Un altro piccolo colpo di scena sul caso Petroni con l’opposizione che abbandona l’aula della Commissione di Vigilanza e Padoa Schioppa che non si presenta. Intanto si attende l’assemblea dei soci Rai del prossimo 10 settembre.
La Cdl ha abbandonato ieri l'aula della Commissione di Vigilanza Rai che sta discutendo sul caso della revoca del consigliere Angelo Maria Petroni dopo che era stata appena bocciata una proposta di Fi di chiedere la sospensione dell'assemblea dei soci per la sostituzione di Petroni fino a che la stessa Commissione non avesse ascoltato il ministro dell'Economia e "azionista" del servizio pubblico Padoa Schioppa (che non si è presentato in Vigilanza).
L'ordine del giorno della commissione di giovedì 6 settembre verteva su un punto alquanto complesso del caso Petroni. Landolfi chiedeva che la Commissione si pronunciasse sull'indicazione da dare al rappresentante del Tesoro in assemblea, in merito alla revoca di Petroni (in base al comma 8 dell'articolo 49 del Testo Unico della televisione, che conferisce alla Vigilanza il potere di definire il voto del ministero-azionista in caso di revoca di consiglieri Rai o di avvio di azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori), in contrasto con la maggioranza, che contestava la validità di questa norma, che a suo giudizio doveva entrare in vigore solo con l'avvio della privatizzazione della Rai, mai attuata finora.
I giorni cruciali sono i prossimi 10 e 11 settembre, date in cui l'assemblea della Rai dovrebbe approvare la revoca del mandato di Consigliere di amministrazione Petroni, ponendo fine ad una 'telenovela', iniziata con l'insediamento del governo Prodi e che ha assunto di recente la forma di uno scontro 'giudiziario' tra il Consigliere di viale Mazzini (sostenuto dal Centro-Destra) e l'azionista ministero del Tesoro. Il Tar del Lazio a cui è ricorso Petroni, di nuovo, contro il tentativo di una sua "defenestrazione" ha deciso di entrare nel merito della vicenda solo il prossimo 8 novembre e per quella data si sarà probabilmente già insediato qualcun altro in Cda al suo posto. Anche se l'attuale consigliere vincesse alla fine il ricorso amministrativo, difficilmente potrebbe rientrare nell'organo di governo della Tv pubblica.
La partita si dovrebbe chiudere fra pochi giorni, dopo mille schermaglie, battaglie legali e persino riunioni del Cda Rai andate 'disperse' (per mancanza dei Consiglieri di Centro-Destra) in pieno agosto. Ora le ultime possibilità di bloccare la 'cacciata' di Petroni da parte dell'assemblea di settembre sono al vaglio del suo collegio di difesa, coordinato dal professor Filippo Satta, che potrebbe puntare ad un'azione civile con una richiesta, questa volta, al Tribunale Civile di Roma, di fermare la riunione dei soci. Alla fine di questa telenovela il Centro-Sinistra avrà finalmente (come è anche nella logica, visto il cambio di Governo) la maggioranza in Cda ma allo stesso tempo 'ricoprirà' anche le cariche di direttore generale e presidente. E forse è un po' troppo...