Radio Radicale: cifre e chiarezza sul rinnovo della Convenzione

Il periodo natalizio ha visto purtroppo una gran confusione nelle notizie su Radio Radicale e il Fondo per l’Editoria: Ecco come stanno davvero le cose, dopo che abbiamo effettuato le verifiche del caso.

Radio Radicale è come l'alunno più vivace della classe: è sempre colpa sua. Soprattutto in questi tempi duri, si può obiettare all'infinito circa la doppia natura dell'emittente - di servizio pubblico e di partito. Tuttavia, è scorretto diffondere notizie parziali e imprecise sul suo conto.

Per esempio, contrariamente a quanto affermato in queste settimane da diversi organi di stampa, il rinnovo della Convenzione tra la Radio e lo Stato per la trasmissione delle sedute parlamentari non grava affatto sul già martoriato Fondo Editoria. Lo ha stabilito il decreto Milleproroghe, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 dicembre, il quale ha destinato 7 milioni a favore del Centro di produzione Spa.
La cifra si aggiunge ai 3 milioni già stanziati dalla Legge di Stabilità e il tutto ricade su un Fondo poco noto denominato “per interventi urgenti ed indifferibili”, che è a disposizione della Presidenza del Consiglio dei Ministri a partire dal 2009 e che serve per dare copertura a diversi ambiti.

Va detto, inoltre, che la convenzione con RR resta in mano al Ministero dello Sviluppo Economico: sebbene di poco conto, l'unica differenza rispetto al passato è che ora il dicastero non paga direttamente ma si avvale del suddetto Fondo.

La confusione sull'argomento, peraltro complicato per definizione, era stata originata dalla prima bozza del Milleproroghe finita in mano ai colleghi giornalisti in quei giorni. Essa, infatti, conteneva il richiamo esplicito al Fondo Editoria, poi cassato in fase di approvazione.
La modifica, evidentemente, non ha fatto 'notizia' (spesso, purtroppo, fanno più notizia le anticipazioni, anche inesatte, delle conclusioni) e la Radio di Pannella è finita al centro di diverse critiche nell'ambito della campagna in difesa del taglio dei fondi pubblici all'editoria, condotta da diverse testate.

L'articolo 28 del provvedimento, oltre a smentire tali circostanze, prevede anche il prolungamento della Convenzione soltanto per il 2012 per un totale - 10 milioni - che è in linea con il passato. Non è così per la durata: al principio era di tre anni, poi è scalata a due e ora è arrivata a uno. I vertici di RR non gradiscono affatto questo trend.

Per l'Amministratore Delegato del Centro di Produzione, Paolo Chiarelli “questo ci mette in grossa difficoltà. Significa che è difficilissimo programmare gli investimenti e vuol dire che tra pochi mesi dovremmo rimetterci al lavoro per ottenere il proseguimento della convenzione. Per questo in sede di conversione del Decreto, anche se è difficile, faremo di tutto per ottenere il rinnovo triennale: o ci dicono che il servizio non deve essere più fatto oppure che lo si si faccia con tempi ragionevoli”.

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