Quel pasticcione di Coliandro

È tornata su RaiDue la seconda serie del poliziesco scritto dal giallista Carlo Lucarelli.

Ripartita un po' in salita, la seconda serie della fiction "Coliandro" sta catturando lentamente nuovi ascoltatori. La prima serie (4 episodi) era andata in onda nel 2006 e gli spettatori del guascone ispettore di polizia della questura di Bologna si erano sentiti orfani, tanto da creare un blog all'insegna dell'appello "rivogliamocoliandro".

La prima puntata della nuova serie, in onda il 20 gennaio, aveva fatto il 9,21% di share; la seconda, il 27 gennaio, il 10,11% e quella dell'altra sera, "Doppia rapina" ha fatto l'11,38% di share. Una storia per la quale l'autore Carlo Lucarelli si è ispirato a 'Die Hard', film con Bruce Willis nel quale un "super poliziotto", Willis appunto, per caso si trova chiuso in una banca durante una rapina. Alcune scene sono uguali ma l'autore, al contrario di quello che si può pensare in un primo momento, non ha fatto opera di scopiazzatura. C'è piuttosto la demolizione di alcuni standard e luoghi comuni che si trovano nei film d'azione americani.

Coliandro vive quelle scene ma "ribalta" alcune delle situazioni di 'Die Hard' (si troverà anche lui in una banca durante una rapina ma Lucarelli ha inventato una "doppia rapina"; si ritrova senza scarpe, senza pistola e cellulare mentre cerca di sconfiggere i cattivi, proprio come succede a Bruce Willis; divertente poi la scena nella quale, scalzo, deve superare un corridoio pieno di vetri rotti), le vive secondo le caratteristiche del proprio personaggio. Non il supererOE infallibile americano ma un poliziotto "sfigato", maldestro, sempre coinvolto in situazioni rocambolesche e sfidato di continuo dalla mala sorte, ma allo stesso tempo autore di azioni eclatanti che compie più per caso che per bravura, il merito delle quali va a qualche collega.

"ErOE" per alcuni dei suoi sottoposti, incapace per magistrati e questore.

Un personaggio simpatico comunque a tutti, soprattutto alla donne, che ha come salvaschermo sul cellulare la foto dell'Ispettore Callaghan e per far colpo sulle donne ne pronuncia alcune battute. Insomma un finto erOE che si muove a Bologna, nato dalla penna del giallista Lucarelli. La regia è dei Manetti Bros. e protagonista è Giampaolo Morelli affiancato da Gargiulo (Giuseppe Soleri), che come sempre segue Coliandro in tutte le sue inchieste non autorizzate come suo braccio destro.

New entry della squadra di Coliandro due nuovi colleghi: una poliziotta di fresca nomina, la Balboni (Enrica Ajò) che ha una pessima opinione di Coliandro e l'ispettore Gamberini, poliziotto laureato in psicologia (Paolo Sassanelli), amico e talvolta compagno di macchina, spesso in amichevole conflitto con Coliandro per l'approccio analitico, scientifico e cerebrale alle inchieste. L'approccio opposto a quello fisico, verbale e intuitivo del suo collega, a cui guarda con affetto e molta ironia, come il pubblico, che si identifica in Coliandro proprio perché tutt'altro che infallibile e pasticcione.

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