Clima molto teso nella maggioranza in vista della riunione di oggi della Commissione Parlamentare di Vigilanza. La sostituzione del Cda è una partita ancora aperta. In gioco lo stesso Governo.
Per la verità sono in pochi a credere che si arriverà davvero ad una crisi di Governo per la questione della Rai e per le poltrone di Baldassarre e Saccà. Probabile, molto più probabile che si giochi ancora ad un breve rinvio, in attesa di trovare quell'agognata mediazione che salvi la maggioranza dalla dissoluzione e permetta di presentare di nuovo una facciata (nulla di più, per la verità) unitaria in vista delle ormai non lontane elezioni amministrative. La Rai dovrebbe finalmente avere, a quel punto, nuovi amministratori.
Così dovrebbe finire, ma la giornata di oggi è comunque cruciale e gravida di rischi per Berlusconi e i partiti che sostengono il Governo. Perché la questione della Rai si è ormai incancrenita e riuscire e trovare il bandolo della matassa, a questo punto, è enormemente difficile.
Cederà Bossi e si nomineranno cinque nuovi componenti del Cda, che magari annulleranno l'agognato trasferimento di RaiDue a MilanoO E Albertoni sarà a questo punto riconfermatoO Cederà Forza Italia, che protegge soprattutto Saccà e ha giocato di sponda su BaldassarreO O cederanno AN e l'UDC, che finora hanno dovuto masticare amaro e esigono adesso soddisfazione, con la nomina di un Cda finalmente nuovo e diversoO
Come si vede, è difficilissimo uscirne, anche se la politica è anche l'arte della fantasia. Ma - dicevano nei giorni scorsi - la partita della Rai si sta rivelando una "perdita secca" per la Casa delle Libertà che a un solo anno dalla travagliata nomina di un nuovo vertice Rai "vicino" al Governo, si ritrova in mano una Tv pubblica totalmente allo sbando.
E in mezzo alle macerie di quella che è stata la più importante azienda editoriale e radiotelevisiva del Paese, naturalmente, si litiga di brutto, offrendo ai sempre più stupiti telespettatori una deprimente immagine, che non sarà facile far dimenticare...