Il Cda Rai ha approvato all’unanimità, su proposta di Gubitosi, la nomina dei vicedirettori di Rai1, Rai2 e Rai3. Fra le altre questioni, affrontata anche quella del Contratto di Servizio, che provoca qualche polemica.
Il Consiglio di Amministrazione della Rai ha approvato all'unanimità, su proposta del Direttore Generale, Luigi Gubitosi, la nomina dei vicedirettori di Rai1, Rai2 e Rai3.
A Rai1 sono state nominati Rosa Anna Pastore, Roberta Enni, Maria Pia Ammirati, Ludovico Di Meo e Daniel Toaff.
A Rai2 sono stati nominati Patrizia Cardelli, Massimo Lavatore, Roberto Giacobbo e Marco Giudici.
A Rai3 sono stati 'eletti' Stefano Coletta, Luca Mazzà e Andrea Valentini.
«Nella stessa seduta del Cda Rai è stato avviato il percorso per l'elaborazione del Piano Industriale 2013-2015 con l'illustrazione delle linee guida da parte del Direttore Generale - informa un comunicato stampa della Rai - .
Il Consiglio si riunirà in sessioni dedicate per esaminare in dettaglio gli elementi del Piano in vista della sua approvazione.
Il Cda ha inoltre esaminato lo stato del Contratto di Servizio 2013-2015.
Infine il Direttore Generale ha presentato gli elementi del nuovo Contratto Collettivo di Lavoro per quadri, impiegati e operai appena rinnovato e il Consiglio di Amministrazione ne ha preso atto.
Nella riunione è stata anche presa in considerazione l'ipotesi di rimodulazione di alcune frequenze, per risolvere i problemi legati alle interferenze sul territorio nazionale, al momento in discussione con Agcom».
A proposito del contratto di servizio e di altri provvedimenti che in questi giorni il Ministero dello Sviluppo Economico voleva inopinatamente (data la vigilia elettorale) varare, segnaliamo questa nota che abbiamo ricevuto dall'APT:
«L'Associazione Produttori Televisivi (APT) è fermamente contraria al decreto che i Ministri Passera e Ornaghi si accingono ad emanare e che modifica l'art. 44 del Testo Unico della Radiotelevisione senza il parere consultivo della preposta Commissione della Camera dei Deputati e sul quale la VII^ Commissione del Senato ha espresso a maggioranza parere favorevole con richiesta di modifiche.
I motivi sono molti, il più rilevante è che il sistema produttivo dell'audiovisivo andrebbe considerato nel suo complesso, che comprende sì il cinema ma anche la fiction, l'intrattenimento, il documentario e il cartone animato, senza dimenticare i generi legati alle nuove tecnologie trasmissive, come i programmi per il web.
«Noi chiediamo - afferma il Presidente dell'APT Fabiano Fabiani - che la produzione indipendente sia considerata con equità dalla politica, mentre il Governo peraltro dimissionario con questo decreto non fa che cristallizzare una situazione già critica». Fabiani continua: «Il secondo motivo è che non si dovrebbero varare Leggi di sistema senza prima aver ascoltato l'industria e i lavoratori che rappresentano quel sistema.
E la medesima considerazione vale per il Contratto di Servizio tra Rai e Ministero dello Sviluppo Economico, sul quale noi non siamo stati ascoltati, ed è la prima volta che accade in venti anni di vita dell'Associazione che rappresenta un'industria la cui promozione dovrebbe essere uno degli elementi che costituiscono la ragion d'essere della concessione».
L'Associazione Produttori Televisivi (APT) auspica pertanto un ripensamento da parte del Governo e invita le parti a una riflessione più accurata che non escluda la consultazione di tutte le parti».