Ormai, a qualche giorno dalla dichiarazione in Bulgaria, è chiaro come la mossa di Berlusconi di “cacciare” direttamente dalla Rai la triade Biagi, Santoro, Luttazzi sia una di quelle azioni che vanno sotto il nome sportivo di “tragici autogol”.
Un po' l'esuberanza tutta brianzola, un po' la voglia, a lungo repressa e "rinviata", di realizzare quella cacciata del trio che Berlusconi aveva
deciso probabilmente fin dalla vigilia elettorale del 13 maggio, un po' l'incapacità di porsi qualsiasi opportuno freno diplomatico e istituzionale.
Ed ecco che la frittata è fatta: i tre hanno fatto un "uso criminoso" della Rai lo scorso anno e, siccome non possono cambiare, è bene che se ne vadano, così come è un preciso dovere dei nuovi vertici Rai cacciarli in caso di resistenza.
Parole peggiori Berlusconi non poteva usarle: da Presidente del Consiglio non spetta infatti a lui cacciare nessuno dalla Rai, da "mero proprietario" di Mediaset, concorrente privato della Rai, meno che meno dovrebbe parlarne, da leader politico ha dimostrato un'arroganza che è pari solo alla sprovvedutezza.
Persino il nuovo presidente della Rai Baldassarre ha dovuto prendere le distanze e in qualche modo garantire che i tre restaranno (ma chissà come e in quale collocazione). La improvvida dichiarazione è stata invece una manna, manco a dirlo, per stanchi girotondisti, Ulivisti, oppositori vari, residui media indipendenti.
Eppure - roba da non crederci - Berlusconi non avrebbe tutti i torti a protestare: Biagi infatti, alla vigilia delle elezioni, presentò a "Il fatto" un Benigni in una "esternazione", di fatto, anti-Cavaliere; Luttazzi invitò Marco Travaglio che illustrò una vecchia storia che legava in qualche modo Berlusconi ad ambienti mafiosi; Santoro conduce da sempre trasmissioni fin troppo schierate contro il Polo e il suo leader.
Tutti insieme e assieme agli "strateghi" Freccero e Zaccaria, avrebbero fatto perdere al Cavaliere milioni di voti il 13 maggio. E la cosa non è così peregrina, perchZ che la Tv non conti nulla in rapporto alle scelte politiche della gente e al voto, lo possono sostenere solo i gonzi (che pure sono sempre numerosi) o quanti, usando il video per i loro precisi fini, hanno un indubbio interesse a non farlo sapere.
Ma può argomentare in questo modo proprio colui che da tanti anni è contemporaneamente leader politico e proprietario di tre importantissime
Tv concorrenti della RaiO Si può giocare su tanti tavoli e pretendere di decidere anche chi debbano essere gli altri giocatori e persino le regole del giocoO
La legge sul conflitto d'interessi, insomma, è sempre il nodo di ogni questione. C'è poi l'aggravante che Berlusconi vorrebbe annettere al suo
impero della comunicazione anche la Rai, spegnendo così quasi tutte le voci televisive critiche nei suoi confronti. L'operazione era, in effetti, a buon punto, ma il passo falso della dichiarazione bulgara ha complicato moltissimo le cose.
Mauro Roffi |