Vuoi vedere che anche stavolta Marano (e Del Noce) si salvano, almeno per un altro po’O Per non andare sotto al Senato il Centro-Sinistra si compatta su un testo che prevede che le nomine del Cda Rai avverranno solo dopo l’approvazione del piano industriale. Ma resta la questione del presidente…
A nostro parere resta intatta la questione, già segnalata più volte, che ora al Centro-Sinistra, dopo la sostituzione di Petroni (pur necessaria, da parecchio tempo), 'fanno riferimento' tutte le cariche di vertice della Rai e la maggioranza nel Cda. Una situazione omogenea ma poco 'pluralista' che era prevedibile e che dunque meglio sarebbe stato evitare. I nodi però vengono al pettine e la maggioranza al Senato oggi era 'a rischio'. Ma sentite cosa è successo nella cronaca di www.repubblica.it:
«Al termine di una mattinata travagliata, (ieri) Ulivo e sinistra radicale hanno raggiunto un'intesa sulla risoluzione che sarà presentata al Senato sulla Rai. Una richiesta, fra le altre, è categorica: "L'azienda presenti il piano industriale entro il 31 dicembre di quest'anno, o il Cda vada a casa".
In una nota congiunta, i capigruppo della sinistra radicale a Palazzo Madama, Giovanni Russo Spena (Prc), Cesare Salvi (Sd), Manuela Palermi (Pdci) e Natale Ripamonti (Verdi), secondo i quali "la convergenza dell'Ulivo sulle nostre richieste, in particolare su quella di congelare le nomine Rai sino al varo del piano industriale, è un risultato importante e soddisfacente". A questo punto, prosegue il comunicato, "ci sono le condizioni per una posizione compatta della maggioranza e per un pronunciamento del Senato tale da determinare un rilancio complessivo del servizio pubblico, e garantire l'effettivo pluralismo dell'informazione Rai".
La mozione proposta da Prc, Verdi, Pdci e Sd, sulla quale converge l'Unione, oltre alla presentazione del piano industriale entro fine anno prevede, si diceva, nuove nomine del Cda solo dopo l'approvazione del piano e l'avvio della procedura di rinnovo del Cda da parte del governo in mancanza dell'approvazione del piano entro dicembre. La Cdl ha presentato una risoluzione che impegna il governo a rispettare la centralità del Parlamento, a evitare future interferenze di qualsiasi natura sul funzionamento della Rai, con l'invito a "considerare l'evidente squilibrio" tra le forze di maggioranza e opposizione all'interno del Cda, con maggioranza e presidenza espressioni del centro-sinistra.
È (stato) l'epilogo di una giornata difficile, nel corso della quale parte dell'opposizione era arrivata a ipotizzare una convergenza trasversale con la sinistra radicale. Per Gianfranco Fini, An era "pronta a votare con la sinistra radicale se serve a stigmatizzare le scelte di Prodi e l'azione del governo sulla Tv pubblica". Sulla stessa linea si era pronunciato Paolo Bonaiuti, vicepresidente in Vigilanza Rai e portavoce di Silvio Berlusconi: "Ogni mozione che condanna Prodi ci trova d'accordo, ma da toscano concreto non mi faccio illusioni...".
A reclamare il più possibile autonomia dalla politica è stato lo stesso presidente della Rai, Claudio Petruccioli, nella sua relazione al Cda: "La politica faccia meno chiacchiere e sia più sobria, rispetti l'autonomia della Rai. Ho già chiarito, la scorsa settimana, che questo Cda è nel pieno dei suoi poteri (ma non è certo questa la questione, ci pare; Ndr.). Siamo, dunque, padroni del nostro calendario, oltre che, ovviamente, delle nostre decisioni".
"Piano industriale" e "strategie editoriali": questi, ha aggiunto Petruccioli, i primi punti urgenti che saranno affrontati nelle prossime settimane dal Cda, "temi che, anche qui concordemente, non consideriamo ancora non dico esauriti, ma neppure adeguatamente messi a fuoco"».