Rai, stop alla soglia dei 240.000 per le star e cambi ai vertici di Rai Way

Sembra ormai molto probabile che si trovi una soluzione ‘ragionevole’ prima della fatidica e ‘ultimativa’ data di fine aprile (fissata dalla stessa Rai) per la questione, in sé tanto ridicola quanto ‘equivoca’, del tetto di 240.000 euro ai compensi per ciò che riguarda le ‘star della Rai’, che, in quanto azienda pubblica, dovrebbe attenersi alle nuove norme stabilite dal Parlamento su questo tema; esse però non prevedono esplicitamente ‘eccezioni’ per i ‘grandi nomi’ dello spettacolo sotto contratto (o anche dipendenti) della Tv di Stato, che a questo punto potrebbero passare agevolmente alla concorrenza. Dopo una lunga serie di ‘rimpalli’ e ‘scaricabarile’ (nessuno fra azienda e Governo probabilmente vuol fare la figura di chi approva a cuor leggero compensi altissimi e dunque ‘impopolari’, in tempi di populismo dominante), a togliere alcune castagne dal fuoco ha provveduto l'Avvocatura dello Stato, il principale consulente legale del Governo, che con un suo parere ha giudicato il tetto dei 240 mila euro lordi contrario alla libertà d'impresa, in rapporto al ‘mercato Tv’ su cui pure la Rai opera. Del resto, se non si cambia la natura ‘ibrida’ della Tv pubblica, che da tanti anni è un po’ ‘servizio pubblico’ finanziato dal canone e un po’ ‘Tv commerciale’ alla ricerca degli ascolti per via della risorsa pubblicitaria cui ugualmente ambisce, è difficile pensare che si possa d’ora in poi cambiare totalmente linea, eliminando dalla scena tutti i personaggi, i programmi e persino le fiction che non siano in grado di reggere l’epoca di questa inedita (per la Rai) e obbligata ‘austerity’. Non tutto è ancora deciso, per la verità, perché continuano le schermaglie fra vertice aziendale e Governo su cosa si debba realmente fare per mettere nero su bianco che le ‘star del video’ possono essere pagate molto, come più o meno è sempre accaduto. Tuttavia sembra di essere, diciamo così, in dirittura d’arrivo, anche se a complicare le cose ci sono le ulteriori ultime discussioni sulla nuova Convenzione Stato-Rai e la tensione perdurante fra alcuni ambienti politici (soprattutto legati al PD di Renzi) e il DG Rai Campo Dall’Orto (pur nominato dal Governo Renzi), che invece ha raccolto alcuni giudizi cautamente positivi in ambienti ‘insospettabili’ (come il parlamentare Airola dei Cinquestelle).

Le dichiarazioni di Fabio Fazio

Ma a movimentare moltissimo le acque nel’ultima settimana è stato soprattutto Fabio Fazio, che pure in trasmissione è ‘istituzionale’ come pochi (per poi passare con scioltezza alle impertinenze della Littizzetto). In un’intervista a Aldo Fontanarosa su ‘Repubblica’, Fazio si è per prima cosa fatto paladino della stessa Rai, poiché “in questi mesi abbiamo assistito a un'intrusione della politica nella gestione della Rai che non ha precedenti. La politica non si è fatta custode di un bene, di uno spazio comune. La politica si è intromessa nella gestione ordinaria di un'azienda, addirittura nei contratti tra Viale Mazzini e gli artisti, i presentatori, gli attori di film e fiction”. Poiché però, messa così, la questione sembrava oggetto di un tipico conflitto d’interesse per una ‘star della Tv’ molto ben pagata come appunto Fazio, il presentatore ha detto dell’altro: “Oggi figure di primissimo piano, con un ruolo sia politico che istituzionale, chiedono di mandare via l'AD della Rai. Danno i voti ai servizi dei telegiornali, fissano gli stipendi, decidono quanta pubblicità deve andare su un canale e quanta su un altro: è questo - mi chiedo - il ruolo corretto della politica?”. Sembra palese il riferimento a Michele Anzaldi del PD e della Vigilanza (e ora portavoce di Renzi per le primarie), che ogni giorno si comporta come se avesse qualche titolo per giudicare ogni singolo programma o personaggio della Rai, ma Fazio un po’ ‘svicola’ sul PD: “Penso che la politica, ahimè tutta la politica, troppe volte sposi le convenienze dell'istante, di qualcosa che intanto passa. Capisco che oggi siamo tutti liquidi e movimentisti. Credo però che la fedeltà ad alcuni principi aiuterebbe a non smarrire la strada”. Ma poi si passa al ‘punto chiave’, che dà un’idea di cosa possa succedere in caso di conferma di tetti ‘improvvidi e generalizzati’ come quello dei 240.000 euro: “Non può passare l'idea che con il parere dell'Avvocatura siamo stati graziati. Per ora lavorerò per la Rai e continuerò a farlo fino a fine maggio quando, il 23, condurrò una prima serata su RaiUno dedicata alla legalità in occasione del venticinquesimo anniversario della strage di Capaci…”. Dalla prossima stagione Tv, Fazio, anche se non annullerà del tutto il suo rapporto con Endemol, però, ‘si metterà alla finestra’ grazie al varo di una sua società di produzione, che potrà lavorare con la Rai ma anche con i privati, poiché “in questi mesi si è frantumato un quadro che era molto definito. Ci sono nuove reti, c'è un mercato che cresce e bisogna agire con parametri anche diversi dagli ascolti”.

I dati sul 2016 e le nomine in Rai Way

Intanto il Consiglio di Amministrazione della Rai ha proceduto ad un primo esame dei principali indicatori economici e patrimoniali del 2016. In questo quadro, “l’esercizio 2016 prevede un risultato ampiamente positivo”. “Anche l’andamento dei principali indicatori operativi è risultato particolarmente positivo: in crescita i ricavi pubblicitari, dopo sei anni di raccolta in flessione, con un incremento superiore a quello medio di mercato grazie in particolare alla qualità dell’offerta e nonostante l’azzeramento della raccolta su Rai YoYo, Rai Storia e Rai 5; riduzione delle spese generali; leadership Rai nell’intera giornata, con il 36,69 di share e durante la fascia del prime time con il 38,58 di share, in aumento di 0,31 punti rispetto al 2015”. Si è poi proceduto alle nomine su Rai Way, società ‘separata’ della Rai e candidata ad un ruolo sempre più forte e incisivo in tema di antenne e torri di trasmissione. Il Cda della Rai ha designato Aldo Mancino, attuale direttore generale di Rai Way, come nuovo Amministratore Delegato, al posto di Stefano Ciccotti (che ‘lascia’ dopo molti anni). Per la presidenza è stata proposta la conferma di Raffaele Agrusti. Qualche tensione e, pare, una sconfitta anche di Campo Dall’Orto in Cda, invece, sui Consiglieri di Rai Way. Campo Dall’Orto avrebbe voluto come Consiglieri di provenienza Rai Zingarelli e Cotone (capo degli Affari Legali). Alla fine il Cda ha invece imposto un solo nome e diverso da quelli indicati: quello del Direttore Digital Rai Giampaolo Tagliavia, con Paola Tagliavini solo quale nome aggiunto nel caso in cui la minoranza (in Rai Way) non presenti la sua lista. Come consiglieri indipendenti sono stati altresì indicati Fabio Colasanti, Alberto De Nigro, Anna Gatti, Joyce Victoria Bigio, Donatella Sciuto e Libero Milone. I nomi indicati ora approderanno all'assemblea degli azionisti di Rai Way del 28 aprile, chiamata, tra l'altro, ad approvare il bilancio 2016.

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