L’ultimo Cda Rai ha esaminato lo schema generale del nuovo Contratto di servizio, che (dopo l’approvazione della nuova Convenzione Stato-Rai) rinnova e completa il quadro regolamentare con cui la Tv pubblica dovrà adempiere alla sua missione di concessionaria radiotelevisiva per i prossimi 5 anni (2018-2022). Il Contratto di servizio (solo apparentemente un adempimento soprattutto burocratico) era un po’ il ‘grande assente’ degli ultimi anni, preda dei vari ritardi e delle complicazioni con cui in particolare il Governo Renzi aveva affrontato il tema del rinnovo della concessione di servizio pubblico alla Rai.
Lo schema di Contratto, elaborato dalla Rai insieme con il Ministero dello sviluppo economico, è stati quindi approvato in Cda e dovrà ora essere esaminato dalla Commissione parlamentare di Vigilanza per il parere di competenza, per poi tornare al Consiglio di Amministrazione Rai per la definitiva approvazione.
Va detto che sul Contratto si sono astenuti i Consiglieri Giancarlo Mazzuca e Franco Siddi; quest’ultimo ha spiegato la scelta quale ‘spinta’ “affinché nei passaggi successivi lo schema di Contratto venga migliorato” per ciò che riguarda i temi della ‘neutralità tecnologica’, degli obblighi che riguardano i programmi nelle lingue minoritarie e quello dell’audiovisivo, settore nel quale, a parere di Siddi, occorre uniformità di visione fra quanto previsto nel decreto legislativo della Legge Cinema circa le quote di investimento in opere europee ed italiane e quanto contenuto appunto nel Contratto di servizio.
Il direttore generale della Rai Mario Orfeo si è detto soddisfatto e orgoglioso “per l’approvazione nei tempi previsti della bozza del Contratto di servizio: un risultato raggiunto grazie alla professionalità delle nostre direzioni aziendali. La Rai diventa (ora) capofila nel passaggio che porterà sempre più lo strumento digitale al centro della nostra vita. Daremo vita a un canale in lingua inglese e al canale istituzionale e vareremo il nuovo piano news (la Gabanelli non viene data ancora per persa sul tema; N.d.R.). Ci saranno poi maggiori servizi per le persone con disabilità e per le minoranze linguistiche. Il tutto con la garanzia di risorse triennali certe”.
Altro commento di un certo rilievo è stato quello del sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli:
“La condivisione di Rai della proposta del Ministero sul Contratto di servizio è un atto importante che consente di avviare nei tempi previsti la fase di valutazione della commissione parlamentare di Vigilanza. La Rai tornerà ad investire sulla produzione di format originali, ridefinirà il numero di reti e canali, varerà il canale in lingua inglese, sosterrà in modo importante l’industria italiana dell’audiovisivo”.
Inoltre “il nuovo Contratto ha come unico interesse la volontà del Governo e di Rai di fare un servizio pubblico sempre più all’altezza delle attese dei cittadini. Ora l’obiettivo è consentire al Consiglio dei ministri, dopo la fase di confronto parlamentare, di approvare il testo definitivo entro la fine dell’anno”.
Insomma, prima della fine della fine della Legislatura, almeno si spera.
Il Cda Rai aveva altri temi di un certo rilievo da esaminare.
Intanto è stata espressa all’unanimità, in apertura di seduta, solidarietà alla presidente Monica Maggioni, in rapporto alle spese per le trasferte per la presentazione del suo libro e ad altre accuse che hanno portato anche ad un ‘intervento’ in Viale Mazzini della Guardia di Finanza nei giorni scorsi. Il Cda ha ribadito che l’operato della Maggioni “è sempre stato in linea con il mandato editoriale e i principi dell’Azienda di Servizio Pubblico”.
Il Consiglio si è poi occupato del bilancio aziendale, esaminando “i dati del Bilancio intermedio al 30 giugno 2017 della Rai e quello Consolidato del Gruppo alla stessa data. Nel periodo preso in esame, Rai mantiene saldamente la leadership degli ascolti televisivi sia sull’intera giornata (37,2%) sia sul prime time (39,3%) nonché quella sui programmi più visti. Da segnalare in particolare la forte crescita di Rai4, i molteplici segnali di rinnovamento e vitalità offerti dalla radiofonia e le positive performance dell’offerta web e social trainata da RaiPlay”.
Ma veniamo alle cifre:
“I risultati del primo semestre del 2017 hanno risentito principalmente della contrazione dei ricavi da canone per complessivi 35,4 milioni di euro (- 3,8%), in conseguenza della diminuzione da 100 a 90 euro dell’importo unitario dei canoni ordinari nonché della riduzione (dal 67% al 50%), prevista dal vigente quadro normativo, della quota a favore di Rai dei maggiori importi derivanti dalla riscossione del canone in bolletta (cosiddetto extra-gettito). In contrazione anche l’andamento dei ricavi pubblicitari (in riduzione nel periodo per 30,6 milioni di Euro pari all’8,2%) che scontano l’assenza dei grandi eventi sportivi presenti nel primo semestre 2016.
Il Bilancio consolidato del Gruppo Rai chiude pertanto il primo semestre con una perdita di 2,2 milioni di euro, contro l’utile di 33,4 milioni di euro registrato nell’analogo periodo del 2016”.
Tuttavia “l’utile ante imposte è stato positivo e pari, nel periodo, a 1,7 milioni di euro, rispetto ad un utile di 49,1 milioni di euro dello stesso semestre del 2016”, mentre ‘l’indebitamento complessivo del Gruppo al 30 giugno 2017 si è ridotto a 60,3 milioni di euro, rispetto ai 128,5 milioni di euro del 30 giugno 2016.
Per quanto riguarda l’esercizio 2017 viene confermato, in linea con le ipotesi di budget, un risultato di sostanziale pareggio. La Capogruppo evidenzia nel semestre un utile netto pari a 47,1 milioni di euro contro quello pari a 66,2 milioni di euro registrato nell’analogo periodo dell’esercizio precedente”.