Rai: questione di poltrone…

Roberto Zaccaria, a quel che sembra e contrariamente a quanto pareva in un primo momento, non si dimetterà tanto facilmente dalla presidenza della Rai.

L'attuale Consiglio di Amministrazione dell'azienda, che dovrebbe, almeno in teoria, congedarsi solo nel febbraio 2002, parrebbe non voler cedere (almeno nella sua componente di maggioranza, quella 'ulivista') all'imminente arrivo al Governo del centro-destra capitanato da Silvio Berlusconi; a quanto si dice negli ambienti politici, intenderebbe infatti opporre alla Casa delle Libertà una tattica di logoramento, di 'resistenza fino all'ultimo', onde costringere eventualmente il fronte di Governo e la maggioranza a una 'rimozione forzata', che metterebbe probabilmente in cattiva luce i 'nuovi padroni' della Rai.

Garbatamente, il Polo sembra comunque invitare l'attuale C.dA. a dimettersi, ma per ora almeno Forza Italia non sembra intenzionata a forzare la mano, anche dopo l'elezione di Pera e Casini a presidenti dei due rami del Parlamento; un po' più 'decisionista' sembra invece essere Alleanza Nazionale (per non parlare della Lega Nord), che sa di non trovare facilmente spazio sulle reti Mediaset e vorrebbe conquistare al più presto alcune 'poltrone che contano' alla Rai.

Sul piatto della bilancia dei rapporti con l'opposizione è così già stata messa anche la questione legata alla presidenza della nuova Commissione di Vigilanza, che il Centro-Sinistra aveva lasciato al Polo nella scorsa legislatura e che la Casa delle Libertà voleva lasciare a sua volta al Centro-Sinistra (candidati sono la Melandri e Falomi).

Ma l'inasprirsi dei rapporti politici per il permanere di Zaccaria alla Rai potrebbe anche rovesciare questo scenario.

Da parte del Centro-Sinistra è evidente anche il tentativo di porre la questione dell'informazione televisiva come centrale nel nuovo scenario politico: un Berlusconi che non risolvesse a dovere il onflitto d'interesse e 'si attribuisse' in modo troppo 'plateale' le poltrone che contano alla Rai sarebbe un nemico contro cui combattere con più forza e contro cui lanciare proteste sempre più violente (anche, magari, tirando in ballo Ciampi, come già è avvenuto).

Sul fronte opposto, per evidenti ragioni d'immagine, Berlusconi sa di non poter tirare subito e con troppa forza la corda, per cui gli conviene tenere a bada gli alleati più impazienti e sperare in una rapida 'resa' di Zaccaria.

Ad auspicare quest'ultimo avvenimento è probabilmente anche la folta schiera di pretendenti al Cda e alle future direzioni Rai.

Tutti i nomi che sono stati fatti finora per la prossima Presidenza (da Urbani a Mieli) sono così forzatamente per ora solo delle pure ipotesi, in attesa che"i posti" in questione si liberino davvero.

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