Rai: Fabiani al posto di Petroni

Arriva la svolta attesa alla Rai, con Fabiano Fabiani, finora all’APT, chiamato dal Ministero dell’Economia a sostituire alla Rai Angelo Maria Petroni. Il Centro-Sinistra riconquista la tanto agognata maggioranza nel Cda Rai, fra le violente proteste dell’opposizione.

Dal sito www.repubblica.it:

«Giro di boa nel braccio di ferro nel Consiglio di amministrazione della Rai: l'assemblea degli azionisti, su proposta del ministero del Tesoro, ha deciso di revocare il mandato di consigliere di amministrazione ad Angelo Maria Petroni ed ha nominato consigliere Fabiano Fabiani. Lo rende noto un comunicato. Il ministero del Tesoro, azionista di maggioranza della Rai con il 99,55% del capitale sociale, era rappresentato dall'avvocato Mario Stella Richter.

È arrivata quindi ad una svolta la querelle iniziata lo scorso maggio, con la revoca della fiducia da parte del ministro dell'Economia al consigliere Petroni, nominato dal precedente Governo, e passata anche attraverso il Tar del Lazio, che a giugno sospese l'allontanamento del consigliere in quota alla Cdl, bocciandolo perché motivato da "ragioni extragiuridiche".

Fabiani, in una lettera inviata subito dopo la nomina al presidente della Rai Claudio Petruccioli, dice di voler rinunciare "agli emolumenti spettanti dalla carica" ritenendo di voler dare un contributo - spiega ancora nella lettera - "considerando anche la delicata fase attraversata dall'azienda".

Ma Petroni annuncia battaglia: "Nella convinzione che la mia revoca sia illegittima, annuncio sin d'ora di ritenere viziate, invalide e inefficaci a tutti gli effetti giuridici tutte le decisioni prese dal Consiglio di Amministrazione dell'Azienda senza la mia partecipazione". E dice di riservarsi "di agire per il risarcimento del danno".

Non si sono fatte attendere le reazioni: per il presidente della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, Mario Landolfi, "la nomina di un prodiano come Fabiani nel Cda Rai, al posto del professor Petroni, conferma che siamo in presenza di un'autentica emergenza. Non esistono altri termini per descrivere un atto di spoil-system fuori stagione, che viola apertamente la lettera e lo spirito della legge vigente".

Maurizio Gasparri, di Alleanza Nazionale, parla di "atto vergognoso", per cui chiede di non pagare il canone Rai nel 2008. "Il bandito Padoa-Schioppa ha colpito ancora. Dopo l'atto criminale contro Speciale, una nuova illegalità commessa da questo violatore di qualsiasi norma. La rimozione di Petroni pone fine ad ogni possibile confronto o dialogo fra i due schieramenti", dice Gasparri e aggiunge: "si deve rispondere non pagando il canone per il 2008".

Anche per il coordinatore e vice coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto è un "atto grave" per cui si chiede un "intervento immediato del presidente della Repubblica" in seguito ad una "decisione dell'esecutivo volta a squilibrare alla radice l'equilibrio politico della tv pubblica".

Per Roberto Cuillo, Ds, invece quello di Fabiani è "un nome di grande prestigio e competenza". "La nomina di Fabiano Fabiani al Cda da parte del Tesoro è la condizione che può ridare dignità e autonomia al servizio pubblico Rai", aggiunge. Dello stesso avviso Nino Rizzo Nervo (Margherita), che accoglie con favore la nomina e dà il benvenuto a Fabiani nel Cda della Rai. Anche per Sandro Curzi "la nomina di Fabiano Fabiani a consigliere Rai è indubbiamente un fatto positivo, nel senso che accresce, a livello di massimo organo di gestione del servizio pubblico, il tasso di esperienza, di prestigio, di conoscenza dell'azienda e di attaccamento all'idea di un forte e stabile presidio di qualità e di valori - nell'omologante e competitivo sistema della comunicazione - che faccia direttamente riferimento agli interessi della collettività"».

Ma la nomina significa anche una nuova difficoltà per l'APT, l'Associazione Produttori Televisivi, di cui Fabiani era stato nominato presidente solo pochi mesi fa, ora di nuovo alle prese con l'esigenza di trovare un 'capo' credibile e capace. Singolare il fatto che anche il direttore generale della Rai Cappon prima di assumere la carica sia passato attraverso la posizione di vertice all'APT.

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