del consumatore italiano all'acquisto di prodotti di elettronica di consumo tecnologicamente evoluti. Una evidenza, questa, dai rilevanti risvolti sociali, se si pensa alla pluralità e all'accessibilità di tali strumenti, che permettono una diffusione ampia e senza barriere di informazioni e cultura. Il caso delle Tv a schermo piatto è emblematico: nel 2007 si prevede che gli acquisti di flat tv da parte delle famiglie italiane raggiungeranno per la prima volta quelli degli apparecchi tradizionali a tubo catodico".

A tale riguardo Guidi ha affermato di ritenere prioritario lo sviluppo dei contenuti che "deve andare di pari passo con l'evoluzione dei prodotti, per consentire la piena integrazione - in un unico terminale - delle diverse piattaforme digitali oggi disponibili. Parimenti, è importante che gli edifici di nuova costruzione siano già in partenza attrezzati per accogliere le innovazioni tecnologiche, senza dover prevedere successivi adeguamenti delle strutture".

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