Rai e media: le proposte del PD

Bersani e De Kerchove sono intervenuti al seminario riepilogativo del Forum Riforma Radio Tv del PD sul tema del nuovo servizio pubblico italiano, con l’arrivo di Banda Larga e browsing. La sintesi finale di Carlo Rognoni sulle modifiche sul mercato e sul ruolo della Rai nel nuovo scenario.

“La risposta alla situazione di vero e proprio dissesto finanziario, emerso anche formalmente, e alla relativa deriva del servizio radiotelevisivo pubblico va collocata nel quadro nel sistema delle comunicazioni nel suo complesso del nostro Paese”. “Anche questo settore verrà necessariamente interessato dai prossimi governi nel processo di riedificazione generale di quanto, nei vari ambiti, è stato distrutto durante l'ultima fase della nostra storia”.
È stata una visione sistemica quella proposta da Pier Luigi Bersani, attento partecipante ai lavori del seminario indetto dal Forum Riforma Radio Tv del PD tenuto presso Feltrinelli Express alla Centrale FS di Milano il 14 febbraio.

Grande passione, assieme a competenza e impegno, sono stati profusi da vari addetti ai lavori che operano in Rai (Rizzo Nervo del CdA e i dirigenti Michele Mezza, Paolo Giaccio e Alberto Maccari) o presso altri broadcaster (Fabio Guadagnini di Sky e Antonio Campo Dall'Orto di Mtv), da professionisti del settore (Francesco Siciliano, Gianluca Lioni), da parlamentari ed eletti ai vari livelli che si occupano del sistema di comunicazione (i membri delle commissioni parlamentari Emilia De Biasi - cultura, Fabrizio Morri - Vigilanza, Luigi Vimercati, ex sottosegretario alle comunicazioni), da studiosi, ricercatori e insegnanti di tematiche del settore (De Kerkhove, direttore del McLuhan Center di Toronto, Fausto Colombo, Teoria e Tecnica dei Media alla Cattolica, e Giulio Vigevani, Diritto Costituzionale Bicocca), che hanno dato vita al seminario, aperto e concluso da Carlo Rognoni, responsabile Forum del PD.

L'obiettivo dell'incontro seminariale, come affermato nell'introduzione e ribadito più volte da Bersani, era concludere un percorso che il PD, a partire dall'estate scorsa con la legge sulla governance, sta compiendo per definire un proprio progetto per Rai, da porre poi in discussione con tutti gli operatori del sistema comunicazione in tutte le sedi possibili.
Tanti sono stati gli intervenuti e tanti gli argomenti toccati, ognuno trattato da specifica angolatura di visione. Ad esempio quelli affrontati nell'indirizzo introduttivo alla discussione fatto da Carlo Rognoni sulla “assoluta priorità di acquisizione della autonomia dalla politica da parte dell'azienda” o da Rizzo Nervo (CdA Rai), che ha presentato i dati economico-organizzativi dello sfacelo aziendale, sul quale puntano coloro che vogliono disfarsi della Rai (“è sufficiente non far nulla e l'azienda affonda da sola”). È stata proposta la necessità della definizione di un “perimetro del servizio pubblico” prima di indicarne il nuovo “piano di governance” con relativo quadro di necessarie risorse.

Citiamo in specifico la proposta di Michele Mezza (Dirigente Rai) che, oltre ad avere il pregio della chiarezza, ci appare come l'unica via percorribile per un ruolo attivo del servizio pubblico; Mezza propone per la Rai, in chiave di vera e propria “sussidiarietà multimediale”, il ruolo di “incubatore della Televisione di altri”.
Fausto Colombo propone il recupero della “funzione pedagogica della RI”, in passato principale agenzia culturale, oggi inquinata in alcune sue parti dalla politica e da modelli profondamente diseducativi.
Derrick De Kerkhove, da Toronto in videoconferenza, rispondendo as Alfonso Fuggetta, CEO di Cefriel USA che invitava a non appiattirsi sul passato ma ad affrontare il futuro costituito dall'universo delle nuove piattaforme, rispondeva positivamente, sottolineando come il servizio pubblico deve appunto giocare un nuovo ruolo nazionale nello sviluppo del senso di comunità. È stata citata Al Jazeera come esempio di attuazione di una coesione sociale addirittura mondiale.

La conclusione dell'itinerario compiuto nei sei mesi trascorsi per approfondire le questioni rilevanti ai fini della preparazione del relativo progetto di legge per il nuovo servizio pubblico (più che per la nuova Rai), è stata presentata da Carlo Rognoni e prevede alcune linee guida, Una riguarda la Governance, sganciata dalla politica con la costituzione di una Fondazione come emanazione della società civile e una specifica struttura organizzata con una Holding e alcune società controllate. La Holding viene nominata dalla Fondazione e a sua volta nomina al proprio interno il Presidente e l'Amministratore Delegato, che assume tutte le responsabilità come nelle normali aziende, provvedendo, tra l'altro, ad istituire il Comitato Consultivo dei Dirigenti di primo livello.

Le altre tre società sono a) Rai Servizio Pubblico, finanziata esclusivamente col canone; b) Rai Fornitore di contenuti, finanziata coi proventi pubblicitari (con tetti uguali per tutti) e altre entrate commerciali; c) Rai Tower Company, posta sul mercato, a cui risponde (vedi Terna).

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