Radio: le proposte di Confindustria Radio Tv

Vediamo le proposte di ‘riforma’ del settore radiofonico apparse qualche settimana fa sul periodico ‘Radio Tv News’ e denominate ‘Sistema radiofonico: linee guida 2015 delle Radio locali’, dall’Associazione Radio FRT, aderente a Confindustria Radio Televisioni:

 

«Una visione complessiva dello stato attuale del sistema radiofonico pone in evidenza molte criticità, dovute a gravi difficoltà d’ordine economico soprattutto per le Radio locali, e a carenze legislative a seguito di obsolescenza di alcune norme o mancanza delle stesse in settori fondamentali.

A nostro avviso è giunto il momento di fare per la radiofonia un discorso di sistema distinguendo la diffusione in analogico da quella in tecnica digitale e analizzando in modo specifico le necessità delle due tecnologie.

 

FM: proprio in considerazione dello stato del sistema radiofonico, con particolare riferimento alle emittenti locali, si esprime l’urgente necessità di avviare un discorso di modernizzazione e razionalizzazione del sistema stesso, attraverso una serie di modifiche tecniche e regolamentari che si possono così sintetizzare:

 

Fase 1 - Chiusura delle emittenti che non hanno ottenuto l’autorizzazione a trasmettere. Revoca dell’autorizzazione per quelle emittenti che non hanno avuto l’assenso per la prosecuzione dell’esercizio. Verifica generalizzata per accertare che l’emittente abbia i requisiti minimi previsti, ovvero che impieghi almeno due dipendenti, legge 177/05, art.24, lettera a), in regola con le vigenti disposizioni in materia previdenziale.

Il Dipartimento delle Comunicazioni può procedere in qualsiasi momento chiedendo il DURC, operazione eseguita solo per le Radio che fanno domanda in base alla legge 448/2001. Si tratta di estendere tale richiesta per le rimanenti emittenti.

Revoca dell’autorizzazione a trasmettere per quelle emittenti che non pagano i canoni di concessione e la tassa di concessione governativa.

Profonda modifica del Regolamento della legge 448/2001, nel senso di far cessare la distribuzione dei contributi per il 50% a pioggia, ma favorire soprattutto le imprese che fanno occupazione.

Omogenizzazione dei costi per i servizi resi dai vari Ispettorati territoriali del MISE e loro contenimento, dato l’attuale notevole ammontare.

Utilizzo della banda FM almeno fino all’anno 2030».

 

Fase 2 - Pianificazione delle frequenze della banda analogica FM. In proposito occorre superare con intervento legislativo il dettato del decreto legislativo 31/07/05 n. 177, come modificato dal decreto legislativo 15/03/10 n. 44.

Chiusura degli impianti inattivi e interferenziali.

Previsione di assegnazione alle Radio nazionali di frequenze in isofrequenza su tutto il territorio nazionale.

Canalizzazione delle frequenze a passi di 400 KHz l’una dall’altra per consentire l’utilizzo di ogni tecnologia esistente sul mercato (vedi DRM).

Risoluzione delle controversie di interferenza con i Paesi confinanti, a condizioni comunque di reciproca disponibilità.

 

DAB+ - La delibera 664/09/CONS dell’AGCom ha rappresentato un importante momento per l’avvio del digitale radiofonico, ma a distanza di circa cinque anni non ha esplicato effetti significativi per uno sviluppo generalizzato del sistema DAB+. Pertanto si ritiene necessario che si prenda nella dovuta considerazione apportare sostanziali modifiche, non all’impianto generale del Regolamento ma ad alcuni fondamentali contenuti che appaiono superati e non perfettamente idonei a consentire nel breve periodo uno sviluppo ordinato e generalizzato del digitale radiofonico. Premessa la fondamentale importanza di quanto definito dall’art. 2 del Regolamento circa la garanzia di parità di condizioni di avvio, sviluppo ed esercizio ordinario dell’attività tra tutti i soggetti privati, nonché tra questi e la Concessionaria del servizio pubblico, si propone quanto segue:

Abrogazione e riformulazione dell’art. 12, comma 6, con previsione di procedure comparative basate sulla valorizzazione della sperimentazione e della salvaguardia del servizio a tutela dell’utenza per il rilascio dei diritti d’uso agli operatori di rete, in caso di impossibilità di applicazione delle norme in esso contenute. In particolare le norme che prevedono, per le emittenti locali, il rilascio dei diritti d’uso delle radiofrequenze alle società consortili partecipate da almeno il 30% delle Radio legittimamente esercenti nello stesso bacino di utenza e l’assegnazione agli operatori locali fino a 11 blocchi di diffusione in banda III, in base all’art. 13.

Comma 5, lettera d); allo stato possono essere disponibili solo parte del canale 10 e parte del blocco 12D.

Verifica sulla piena esecutività dell’art. 13, comma 5, lettera d), che prevede l’assegnazione agli operatori locali fino a 11 blocchi di diffusione. Poiché parte di queste frequenze sono state assegnate alle Tv, occorre prendere nella dovuta considerazione la possibilità di richiedere al Ministero della Difesa di poter utilizzare almeno quattro blocchi del canale 13. Importante è anche quanto viene riconosciuto nella delibera 480/14/CONS dell’AGCom, nella quale viene sottolineato “che un’ulteriore riduzione di risorse per le emittenti televisive, non debba incidere sulle già scarse risorse in banda VHF-III da destinare allo sviluppo della radiofonia digitale”.

Riformulazione dell’art. 13, comma 2, con la previsione della suddivisione del territorio nazionale in bacini di utenza, per le diffusioni locali, di un numero massimo di due bacini per ogni regione, superando il limite di cui all’art. 24, comma 3 del T.U., peraltro l’ordinamento provinciale è in fase di avanzata proposta di superamento a livello politico.

Introduzione di specifiche norme per le emittenti locali a diffusione pluriregionale, che allo stato non possono sviluppare il digitale dovendo partecipare, in base all’art. 12, comma 6, a innumerevoli consorzi provinciali.

Appare opportuno riservare a questa emittenza apposite frequenze da utilizzare su base regionale.

Rigorosa applicazione dell’art.13, comma 5, lettera b), in ordine alla riserva per la Concessionaria del servizio pubblico di un solo blocco di diffusione (banda VHF III blocco 12B).

Verifica circa una possibile attuazione della raccomandazione R 138 EBU-UER sul futuro della Radio digitale. In sintesi si parla chiaramente di “data del futuro switch-off analogico della radiofonia”. Si afferma inoltre che è necessaria e imprescindibile una adeguata pianificazione a livello dei vari Paesi europei allo scopo di fornire soluzioni digitali per tutti i servizi radiofonici. Dove non sia possibile o inopportuno realizzare la copertura DAB, la raccomandazione indica nell’impiego del sistema DRM, con l’uso delle attuali frequenze analogiche, la tecnologia sostitutiva più idonea a risolvere ogni tipo di difficoltà. La situazione frequenziale italiana potrebbe suggerire di adottare in modo generalizzato per le emittenti locali il sistema DRM, oppure di pianificare una parziale applicazione per le emittenti minori o comunitarie, che abbiano una copertura di territorio limitata e non sovrapponibile con la copertura di altre emittenti; e che la costituzione in consorzi, per l’applicazione della tecnologia DAB, comporti una generale inopportunità ed antieconomicità per le loro imprese. Utilizzando lo standard DRM, da implementarsi come sub-strato di reti DAB, le emittenti con queste caratteristiche potrebbero trovare una forma più adatta per proseguire e potenziare la propria attività».

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