Dall’ipotesi di uno slittamento sul rinnovo della concessione del servizio pubblico alla riduzione della raccolta pubblicitaria in Rai, passando per il canone in bolletta e il tema degli eventuali rimborsi dovuti a chi non è tenuto a versarlo. Questi i temi affrontati dal sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli a margine del convegno ‘Il sistema audiovisivo. Evoluzione e dimensioni economiche’.
“Se è necessario per non stringere i tempi del dibattito uno spostamento di qualche settimana della data del 6 maggio lo faremo", ha detto il sottosegretario riferendosi alla data in cui scade la Convenzione tra Rai e Stato italiano, "per consentire una consultazione sul servizio pubblico più ampia possibile e non limitata alla politica e agli addetti ai lavori”.
“La nuova concessione del servizio pubblico è un’occasione propizia per riflettere sul ruolo del servizio pubblico e sulla ridefinizione normativa del contesto”, ha spiegato Giacomelli, precisando che l’impianto della legge Gasparri non è “attuale rispetto alle dinamiche in atto” ma neanche “tutto da buttare”.
Il sottosegretario si è detto convinto che “deve essere ridefinito il mandato” e immagina “una Rai al servizio della creatività del sistema Italia, che colmi il ritardo nel digitale, punti sui mercati esteri e viva meno del cordone ombelicale della politica”. Ancora: “Dobbiamo cambiare paradigma. Veniamo da anni in cui Rai era una parte in lotta, non il soggetto centrale del sistema dell’audiovisivo, mentre dobbiamo riportare il servizio pubblico al centro”.
Sul tema della pubblicità, Giacomelli ha spiegato: “Se il gettito del canone fosse quello che il governo si aspetta e l’evasione si riducesse all’evasione fisiologica che esiste già nel pagamento dell’utenza elettrica questo porterebbe a rivedere secondo un principio di proporzionalità le possibilità di accesso al mercato pubblicitario? Io sono disponibile a parlarne, non è un tabù”. Giacomelli ha poi osservato che il mercato della pubblicità è cambiato e “quella risorsa è molto più preziosa per chi non ha contributi pubblici. Questo mi porta a dire che quella su una riduzione della raccolta da parte della Rai è una riflessione che va avviata e va in questo senso l’esclusione della pubblicità dai canali per bambini a partire da maggio”.
A proposito del canone in bolletta, Giacomelli ha poi detto: “Per ora il tema che abbiamo affrontato sono i cittadini che dovrebbero pagare e non pagano nemmeno una volta e come tutelare nella certezza i cittadini. Poi c’è qualche problema tecnico da definire nel percorso. Però l’operazione canone in bolletta va a sanare una cosa iniqua e vergognosa: un’evasione tollerata, la più alta d’Europa, del 30%. Tollerata da tutti i governi in chiave bipartisan. Ora confido che faremo un buon lavoro e sono convinto che non saranno molti i cittadini a dar retta a quegli sciocchi consigli che vedo circolare in rete e altrove sul metodo sicuro per non pagare il canone, perché si mettono nei guai”.
‘Radio Tv News’ di Confindustria Radio Tv ha poi specificato meglio le intenzioni dell’Esecutivo sulla materia della Convenzione:
“Nel corso dell’audizione del 15 marzo innanzi alla VIII Commissione “Lavori pubblici e comunicazioni” del Senato della Repubblica il sottosegretario Giacomelli ha illustrato il progetto dell’esecutivo per una nuova concessione decennale Rai, con un contratto di servizio che abbia scadenza di cinque anni e non più di tre. La novità si inserisce nel solco della riforma Rai, le cui linee guida sono state approvate dal Governo.
In vista del rinnovo della concessione, in scadenza per il 6 maggio prossimo, sarà dunque avviata un’ampia consultazione pubblica sulla ridefinizione dei compiti del servizio pubblico che coinvolgerà in una prima fase oltre 60 organizzazioni e associazioni, tra le quali anche Confindustria Radio Televisioni nella sua qualità di associazione rappresentativa del settore, e poi, attraverso una serie di quesiti online, tutti i cittadini. Tale consultazione aiuterà a disegnare i termini della nuova concessione.
Il Sottosegretario ha delineato le fasi procedurali salienti di tale consultazione e della conseguente approvazione del testo della concessione: i tempi non saranno comunque brevi, e sicuramente verrà superato il termine di scadenza della vecchia concessione.
Per tale ragione il Governo sta valutando se prorogare con una norma ad hoc la vecchia concessione…
In particolare, l’iter di rinnovo prevede l’istituzione di sedici tavoli relativi a quattro macro aree: a) sistema Italia (Made in Italy, internazionalizzazione, territori, identità nazionale); b) industria creativa (cinema, fictions, intrattenimento e documentari); c) digitale (alfabetizzazione, tecnologie e nuove piattaforme, startup e imprese, servizi alla Pubblica Amministrazione); d) società italiana (informazione e nuovi linguaggi, cultura, scuola e università, pubblica utilità).
A coordinare questi tavoli sarà un esponente istituzionale. I quattro documenti prodotti da ciascun tavolo confluiranno, entro dieci giorni, in un documento - questionario in consultazione sul sito del Governo nel termine di 10 giorni. Tale consultazione sarà rilevata dall’Istat”.