Il ministro Gentiloni ha presentato il primo Bando di Gara per l’assegnazione di impianti-frequenze Tv. Commenti ‘discordi’ sull’operazione.
Il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni ha presentato il primo Bando di Gara che assegna gli impianti-frequenze per l'esercizio dell'attività televisiva. Una novità assoluta per il sistema radiotelevisivo, perché è la prima volta in Italia che le frequenze vengono assegnate tramite una procedura competitiva, su principi di trasparenza e non discriminatori. Il Bando di Gara è in uscita sulla Gazzetta Ufficiale.
In base al bando 114 impianti-frequenze (su 24.680 censiti in Italia) verranno assegnati con gara; si tratta di quelli risultati disponibili tra le risorse assegnate all'Italia dalla Conferenza internazionale di Ginevra del 2006 e di altre frequenze individuate a seguito di una verifica effettuata sul Database delle frequenze, completato a giugno dal Ministero delle Comunicazioni e dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, per porre fine al far-west delle frequenze degli ultimi 20 anni.
Alla procedura competitiva - elemento essenziale dell'operazione - potranno partecipare i soggetti che hanno la concessione nazionale ma non hanno raggiunto la copertura dell'80% del territorio prevista dalla legge Maccanico.
Le frequenze sono state suddivise in due elenchi relativi, rispettivamente, alle frequenze coordinabili a livello internazionale, censite ai sensi della L. 223/90, e alle frequenze presenti nella lista degli Assignments attribuiti dalla Conferenza di Ginevra 2006 all'Italia. L'assegnazione delle frequenze avverrà secondo distinte procedure: nel primo caso, le assegnazioni saranno effettuate sulla base di un esame tecnico che darà la precedenza alle richieste degli operatori che conseguono il miglior incremento percentuale di copertura territoriale; nel secondo caso le frequenze saranno assegnate per mezzo di una procedura d'asta.
La procedura di gara presentata da Gentiloni trae origine dalla decisione del Ministero delle Comunicazioni di non ricorrere in appello ma di dare esecuzione alla sentenza del TAR del Lazio n. 13415/06 del 23 novembre 2006 che ha accolto il ricorso presentato da un'emittente televisiva nazionale avverso un provvedimento di diniego adottato nella scorsa Legislatura dal Ministero delle Comunicazioni (8 febbraio 2005), con il quale si asseriva l'impossibilità di dar corso alla richiesta di assegnazione di frequenze televisive.
L'elemento che ha però scatenato le polemiche è però proprio il 'privilegio' concesso alle emittenti nazionali con copertura 'minore'. La Frt ha protestato vibratamente per l'esclusione delle Tv locali:
«Con riferimento al bando per l'assegnazione delle frequenze alle Tv nazionali minori, presentato dal Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, il Presidente dell'Associazione Tv Locali Frt Maurizio Giunco ha dichiarato:
"È incredibile che in un bando anomalo, con cui si intendono assegnare a soggetti televisivi con copertura insufficiente frequenze analogiche già coordinate a Ginevra (e quindi preziosissime nella prospettiva del digitale), vengano inopinatamente estromesse le Tv locali, pur essendo queste pienamente legittimate dalla normativa alla base della decisione del Ministero delle Comunicazioni.
Grave è il fatto che tali emittenti vengano escluse non solo dall'assegnazione gratuita (che indigna chi negli anni ha investito per garantirsi adeguata presenza sul mercato), ma anche dalla semplice possibilità di partecipare alla gara pubblica.
Si tratta di un bando discriminatorio, palesemente distorsivo del mercato e incostituzionale, che la dice lunga sull'attenzione di questo Ministero verso l'emittenza televisiva locale. Contro tale ingiustizia, perpetrata tra l'altro con una procedura assolutamente anomala, l'Associazione Tv locali Frt intende assumere ogni opportuna iniziativa, anche in sede giudiziale".
Tutt'altra musica sul versante di Retecapri (associazione CNT).
Con la gara, secondo Costantino Federico di Retecapri, "si realizza concretamente l'aspettativa di Retecapri, l'unica emittente nazionale con sede nel Mezzogiorno d'Italia, che può accedere all'assegnazione di frequenze necessarie per il potenziamento della copertura".
Sempre secondo il gruppo campano, «l'iniziativa del Ministero non è una novità assoluta, in quanto già in passato un notevole numero di frequenze televisive vennero assegnate e concesse gratuitamente, senza cioè alcun onere, a Rete A, La7 e VideoMusic. L'iniziativa è stata determinata solo in parte dalla volontà politica di ricreare un certo equilibrio tra le varie reti nazionali, e quindi anche Retecapri, e di arginare il monopolio Rai-Mediaset. La spinta decisiva è, infatti, venuta dalla sentenza del Tar del Lazio, che ha ingiunto al Ministero di assegnare i canali ridondanti e nella sua disponibilità alle emittenti che non disponevano ancora della completa copertura nazionale, come nel caso specifico Rete A e Retecapri che, appunto, avevano presentato ricorso proprio per l'assegnazione di nuovi canali.
Nello specifico, poi, Retecapri oltre alla vittoria comune nel ricorso con Rete A in cui era intervenuta ad adiuvandum, aveva ottenuto altre pronunce di Tribunali amministrativi che ingiungevano al Ministero l'assegnazione di specifici canali individuati e segnalati da Retecapri. Contro queste sentenze il Ministero aveva opposto la mancanza di un regolamento per la procedura di assegnazione. Questa lacuna, peraltro discutibile, è stata ora colmata dal bando per l'assegnazione del Ministro Gentiloni.
È da prevedere una feroce resistenza di Mediaset e Rai che, non potendo partecipare al bando di assegnazione in quanto già coprono perfettamente, e spesso anche con duplicazioni di impianti, tutto il territorio nazionale, vorranno impedire che le cosiddette emittenti nazionali minori come Retecapri possano migliorare la propria copertura e arrivare finalmente a essere presenti in maniera paritetica nel sistema radiotelevisivo.
Retecapri auspica che le manovre di Rai, ma soprattutto di Mediaset, magari attraverso associazioni di categoria legate al monopolio Berlusconi, non strumentalizzino alcune emittenti locali contro l'assegnazione dei canali alle emittenti previste».