Rai: prove di nuovo governoO

Approvato all’unanimità il piano editoriale della Rai, sia pure con qualche riserva da parte di alcuni membri del Cda. Ma con la crisi di Governo, ora cosa succederàO

Mentre nel Governo imperversava la bufera che avrebbe portato alla caduta di Prodi, mercoledì scorso il Cda della Rai ha votato all'unanimità il nuovo piano editoriale, con un perfetto accordo fra tutti i Consiglieri (in apparenza sorprendente, se non, invece, indicativo, in relazione al panorama politico che potrebbe prospettare).

Comunque, la Rai punta al pubblico giovane. In primo piano ci sarà l'informazione. Sono previsti orari più stabili per i Tg e la possibilità per il Tg1 di un programma di prima serata che affronti i grandi temi nazionali e internazionali, oltre a una miglior programmazione regionale, con una striscia al mattino di 30-60 minuti.

Un altro occhio attento sarà dedicato all'offerta culturale della seconda serata che oggi viene relegata in qualche angolo del palinsesto, nella tarda nottata. Non ci dovrebbero essere più programmi simili alla stessa ora su reti diverse.

All'unanimità è stato approvato anche un ordine del giorno che invita il direttore generale Cappon ad approfondire nelle prossime settimane alcuni passaggi strategici contenuti in un documento d'integrazione del piano industriale. Il documento d'integrazione tratterà in particolare i rapporti con altri operatori televisivi, la generazione di ricavi incrementali rispetto alle fonti tradizionali e la valorizzazione dei prodotti Rai su tutte le piattaforme, anche in modalità non gratuite. Il documento, che sarà elaborato nei tempi più brevi tecnicamente necessari, verrà sottoposto al Cda per le valutazioni e le decisioni di sua competenza.

L'approvazione di questo ordine del giorno è importante perché darà modo al Direttore generale di approfondire diversi punti: "primo, la ricerca di accordi anche con altre società diverse dalla Rai per dar vita eventualmente a un operatore di rete nazionale - ha commentato Carlo Rognoni, membro del Cda - ; secondo, la valutazione per una presenza del servizio pubblico nel mercato pay, un mercato in grandissima espansione; terzo, all'interno di una impostazione gestionale di rigore, la ricerca di iniziative tese allo sviluppo e alla crescita dei fatturati e dei ricavi".

Messo da parte il piano editoriale, conclude Rognoni, "non resta che augurarsi che la politica sappia rapidamente risolvere uno dei problemi più gravi: la governance del servizio pubblico, visti i guasti prodotti dalla legge Gasparri".

Mentre il Presidente Napolitano sta effettuando le consultazioni per decidere se ci siano le condizioni per un nuovo governo o, in alternativa andare al voto, la situazione è complicatissima anche a Viale Mazzini. In caso di elezioni anticipate il Cda, che scadrebbe a maggio, potrebbe avere una proroga proprio per gestire le elezioni, proroga che potrebbe valere anche nel caso di governo istituzionale. In ballo però c'erano anche il voto sui disegni di legge Gentiloni per la riforma del sistema radiotelevisivo e per il rinnovo dei criteri di nomina dei vertici Rai, provvedimenti che adesso, salvo sorprese, dovrebbero finire nel nulla.

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