Presentato il primo festival ufficiale di web series in Italia: si chiamerà “Roma Web Fest” e avrà luogo in settembre.
Si è tenuta venerdì 10 maggio a Roma, presso la sede dell'Anica in viale Regina Margherita, la conferenza stampa di presentazione del “Roma Web Fest”, che si propone come “primo festival ufficiale italiano dedicato alle web series”. L'iniziativa si terrà a Roma dal 27 al 29 settembre, presso il Teatro Golden. La manifestazione è patrocinata, oltre che dall'Anica, dalla Regione Lazio, dalla Dg Cinema del Mibac, e soprattutto dalla Roma Lazio Film Commission.
A presentarlo, in una sala ben gremita, Janet De Nardis, ideatrice del progetto insieme a Massimiliano Gigliucci e numerosi “attori” del mondo della serialità sul web… dai protagonisti di “Super G”, Franco Montanari e Riccardo De Filippis, al direttore creativo di “Flop Tv” Michele Ferrarese (produttore della serie), ad Annalisa Vacca, di Radio Rai Web (conduttrice del programma radiofonico dedicato alle web series “Fuori serie”), con la partecipazione dei famosi Manetti Bros. Si ricorda che i Manetti sono pionieri, con “Scum. The web series” (che risale addirittura al 1998), della serialità sul web in Italia e tra i primi nel mondo, ma sono altresì autori di centinaia di videoclip musicali e registi eterodossi del “cinema cinema”: nel 2000, “Zora la vampira” (con Carlo Verdone); nel 2005, “Piano 17” (thriller costato 70.000 euro e girato in digitale, ambientato per la maggior parte dentro un ascensore); nel 2011, portano alla Mostra del Cinema di Venezia “L'arrivo di Wang”; nel 2012, si sperimentano nel genere horror con “Paura 3D”.
Nel corso della conferenza, durante la quale sono stati mostrati i trailer di due prodotti seriali della rete, “Super G” e “The Pills”, sono emerse molte tematiche, talvolta in contrasto tra loro. Se, da una parte, il web è stato presentato come “territorio” ideale, ovvero piattaforma adatta allo sviluppo di nuove idee, che consente una maggiore libertà espressiva perché meno imbrigliato negli schemi classici della tv generalista (dalla quale - è stato più volte ribadito - il target giovanile è fuggito), dall'altra ci si è posto il problema di come poter alimentare queste produzioni, rendendo quindi anche il web una costola dell'industria audiovisiva. In effetti, per ora, nessun concreto “modello di business” appare all'orizzonte.
È stato rivendicato il ruolo e la centralità della rete come nuova piattaforma, ovvero come piattaforma alternativa a quelle distributive classiche, piuttosto che - come talvolta è accaduto e tuttora continua ad accadere - come trampolino di lancio per prodotti che poi, se funzionano, vengono inseriti nel palinsesto televisivo; dall'altra, però, quasi con snobismo, gli “attori” coinvolti nella produzione di web series rifiutano che le risorse per la produzione possano provenire dai finanziamenti alla Tv e al cinema. Marco Manetti ha sostenuto, senza indugio: “Le risorse di cinema e Tv portano all'omologazione del prodotto uccidendo la creatività. Il web deve restare un mondo a parte e i finanziamenti, necessari a continuare a produrre, devono venire da altro”.
Molte idee quindi, poca concretezza forse. In un momento in cui le risorse sono ridotte all'osso anche per il mercato audiovisivo “classico”, è difficile pensare ad altri - non ben specificati - fondi per la produzione sul web, del quale peraltro sono state esaltate l'amatorialità e la genuinità e la creatività del prodotto realizzato “low cost”.
Il web ha certamente aperto una nuova frontiera, dando la possibilità pressoché a chiunque di fare un video e poi caricarlo in rete. Questo “user generated content” è però quasi sempre lontano anni-luce da una prodotto audiovisivo di qualità, capace di attrarre e soddisfare il pubblico. Fatte salve ancora rarissime eccezioni.
Il recente fenomeno della serie scritta e diretta da Ivan Cotroneo (già regista del lungometraggio “La kriptonite nella borsa” del 2011) proprio per il web, “Una mamma imperfetta” (produzione Indigo Film e 21 in collaborazione con 'Corriere della Sera'), è l'ennesima conferma che il web, almeno in Italia, non è ancora un “mercato” produttivo indipendente, ma uno strumento sostanzialmente laboratoriale e promozionale. La serie - che con leggerezza si pone come un diario quotidiano di una mamma, Chiara (Lucia Mascino), per così dire “imperfetta”, che cerca di gestire la propria giornata dietro a marito, figli, casa e lavoro - con episodi della durata di 8 minuti ciascuno, disponibile sul sito del Corriere della Sera (corriere.it) dal lunedì al venerdì, nella sua settimana di lancio (6-11 maggio) ha registrato oltre 150 mila visualizzazioni.
Saranno quindi disponibili altri 5 episodi per la settimana in corso, per fidelizzare ulteriormente gli utenti, quindi il prodotto, da settembre, verrà inserito nel palinsesto di Rai2. Un tipico caso di web come “palestra”, ma con l'obiettivo finale del “broadcasting” televisivo.
Quel che è emerso in modo indiscutibile è stato che - almeno in Italia - il mercato delle web series è solo agli esordi e i modelli di business sono attualmente ben poco delineati e tutti in divenire. Molto più pacate e ragionevoli infatti le conclusioni di Janet De Nardis, che ha sostenuto la necessità di un punto di incontro tra Tv e web così come la necessità di adeguati percorsi professionali per i nuovi protagonisti della scena, che richiedono saperi e pratiche differenti rispetto a quelli tradizionali.