“Rai: di tutto di più”

Da sempre si mormorava che per entrare o affermarsi alla Rai fosse spesso necessaria una “spinta”. Con lo scandalo nato dall’inchiesta della Procura di Potenza alcuni fatti sono ora sotto gli occhi di tutti. Lungi dal fare processi fuori dalle aule di Tribunale, osserviamo tuttavia come sia un po’ troppo comodo prendersela con giornalisti che non hanno fatto altro che pubblicare atti depositati in Tribunale. La materia delle intercettazioni telefoniche è sicuramente delicata e va regolamentata m…

Da sempre si mormorava che per entrare o affermarsi alla Rai fosse spesso necessaria una "spinta". Con lo scandalo nato dall'inchiesta della Procura di Potenza alcuni fatti sono ora sotto gli occhi di tutti.

Lungi dal fare processi fuori dalle aule di Tribunale, osserviamo tuttavia come sia un po' troppo comodo prendersela con giornalisti che non hanno fatto altro che pubblicare atti depositati in Tribunale. La materia delle intercettazioni telefoniche è sicuramente delicata e va regolamentata ma se scandalo c'è, non è solo quello dell'attentato alla privacy ma anche quello di un malcostume (l'ennesimo, peraltro) e di un 'pessimo ambiente' che emerge chiaramente dalle telefonate pubblicate.

La Rai e la politica sono sempre andati a braccetto (si tratta di un'azienda pubblica, si sa) e così proprio alcuni personaggi legati alla politica sono coinvolti nello scandalo, che vede starlette (forse) "sfruttate sessualmente" oppure comunque pronte a tutto pur di apparire, ancor meglio di avere un ruolo da soubrette o da conduttrici in un programma Rai.

Dalle intercettazioni della Procura di Potenza è uscita veramente una "Rai: di tutto di più". Pronte a dare di più, se non tutto, sarebbero state alcune ragazze, magari volti noti a tutti gli abbonati Rai, che avrebbero trovato in alcuni ambienti politici e aziendali il potente di turno pronto a procurare loro una comparsata o un ruolo in qualche programma. Magari programmi per famiglie, quelli che si guardano la sera tutti insieme a cena o la mattina, prima di uscire di casa.

Il nome che emerge è quello di Salvatore Sottile, portavoce dell'ex vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini e del vicedirettore Risorse Artistiche Rai Giuseppe Sangiovanni (ma c'è anche un corollario di altri dirigenti), personaggi che sarebbero stati pronti a dare alle aspiranti showgirl una spinta per apparire e, magari, sfondare in Tv.

Ovviamente tutto è stato dato in pasto ai giornali. Con un bel po' di voyeurismo, una malcelata soddisfazione e un certo sadico godimento, abbiamo così scoperto che i personaggi pubblici non sono tutti d'un pezzo come li vediamo e come essi stessi predicano spesso in Tv e abbiamo anche visto anche qualche risvolto diverso della presunta ragazza acqua e sapone notata in discoteca dal solito talent scout (sembra che le discoteche pullulino di talent scout...) e che sembrava aver "lavorato duramente" per conquistare il successo.

Nelle telefonate ci si lascia andare a volgarità, si fanno apprezzamenti sulle prestazioni sessuali di alcune soubrette, che sarebbero state ricevute nientemeno che alla Farnesina o addirittura a Palazzo Chigi, in altri casi si dà del "frocione" ai colleghi, come nei peggiori discorsi da bar, si fanno apprezzamenti su questa o quella "porcella doc", oppure, come noi comuni mortali si dice: "non ho più una lira".

I nomi coinvolti sono, per esempio, quelli di Elisabetta Gregoraci, Maria Monsè, Paola Saluzzi, una certa Stella che viene ricevuta alla Farnesina e numerosi altri (ci sono anche, lateralmente, Cristiano Malgioglio, Vespa, persino Saccà e Daniela Fini). E assegnare i ruoli (chi è vittima e chi è 'colpevole') non è certo facile.

Ora che lo scandalo è esploso la dirigenza Rai, quella che si presume sana, corre ai ripari. Il Consiglio di Amministrazione dell'azienda comunica che "è già stata sospesa l'operatività di chi risulta coinvolto nelle indagini" (nello specifico Giuseppe Sangiovanni; Ndr.) ma sarà anche proposto al nuovo direttore della Rai di creare un'apposita "struttura ispettiva" per vigilare sul pieno rispetto del codice etico.

Nel frattempo è stata avviata un'audizione interna sui "rapporti corruttivi" nel mondo della Tv e dello spettacolo. Nel documento approvato dal Cda Rai si sostiene che la Rai è "un'azienda serie e sana" ma anche che le intercettazioni fatte per la Procura di Potenza hanno "reso evidente un problema che abbiamo il dovere di affrontare con la massima determinazione e con l'obiettivo di sradicare comportamenti inammissibili". Il Cda ha inoltre reso noto di volersi costituire come "parte offesa" nell'inchiesta di Potenza.

Qualcuno però, c'era arrivato prima. Infatti la Commissione Pari Opportunità dell'Usigrai in un comunicato ha affermato che le prestazioni sessuali in cambio di comparsate televisive erano una cosa "da tempo sotto gli occhi di tutti". "Non abbiamo atteso la pubblicazione delle ultime intercettazioni telefoniche sullo 'scandalo Savoia' per denunciare quanto è da tempo sotto gli occhi di tutti, telespettatori e vertici Rai: il servizio pubblico ricorre a man bassa a starlette e soubrette in programmi d'intrattenimento e di informazione (segnatamente a quelli sportivi) con l'unico compito di esibire il proprio corpo, naturalmente giovane e avvenente".

Viene da pensare che, come spesso accade, tutti vedevano, tutti sapevano ma nessuno muoveva un dito. E probabilmente, passata la bufera, tornerà tutto come prima...

Pubblica i tuoi commenti