Radio Vaticana: i “pro” e i “contro”

Giuliano Amato ha sospeso l’ordinanza con la quale il ministro dell’Ambiente Willer Bordon imponeva il black-out a Radio Vaticana,

le cui emissioni nella zona degli impianti di Cesano - Santa Maria di Galeria sono state trovate nuovamente (e di molto) superiori ai limiti di legge in materia di elettrosmog.

La risoluzione scaturita dal Consiglio dei Ministri chiede ora che l'emittente vaticana adegui i suoi impianti alla normativa in vigore, anche se manca un dato essenziale: un preciso riferimento alla data entro cui l'emittente dovrà mettersi in regola.

Si é deciso, semplicemente, di "giungere ad una soluzione concordata tra Governo e Vaticano" (rimettendo all'opera la famosa Commissione che coinvolge i due Stati) entro aprile.

È stata questa la soluzione con la quale il Governo ha aggirato (per ora) lo spinoso problema diplomatico rappresentato dalle 'emissioni inquinanti' di Radio Vaticana.

A sorpresa, Bordon ha dovuto anche fronteggiare due durissimi avversari: il comunista Nerio Nesi e il popolare Sergio Mattarella che, con il supporto scientifico di Veronesi (ministro della Sanità), hanno accusato il collega dell'Ambiente di "allarmismo eccessivo".

Il segreto di Pulcinella é che, forse, a Bordon, in piena campagna elettorale, conveniva comunque interpretare una certa parte, a volte densa di protagonismo personale.

Gran parte della popolazione italiana - si sa - in questa materia è dalla sua parte.

Analizzando gli aspetti statistici della situazione nell'area interessata alla questione di Radio Vaticana, c'è comunque da dire che nel periodo 1987-1995 non è stato evidenziato alcun eccesso di mortalità per tumori o di cause tumorali.

É quanto afferma testualmente la ricerca dell' Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio, da molti citata per sostenere l'accusa che le antenne della RadioVaticana provocano un aumento dei tumori negli adulti e leucemie infantili.

L'area esaminata si estende per un raggio di 10 Km intorno al Centro trasmittente e presenta, nella sostanza, dati nella media di Roma (nella Capitale si parla di 8 casi di leucemia in 13 anni su circa 10 mila bambini).

Basandosi su inconsistenti medie statistiche (c'è stato un solo caso di leucemia nella zona evidenziata) si è invece voluto dedurre con certezza che qui i bambini si ammalano di leucemia 6 volte di più rispetto a Roma e che si nota un aumento di leucemie man mano che ci si avvicina alle antenne.

Deduzioni ardite, che sono state ben contestate da alcuni scienziati, con in testa il notissimo fisico Tullio Regge, subito però contestati a loro volta da altri scienziati, che si sono appellati al principio della 'prudenza', che sarebbe comunque necessaria.

Le continue proteste (anche in sede europea) della popolazione interessata, terrorizzata dalla possibilità di danni alla salute per via dell'elettrosmog, e la demagogia messa in mostra senza ritegno da molti politici e dai mass media hanno fatto il resto.

Si è così creato un dibattito inutilmente surriscaldato e spesso ipocrita, in cui l'irrazionalità l'ha quasi sempre fatta da padrone, impedendo un serio esame scientifico di una questione che è comunque seria e importante, senza dimenticare però che i danni paventati (e spesso dati invece per certi) restano un'ipotesi tuttora da confermare.

Un tempo, era il 1957, le antenne della Radio Vaticana si ergevano solitarie in aperta campagna e da lì non si sono mai mosse; il paese invece - e qui ci sono precise colpe, evidentemente - è cresciuto successivamente e proprio in quella zona.

Allo stato attuale, costringere Radio Vaticana a spostarsi, potrebbe essere un'imposizione sbagliata, mentre regolamentarne l'attività costituisce per tutti un dovere civile e morale.

E non solo in campagna elettorale. Anche perché è parso di capire che talora il Vaticano - anziché affrontare seriamente la questione - abbia contato su una sorta di possibile' immunità diplomatica' per la sua attività radiofonica (su scala mondiale).

Infine una considerazione semiseria: c'è comunque da chiedersi chi, e con che coraggio, pur munito di un assegno in bianco firmato da Veronesi in persona, comprerebbe un immobile vicino alle mefistofeliche antenne per andarci a vivere. Io di certo no... voiO

È un po' come quando si "subisce" l'attraversamento della strada da parte di un bel gatto nero.

Si sa, non è vero che porta male, ma... vada avanti un altro al posto mio.

Rolando Repossi

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