Puglia: “Con il taglio delle frequenze Tv è in gioco la democrazia”

Il Consiglio Regionale della Puglia, una delle regioni più ‘colpite’, si mobilita contro il taglio delle frequenze su cui operano le Tv locali, per le asserite interferenze con l’estero. Un problema molto serio su cui si è intervenuti tardi e molto male.

Il problema è noto e su Millecanali e millecanali.it ne abbiamo trattato più volte evidenziando la gravità della situazione, visto che gli interventi di Ministero dello Sviluppo Economico e Agcom sono arrivati tardi e male. Alla fine si è pensato di intervenire senza andare tanto per il sottile, eliminando semplicemente tutte le frequenze che possono anche 'parzialmente' (o persino 'potenzialmente') interferire con l'estero e per giunta prevedendo indennizzi (20 milioni) assolutamente inadeguati per chi effettivamente voglia 'uscire di scena'.

Manco a dirlo, la problematica riguarda solo le Tv locali, cui sono stati assegnati negli anni scorsi in modo del tutto regolare una serie di frequenze, che ora, a tambur battente (entro il 31 dicembre), si vorrebbero eliminare, perché appunto “potrebbero” interferire con emittenti di altri Paesi confinanti.

Fra le regioni più colpite, la Puglia, dove ci potrebbe essere una specie di 'strage' (12 frequenze eliminate su 18), con conseguenti enormi problemi per le tante Tv locali che su esse operano (su assegnazione del Ministero e avendole ottenute secondo le norme e le graduatorie).

Manco dirlo, ora il problema è al dunque e i tempi sono pressanti. Si vorrebbe addirittura fare tutto entro il 31 dicembre. Ma ciò significherebbe in Puglia tagliare 12 frequenze televisive su 18 (e gli operatori di rete che su esse operano). Per scongiurare questo rischio il Consiglio Regionale della Puglia ha approvato all'unanimità un ordine del giorno con il quale chiede al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro dello Sviluppo Economico di voler considerare una possibile rilettura della delibera Agcom del 23 settembre 2014 che rivede la pianificazione delle reti che usano frequenze oggetto di interferenze accertate nei confronti degli Stati esteri confinanti.

L'Assemblea legislativa pugliese chiede al Governo di non considerare tassativo il termine di fine anno e di verificare la possibilità di applicazione di moderne ed affidabili strumentazioni tecniche per annullare le interferenze. Il presidente del Consiglio regionale pugliese Onofrio Introna ha convocato per lunedì 27 ottobre a Bari un incontro con i parlamentari pugliesi e con l'emittenza privata, per raccogliere le preoccupazioni del settore e verificare i percorsi per evitare la soppressione delle reti televisive.

“La scadenza quanto mai ravvicinata di dicembre - spiega Introna - ci ha indotto a chiedere a Renzi e al ministro dello Sviluppo di non considerare il termine e di trovare intanto soluzioni che non comportino il default dell'informazione televisiva locale, conseguente alla scomparsa di tante antenne. Affronteremo intanto la questione a Bari e faremo quanto possibile e urgente per salvare antenne e lavoratori: se si dovesse applicare la delibera dell'Autorità, che rivede il piano nazionale di assegnazione delle frequenze, si taglierebbero quelle che irradiano interferenze con le Televisioni degli Stati confinanti. Sono tante le nostre emittenti coinvolte dal provvedimento e ancora di più i posti di lavoro a rischio di giornalisti, tecnici e amministrativi”.

“Se si mette in discussione il pluralismo dell' informazione si crea un deficit di democrazia: sarebbero conseguenze ingiuste di una decisione che - rincara Introna - per quanto giustificata da regole internazionali, va ripresa in esame con grande sensibilità”.

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