Giovanna Bianchi Clerici, Alessio Gorla, Gugliemo Rositani, Antonio Verro per il centrodestra e Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten per il centrosinistra. Sono questi i nomi dei sette nuovi componenti del Cda Rai eletti in questi minuti della Commissione di Vigilanza Rai. Riconferma quindi per Bianchi Clerici in quota Lega e per Nino Rizzo Nervo (Pd-Margherita) che facevano parte del Cda uscente, che oggi comunque era ancora riunito. Entrano nel consiglio di Viale Mazzi…
Giovanna Bianchi Clerici, Alessio Gorla, Gugliemo Rositani, Antonio Verro per il centrodestra e Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten per il centrosinistra. Sono questi i nomi dei sette nuovi componenti del Cda Rai eletti in questi minuti della Commissione di Vigilanza Rai.
Riconferma quindi per Bianchi Clerici in quota Lega e per Nino Rizzo Nervo (Pd-Margherita) che facevano parte del Cda uscente, che oggi comunque era ancora riunito. Entrano nel consiglio di Viale Mazzini per la prima volta lo scrittore Giorgio Van Straten (Pd-Ds), Antonio Verro, deputato di Forza Italia nella scorsa legislatura, l'attuale sindaco di Varapodio (Reggio Calabria) ed esponente di An Guglielmo Rositani (un nome non nuovo in Rai) e l'ex deputato Udc Rodolfo De Laurentiis (che di Rai si è a sua volta occupato).
Naviga invece da molti anni in acque televisive Alessio Gorla, uomo Mediaset poi dirigente in Rai fino alla pensione nel 2006, e in seguito nella Tv pubblica come consigliere d'amministrazione di Rai International.
Tutti i Consiglieri hanno ricevuto 5 voti, tranne Rositani, che ne ha ottenuti 6. Gli esponenti di Italia dei Valori Felice Belisario e Massimo Donadi non hanno partecipato al voto, così come Maurizio Lupi del Pdl, che è in missione all'estero. Il radicale Marco Beltrandi si è astenuto.
La nomina degli altri due membri del Cda Rai spetta al ministero dell'Economia e delle Finanze e se uno dei due potrebbe essere ancora di 'area Forza Italia' (che in questo modo avrebbe ben tre Consiglieri), magari ancora Petroni (ma non è detto), l'altro sarà il presidente Rai, che la Vigilanza deve poi confermare a forte maggioranza. La designazione spetterebbe all'opposizione ma la crisi totale del PD non ha portato a una 'preferenza' precisa; crescono allora le chances di riconferma di Petruccioli.
Il 'navigato' Mauro Masi, attuale segretario generale di Palazzo Chigi, sarà invece, salvo sorprese, il nuovo direttore generale, un nome equilibrato che non 'spaventerebbe' l'opposizione.
Poi, fra pochi giorni, si riunirà la Corte Costituzionale che dirà la sua su tutto questo complesso meccanismo di elezione del Cda Rai, previsto dalla Legge Gasparri, con particolare riferimento alle designazioni del Ministero (che furono all'origine di una lunga querelle giudiziaria, con intervento del Tar). In caso di 'bocciatura costituzionale' della Legge, si capirebbe la fretta (dopo tanti mesi di attesa inutile) per eleggere il Cda.
Quanto alla lunghissima manfrina su Villari e dintorni, un'altra ipotesi che è stata avanzata è quella che tutto servisse anche a non far scattare precise regole di par condicio in Sardegna, dove Berlusconi ha avuto molto più spazio di Soru, a detta di molti.
E in tema di informazione, come hanno ricordato con dovizia di documentazione i radicali, moltissime notizie diffuse sul 'caso Eluana Englaro' sono state tali, per totale disinformazione, clamore e intensità smodata di comunicazione, da far vergognare molti appartenenti alla categoria giornalistica italiana.
(Mauro Roffi)