Da un lato la Rai prende tempo per un sistema di rilevazione qualitativo che le costerebbe 5 milioni di euro. Dall’altro, l’Agcom preme perché venga rispettato il Contratto di servizio.
Se, come stabilito dal Contratto di servizio 2007-2008, la Rai non avrà lanciato il Qualitel entro circa sei mesi, scatterà per la Tv pubblica una multa pari al 3% del bilancio. Una cifra che si aggirerebbe sui 90 milioni di euro, rischiando quasi di ridurre sul lastrico la Rai.
È infatti di pochi giorni fa l'invio di una lettera dell'Agcom alla presidenza e alla direzione generale della Rai per sollecitare l'adempimento dell'impegno di instaurazione dell'indice di qualità, finora disatteso. Se la Rai non agisse, dopo questo ultimo ammonimento dell'Autorità per le garanzie delle comunicazioni guidata da Corrado Calabrò, quest'ultima aprirebbe un'istruttoria per "presunto inadempimento degli obblighi derivanti dal contratto di servizio".
Il direttore generale della Rai Claudio Cappon ha risposto che il progetto Qualitel non è mai stato messo in discussione dall'azienda ma "ci sono state difficoltà operative e oggettive legate a chiarimenti giuridici circa l'eventuale necessità di un bando europeo per realizzare questo strumento di rilevazione della qualità".
Ora la Rai avrà appunto circa sei mesi di tempo, come stabilito dall'Agcom, per rendere operativo il Qualitel. Le "difficoltà operative" sarebbero in realtà problemi di costi. Il costo dell'operazione, per la quale nel dicembre scorso erano state esaminate le candidature di dieci istituti, è stato valutato sui cinque milioni di euro. Il Qualitel, una volta entrato in vigore, sarà un sistema di rilevazione del gradimento dei programmi fatto tramite interviste ad alcune migliaia di "giurati" che voteranno sulla qualità dei programmi visti, assegnando un punteggio che permetterà di dire se c'è soddisfazione pr i programmi in palinsesto, dal talk show al Tg, dalla fiction alla rubrica d'informazione.