RadiOpera Prima: una serata davvero “speciale”

Si è tenuto lunedì scorso al cinema Empire di Napoli il preannunciato “evento”, a metà tra radio e cinema (con “intrusioni virtuali” di altri media), “RadiOpera Prima, Le Immagini Senza”, ideato da Roberto Barone e

organizzato dalla sua Radio ART, con le opportune sponsorizzazioni e

svariate collaborazioni, fra cui quella del Centro di Produzione Rai di Napoli, noto anche per la produzione seriale televisiva e anche radiofonica.

È stato dunque "proiettato" nell'occasione il "radiofilm" "L'amore periodico" di Mariagrazia Carulli, la cui caratteristica principale è appunto quella di essere un film senza immagini, fruibile (in modo "personale") dagli spettatori solo attraverso le sensazioni provocate dalle suggestioni sonore, e anche olfattive, generate in ciascun componente del pubblico assiepato nel cinema dalla "magia" dei dialoghi, delle musiche, dei rumori, diffusi in sala mediante una "spettacolare" tecnologia Surround. Allo scopo di concentrarsi sui due sensi citati gli spettatori sono stati opportunamente invitati a indossare una mascherina, per cancellare le immagini della sala o dello schermo e creare magari con la propria mente il "loro film".

Un esperimento affascinante e raffinato, cui è andato un buon successo, visto che la sala era affollatissima e la curiosità di tutti elevata, al di là persino della pur suggestiva capacità drammaturgica del testo della Carulli e dell'ottima interpretazione dei due attori coinvolti. È stato qualcosa di più di un gioco intellettuale, qualcosa di meno del tentativo di creazione di un nuovo "medium": si è trattato piuttosto di un esperimento artistico che, fra le tante conseguenze possibili, può far riflettere sulla condizione dello spettatore dei tantissimi audiovisivi che circolano ogni giorno e può dare la consapevolezza delle possibilità del suono, di cui la cara vecchia radio è solo l'applicazione più nota e amata.

A completare la serata, un'introduzione di Stefano Balassone, la messa in onda in diretta di una radio virtuale (Radio Art, appunto) su frequenze immaginarie, un esperimento di comunicazione corporea e una "sigla finale" con vari effetti laser di Laserevent. In chiusura, un party celebrativo in un locale di Posillipo, con estrazione di un viaggio premio tra il pubblico.

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