Ecco in merito l’articolo di Andrea Biondi apparso su ‘Il Sole 24 Ore’:
“II presidente di Confindustria Radio Televisioni, Rodolfo De Laurentiis, non usa perifrasi nel presentare lo "Studio economico del settore televisivo privato - Tv locali", giunto alla 21esima edizione. «È il mercato che ci dice che non si può mantenere lo status quo. Serve un ripensamento del comparto, che partendo da un riassetto normativo ampio e profondo, accompagni il consolidamento delle imprese sostenibili».
Lo Studio… restituisce un quadro numerico che fa riflettere. Le Tv locali oggetto dell'indagine (sono le sole società di capitale) sono 305 (quelle che hanno depositato i bilanci, su un totale di 380). Già il numero è inferiore rispetto all'anno prima (339). Si parla comunque di un universo che copre il 60% del totale dell'emittenza locale, stimato in circa 500 emittenti.
La quota di mercato delle Tv locali è scesa al 6,2% rispetto al 7,1% del 2012 e all'8,3% del 2011.1 ricavi sono scesi a 408,5 milioni (- 72 milioni), di cui 287,6 da pubblicità e 121 da altri introiti, compresi i contributi statali. E quanto all'ultima riga del conto economico, la perdita complessiva è salita da 45 a 54 milioni. In tutto, nell'arco di 12 anni il rosso del settore è stato di 147,3 milioni.
Anche i dipendenti sono scesi da 4.338 a 3.758. Se questo vale per il 2013, per il 2014 non si pensa affatto a miglioramenti, anzi.
«Il 2015 - anticipa il presidente dell'Associazione Tv Locali, Maurizio Giunco - non si presenta diverso. Senza la cassa integrazione in deroga, il numero degli occupati persi sarebbe stato notevolmente più alto». Il mercato calante della pubblicità pesa, ma per Giunco non c'è dubbio che «tutta questa pressione nasce da una errata gestione della digitalizzazione e dei suoi processi. Le Tv che hanno una consistenza patrimoniale adeguata per svolgere veramente quel ruolo che spetta sono fra 60 e 90». Risultato: un appello alla politica perché intervenga «con norme per il settore, magari anche in una legge di riordino complessivo». Il fulcro sono gli impegni minimi per le Tv locali, in termini di dipendenti e patrimonializzazione: «Non dovrebbero avere meno di 20 dipendenti e un patrimonio inferiore al milione» - conclude Giunco»”.