Willer Bordon ha ritirato le dimissioni. L’impavido ministro dell’ambiente è riuscito nell’impresa di dimettersi ma “non del tutto”,
di fare la faccia feroce (ad uso elettorale, su un tema quanto mai "popolare") ma contemporaneamente di non giocarsi una qualche via d'uscita, di apparire come un paladino che si batte ad ogni costo contro l'inquinamento elettromagnetico ma lasciando aperto proprio quello spiraglio che al presidente del Consiglio Amato serviva per risolvere la situazione.
Tutti i salmi finiscono in gloriaO Mah, l'impressione è invece quella che in questa storia della Radio Vaticana un po' tutti stiano interpretando una parte, recitando in una piéce su cui non calerà il sipario prima del 13 maggio. Poi ci penserà il nuovo Governo...
Davvero si poteva pensare a una mini-crisi di Governo all'immediata vigilia delle elezioniO
Macché, sia Bordon che Amato che il Vaticano, sui diversi fronti, apparivano consapevoli che uscire da questa storia non sarà un processo né breve, né facile né indolore e così nel frattempo si va avanti, di rinvio in rinvio, sempre con la promessa di rientrare al più presto nei "limiti di inquinamento" previsti.
Alla fine - manco a dirlo - Bordon è a sua volta ritornato nei ranghi, ritirando le dimissioni. Eppure Willer aveva lasciato dicendo che le sue sarebbero state dimissioni «non all'italiana».
Amato ha però inviato al ministro (in quel momento exO) una lettera, assicurando che «se l'impegno del 18 (nuova data-limite per 'riportare nelle regole' Radio Vaticana; Ndr.) non risultasse rispettato le conseguenze sarebbero di estrema gravità e il Governo non potrebbe che prenderne atto».
Parole forti ma vaghe, senza considerare che il 18 questo Governo avrà ancora davvero poco da vivere...
Al di là della spinosa questione con il Vaticano, del resto, la reale posta in palio in questa partita è l'emanazione dei nuovi regolamenti della legge-quadro sull'elettrosmog che Veronesi vorrebbe (possibilmente) blandi e che i Verdi cercheranno (probabilmente con successo) di imporre assai rigorosi (come nessuno in Europa; del resto questo è un record che già deteniamo).
Così si farà ancora, sulla carta, la faccia dura, per accontentare comitati e mamme preoccupate.
Come si provvederà poi a rientrare in queste norme (impresa assai ardua e costosa) si vedrà.
In qualche modo si farà, senza contare che le leggi, in Italia, sembrano spesso essere state scritte proprio per essere violate.
Tranquilli, ragazzi, domenica si vota...
Mauro Roffi